Monti, Mario
Mónti, Mario. – Economista (n. Varese 1943). Presidente dal 1994 dell’Università Bocconi di Milano. Con i suoi studi ha portato importanti contributi soprattutto all’analisi dell’economia monetaria e finanziaria e con i suoi interventi ha spesso influenzato le decisioni delle autorità monetarie e di governo. Sostenitore del rafforzamento del processo di unificazione economica nell’Unione Europea, ha partecipato alla realizzazione del mercato unico intervenendo in favore della liberalizzazione dei movimenti di capitale e dell’adozione della moneta unica. È stato per un decennio membro della Commissione europea, prima come responsabile per il mercato interno, i servizi finanziari, le dogane e la fiscalità (1995-99), poi per la concorrenza (1999-2004). In questo ruolo, oltre a intraprendere azioni legali contro grandi multinazionali (particolare scalpore ha suscitato la multa di mezzo miliardo inflitta nel 2004 alla Microsoft per abuso di posizione dominante), ha introdotto riforme radicali nel sistema europeo di antitrust e di controllo delle posizioni di monopolio. Ha inoltre promosso, insieme alle autorità statunitensi, la creazione dell’International competition network (ICN), la rete nata nel 2001 dalla collaborazione delle autorità antitrust mondiali con l’obiettivo di promuovere una progressiva convergenza tra le diverse giurisdizioni in materia di concorrenza. Primo presidente (2005-2008) del centro studi internazionale Bruegel (Brussels European and global economic laboratory), che si occupa di analisi delle politiche pubbliche, sociali ed economiche, allo scadere del mandato ne è diventato presidente onorario. International advisor per Goldman Sachs dal 2006, nel 2010 è inoltre diventato responsabile europeo della Commissione trilaterale, un’organizzazione non governativa tesa a promuovere una più stretta collaborazione tra Europa, America Settentrionale e Asia. Su incarico del presidente della Commissione europea José Barroso, ha redatto nel 2010 un rapporto sull’integrazione fra le varie economie europee mirato a rimuovere gli ostacoli al mercato interno (Una nuova strategia per il mercato unico). Nominato dal presidente Giorgio Napolitano senatore a vita il 9 novembre 2011, dopo le dimissioni del primo ministro S. Berlusconi, è stato incaricato (13 novembre) di formare un nuovo esecutivo tecnico con l’obiettivo prioritario di fronteggiare la grave crisi finanziaria ed economica e ridare fiducia ai mercati. I cardini del suo programma sono stati il pareggio del bilancio, la lotta all’evasione fiscale, le liberalizzazioni, la riforma del sistema pensionistico e del mercato del lavoro. Inizialmente forte di un ampio consenso generale, il governo M. ha incontrato via via crescenti resistenze a causa del forte incremento dell’imposizione fiscale, del mancato accordo con le organizzazioni sindacali in merito alle questioni del lavoro e dei pesanti tagli alla spesa pubblica (tra cui sanità e istruzione). La linea politica perseguita dal governo ha portato a una stabilizzazione finanziaria e – grazie alla fiducia riguadagnata dal Paese sui mercati internazionali – a una diminuzione dello , ma non sono mancate le critiche di quanti hanno ritenuto l’esecutivo poco incisivo nelle politiche di rilancio della produzione e dell’occupazione. A livello europeo M. si è battuto per una maggiore integrazione tra gli stati membri e nel vertice europeo del 28 e 29 giugno 2012 è stato, insieme ai premier francese e spagnolo, tra i principali artefici dell’accordo che ha portato all’adozione del cosiddetto scudo antispread (un meccanismo che prevede l’intervento del fondo salva stati per stabilizzare i mercati e soprattutto calmierare i tassi d’interesse dei paesi virtuosi). Nel luglio 2012 M. ha lasciato l’incarico di ministro dell’Economia e delle finanze, che aveva assunto ad interim all’inizio della legislatura, affidandolo a Vittorio Grilli, ex viceministro del medesimo dicastero. Nel dicembre del 2012, di fronte all’atteggiamento fortemente critico del PdL (Popolo della libertà) verso la politica economica del governo, ha rassegnato le dimissioni al termine dell’approvazione della legge di stabilità. Successivamente, in vista delle elezioni politiche del febbraio 2013, M. si è candidato come leader dello schieramento di centro, appoggiato principalmente da UdC (Unione di centro), Futuro e libertà e Italia futura (movimento politico guidato dall’imprenditore Luca Cordero di Montezemolo), forze politiche dichiaratesi pronte ad accettare il suo programma economico.