RUTELLI, Mario
– Nacque a Palermo il 4 aprile 1859, secondogenito di Giovanni, imprenditore edile contitolare della ditta Rutelli e Machì, e di Vita Romano.
La sua prima formazione artistica avvenne nella città natale, dove frequentò per un biennio (1873-74) la Scuola di plastica ornamentale diretta dallo scultore Salvatore Valenti. Nel 1875 fu ammesso alla Regia Accademia del nudo e s’iscrisse alla Scuola di plastica di figura. Nello stesso periodo, il padre, discendente da una famiglia che vantava generazioni di abili costruttori e di esperti lavoratori della pietra, ottenne l’appalto del cantiere per l’erigendo teatro Massimo (progettato dall’architetto Giovanni Battista Filippo Basile), e per il giovane Rutelli si presentò l’occasione di partecipare a tale impresa: assunto come scalpellino, si occupò della realizzazione di alcuni motivi decorativi del timpano, dei capitelli delle colonne e degli acroteri (due mascheroni grotteschi) del pronao.
Nel 1877 plasmò il modello in gesso del gruppo La lirica (fuso in bronzo nel 1897, trovò la definitiva sistemazione sul fianco sinistro dello scalone d’accesso del teatro Massimo soltanto nel 1902).
Nel 1878 partecipò all’Esposizione mondiale di Parigi (Amleto, marmo, ubicazione ignota) e compì una serie di viaggi di studio: soggiornò nella capitale francese e poi si recò a Venezia, a Firenze e a Siena per visitare gallerie e musei.
Nel 1879 si stabilì a Roma, dove s’iscrisse alla Regia Accademia di belle arti, divenendo allievo di Giulio Monteverde ed Ercole Rosa.
Nonostante il trasferimento nella capitale, mantenne sempre stretti legami con la sua terra d’origine, ottenendo importanti commissioni sia pubbliche sia private. Nel 1881 mise in opera la fontana del Tritone (indicata anche con il titolo L’azione) per la piazza del Duomo di Monreale.
Nel 1883 espose due opere (Ave Maria, marmo, Roma, proprietà degli eredi; Gli iracondi, gesso) all’Esposizione nazionale di belle arti di Roma.
Nel 1887 scolpì il busto di Carlo Maggiorani (marmo, Università di Palermo, aula magna della facoltà di giurisprudenza).
Sposatosi con Maria Russo, ebbero sei figli (Maria, Rosario, Giuseppina, Vita, Giovanni e Sesto).
Nel 1889, sempre per la città di Palermo, realizzò il busto del marchese di Torrearsa (marmo, Società siciliana per la storia patria), mentre nel corso dell’anno successivo portò a termine Il leone di Caprera (bronzo), destinato alla base del monumento a Garibaldi, e la quadriga raffigurante Il trionfo di Apelle ed Euterpe posta a coronamento della facciata del teatro Politeama (il modello in cemento dipinto venne sostituito dal gruppo bronzeo all’inizio degli anni Trenta del Novecento).
All’Esposizione nazionale di Palermo del 1891-92 presentò un nutrito gruppo di opere: cinque bassorilievi, Cristo in croce (gesso), Infanzia (marmo), il ritratto del marchese di Torrearsa (bronzo), Al mare (gruppo bronzeo), il ritratto del duca di Salaparuta (bronzo), Vanni Fucci (gesso), il ritratto del pittore Paolo Vetri (gesso, Palermo, Civica Galleria d’arte moderna), Il leone di Caprera (gesso) e il gruppo Gli iracondi (gesso).
Nel 1892, in società con il fratello Salvatore, costituì a Palermo la Fonderia artistica siciliana Rutelli, e ne avviò l’attività con la fusione in bronzo del gruppo Gli iracondi (o Gli irosi, 1883), che venne acquistato dalla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma (dove è tutt’ora conservato), e dei due bassorilievi (Lo sbarco dei Mille a Marsala, La battaglia al ponte dell’Ammiraglio) per il monumento equestre di Garibaldi a Palermo.
