ALBERTINELLI, Mariotto
Pittore, figlio di Biagio di Bindo battiloro e di Vittoria Rosoni, nato in Firenze il 13 ottobre 1474. Scolaro di Cosimo Rosselli, dal 1493 mise bottega col suo condiscepolo Bartolommeo della Porta, e, quando nel 1500 questi si fece frate, condusse a termine il suo affresco del Giudizio universale nel chiostro di S. Maria Nuova. Fin qui la maniera di Mariotto male si distingue da quella del compagno maggiore, e, come si vede nell'Annunziazione del 1497 nel Duomo di Volterra, lo stile loro appare quello d'un ghirlandaiesco ammorbidito e arricchito di tono per influsso di Leonardo. Rimasto solo, Mariotto fu, come tutti i suoi contemporanei, impressionato dalla tecnica ad olio del Perugino; e nel 1503 creò il suo capolavoro, la Visitazione della Madonna, ora agli Uffizî. Una nobile Crocifissione in fresco alla Certosa è firmata: Mariocti Florentini opus pro quo patres (sic) Deus orandus est A.D. MCCCCCV. Del 1506 è una tavola al Louvre iniziata da Filippo Lippi. Tornato fra' Bartolommeo alla pittura, l'A. rifece compagnia con lui, apponendo ai dipinti uscenti dalla bottega di San Marco la sigla con l'iscrizione: orate pro pictore, come, p. es., nell'Annunziazione del museo di Ginevra, datata 1511. Eseguì l'A. in questo tempo il timpano con l'Incoronazione (oggi nella Galleria di Stoccarda) per compire la gran tavola di fra' Bartolommeo nella Cattedrale di Besanzone. Tuttavia in questi anni lavorò anche indipendentemente e senza rinunziare alla propria personalità stilistica, diversa di forme e di colore da quella del frate, come dimostra la grande Annunziazione dell'Accademia fiorentina, datata 1510. Nel 1512, guastatasi e scioltasi la compagnia, l'A., per sostenere la famiglia, mise su per qualche tempo un'osteria, senza per questo tralasciare del tutto la pittura. Recatosi poi a Roma, ne tornò ammalato, e morì a Firenze il 5 novembre 1515.
Dell'A., in vista del pubblico, oltre le soprindicate opere sono da ricordare: a Milano, al museo Poldi Pezzoli, un tabernacolino con la data MD (altri legge Mater Dei); a Firenze, a Pitti un tondo con la Natività, e all'Accademia una Madonna con Santi e una Trinità, a Volognano, un'altra pala con Madonna e Santi; a Bergamo, nella Galleria, un Caino e Abele (attribuito al Bacchiacca) che fa serie con altre tavolette disperse in varie collezioni estere; a Venezia, nel seminario patriarcale, una Madonnina.
Bibl.: F. Knapp, Fra' Bartolomeo della Porta u. d. Schule von S. Marco, Halle 1903; A. Venturi, Storia dell'arte it., VIII, i, Milano 1925; H. Bodmer, Opere giovanili e tarde di Mariotto Albertinelli, in Dedalo, IX (1928-29), pp. 599-620.