Pittore (Fossombrone 1895 - Saint-Jean-du-Gard, Gard, 1979). Abbandonati gli studî in chimica, nel 1913 si iscrisse all'accademia di belle arti di Bologna dove conobbe O. Licini e G. Morandi. Dal 1920 a Parigi, frequentò lo studio di A. Ozenfant e fece parte del gruppo degli italiani (G. De Chirico, M. Campigli, G. Severini, F. De Pisis, A. Savinio) che svolse un importante ruolo di tramite tra la cultura figurativa italiana e quella francese; in quegli stessi anni, espose regolarmente ai salons des Indépendents, d'Automne e des Tuileries opere che, abbandonato ogni riferimento al naturalismo emiliano, appaiono segnate da un linguaggio sintetico, cromaticamente asciutto, dalle atmosfere sospese e limpide che tende, dopo la sua adesione al Novecento italiano (1926), a forme classicheggianti e monumentali (Il Vizio e la Virtù, 1934, Roma, Galleria nazionale d'arte moderna). Dopo un lungo periodo di inattività dovuto a gravi condizioni di salute, nel 1953 T. tornò a dipingere i sui temi preferiti, nature morte e figure femminili.