Nel corso dell’ultimo decennio del secolo Rutelli condusse un’intensa attività, ricevendo numerosi e importanti incarichi dalla municipalità palermitana. Nel 1893 lavorò al ritratto di Emanuele Notarbartolo (marmo) e al ritratto di Francesco Crispi, destinati alle sale di Palazzo delle Aquile, e alla scultura allegorica La Nautica. Quest’ultima, nel 1894, fu sistemata nel giardino di piazza Castelnuovo. Nel 1897 collocò nel foyer del teatro Massimo l’altorilievo bronzeo raffigurante L’apoteosi di Vittorio Emanuele II.
Nel 1900 si occupò del monumento a Nicola Spedalieri, eretto nel 1903 in piazza S. Andrea della Valle a Roma (in seguito spostato in piazza Cesarini Sforza).
Il 10 febbraio 1901, sempre nella capitale, inaugurò la fontana delle Naiadi di piazza dell’Esedra (piazza della Repubblica).
La vicenda progettuale della fontana delle Naiadi si articola attraverso un lungo iter burocratico e diverse fasi realizzative: Rutelli, incaricato nel 1896 dalla Società anonima dell’acqua Pia antica Marcia, eseguì inizialmente i quattro gruppi con le ninfe marine, la cui nudità fu aspramente criticata dai politici capitolini più conservatori, che tentarono addirittura di impedirne l’inaugurazione. In seguito, nel 1911, Rutelli aggiunse il gruppo centrale con la figura di Glauco e animali marini, che non piacque e, spostato in una fontana di piazza Vittorio, fu sostituito l’anno seguente con la seconda e definitiva versione.
Nel 1902, a Palermo, Rutelli entrò a far parte del Consiglio comunale e scolpì il ritratto di Michele Amari (marmo) per l’aula magna della facoltà di giurisprudenza.
Nel 1903, sempre nella sua città natale, fu chiamato a ricoprire la cattedra di scultura presso il Regio Istituto di belle arti; inoltre, gli fu commissionato il monumento a Francesco Crispi (completato nel 1905).
Nel 1906 portò a termine il busto del senatore Stanislao Cannizzaro (Roma, Biblioteca del Senato) e l’anno seguente donò alla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma il ritratto di Domenico Morelli (bronzo, 1893 circa).
Nel 1908 inviò all’Esposizione di Saint Louis (USA) una scultura marmorea intitolata La vita che esce dai rovi (Roma, coll. privata; riprodotta in Mario Rutelli, 1998, p. 100).
Dal 1909 iniziò a collaborare con la Regia Zecca di Roma ideando alcune medaglie celebrative.
Tra il 1909 e il 1927 fornì alla Zecca i bozzetti per una serie di medaglie (riprodotte in Privitera, 1986), soprattutto di benemerenza, che vennero coniate per essere offerte ai personaggi in esse raffigurati: medaglia in onore di Emanuele Paternò, 1909 (p. 78); medaglia in onore di Francesco Caldarera, 1912 (p. 80); medaglia in onore di Pietro Lanza di Scalea, 1914 (p. 82); medaglia in onore di Francesco Crispi, 1927 (p. 86).
Nel 1910 la Civica galleria di Palermo acquistò da Rutelli una versione in bronzo degli Iracondi, mentre nel Giardino inglese della stessa città venne sistemato il busto ritratto di Edmondo De Amicis (marmo).
Nel 1911 l’artista fuse la Vittoria alata (bronzo) innalzata al di sopra di una colonna del Vittoriano a Roma (una seconda versione fu posta sulla sommità del monumento commemorativo del cinquantenario della liberazione di Palermo); nel mese di maggio, a Catania, inaugurò alla presenza del re il monumento equestre a Umberto I.
Nel 1912 partecipò con due opere (L’anima benigna, L’anima prava) alla LXXXI esposizione internazionale della Società amatori e cultori belle arti di Roma; mentre alla XXXVII Esposizione della società promotrice Salvator Rosa di Napoli (1915) inviò il bozzetto delle Naiadi.
Tra il 1916 e il 1920 si recò più volte in Inghilterra per attendere alla realizzazione di alcune opere monumentali, al ritratto di re Giorgio V (1919) e al ritratto del principe di Galles (futuro Edoardo VIII) per l’Aberystwyth University.
All’inizio degli anni Venti lavorò a una serie di monumenti commemorativi: nel 1920 completò quello dedicato al naturalista Giuseppe Gioeni, inserito nella facciata del palazzo Gioeni-Asmundo, sede dell’Accademia Gioenia di Catania; nel 1922 portò a termine il monumento ai marinai caduti del Galles per la città di Aberystwyth; mentre risalgono al 1923 il monumento a Gaetano Bucceri (Palermo, villa Bonanno) e il monumento ai caduti di Agrigento.
La prima maniera di Rutelli è improntata all’eclettismo tipico dell’arte italiana di fine Ottocento. Nelle sue opere, il vigoroso realismo di matrice gemitiana (caratterizzante soprattutto il genere del ritratto, verso il quale lo scultore dimostrò sempre una particolare predisposizione e notevoli capacità) si coniuga con ricercate soluzioni formali e compositive cariche di spunti manieristici e barocchi (Gli iracondi). Nel corso del Novecento il suo stile s’impreziosì delle eleganze liberty, di motivi vegetali e animali commisti alla sensualità delle figure femminili, tradotti in un morbido plasticismo (Donna con pavoni, 1920 circa, riprodotta in Mario Rutelli, 1998, p. 123).
Nel 1923, licenziato dalla Regia Accademia di belle arti di Palermo «per scarso rendimento» (p. 39), Rutelli tornò a stabilirsi a Roma.
Al 1924 risalgono il monumento ai caduti di Monreale e il busto di Ricciotti Garibaldi per il giardino del Gianicolo a Roma. Nel 1930 Rutelli scolpì il ritratto della marchesa Violet Godi di Godio (La caviglia snella, riprodotta in Mario Rutelli, 1998, p. 127). Tra il 1931 e il 1932 lavorò al monumento equestre di Anita Garibaldi sistemato sul colle del Gianicolo. Nel 1932 fu invitato alla III mostra del Sindacato regionale fascista belle arti del Lazio e vi espose tre sculture: Maternità, Attività, Garibaldini seminatori. Nello stesso periodo progettò il monumento alla Latinità: una sorta di mausoleo da erigere su monte Mario che non fu realizzato in quanto lo scultore non ricevette mai l’incarico ufficiale. Deluso per la mancata commissione, nel 1935 Rutelli lasciò Roma e si trasferì a Palermo, dove morì il 4 novembre 1941.
Fonti e Bibl.: V. Privitera, Le medaglie di M. R., in Medaglia, XIV (1986), 21, pp. 74-88; F. Grasso, M. R. Uno scultore tra due secoli, in Kalós, 1989, n. 1, supplemento monografico: Rutelli, pp. 1-13, 16-32; M. De Micheli, La scultura dell’Ottocento, Torino 1992, pp. 248, 250, 255; L. Sarullo, Dizionario degli artisti siciliani, III, Scultura, a cura di B. Patera, Palermo 1994, pp. 291 s.; V. Vicario, Gli scultori italiani dal Neoclassicismo al Liberty, II, Lodi 1994, pp. 929-934; L. Picone, Il monumento a Nicola Spedalieri, in Lazio ieri e oggi, XXXIII (1997), 7, pp. 216 s.; R. Messina, Ottocento siciliano dimenticato. Tre scultori palermitani: Benedetto Civiletti, Vincenzo Ragusa e M. R., in Dialoghi di storia dell’arte, IV (1998), 7, pp. 112-129; M. R. (catal.), a cura di F. Grasso, Palermo 1998; M.C. Sirchia - E. Rizzo, Il Liberty a Palermo, Palermo 2001, pp. 41, 43, 48, 98, 100 s., 117, 128, 203; D. Lacagnina, Studi e bozzetti di M. R. per la fontana delle Naiadi, in Lazio ieri e oggi, XL (2004), 5, pp. 138-141; Galleria nazionale d’arte moderna. Le collezioni. Il XIX secolo, a cura di E. di Majo - M. Lafranconi, Milano 2006, pp. 72, 212; E. Rizzo - M.C. Sirchia, Scultori siciliani. XIX e XX secolo, Palermo 2009, pp. 258 s.