MERZ, Mario
Pittore e scultore, nato a Milano il 1° gennaio 1925. A Torino, dove si trasferì giovanissimo con la famiglia, completò gli studi classici approfondendo la formazione artistica da autodidatta, e s'impegnò nella lotta antifascista aderendo a Giustizia e Libertà. Dopo un breve soggiorno a Roma, si stabilì nuovamente a Torino dove, in contatto con M. Moreni e i giovani esponenti dell'avanguardia torinese, espose in una prima mostra personale organizzata, nel 1954, dalla galleria La Bussola. Al termine degli anni Cinquanta visse per qualche anno in Svizzera, condividendo con la moglie, la pittrice Marisa Merz, l'esperienza e la sperimentazione artistica. Presente alle mostre Documenta 5 (1972) e Documenta 7 (1982) di Kassel, nonché alle edizioni della Biennale di Venezia del 1978 e 1980, nel 1983 ha partecipato, tra l'altro, alla rassegna Arte a Torino 1946-1953 organizzata dall'Accademia Albertina di Torino, vincendo in quello stesso anno, a Vienna, il premio O. Kokoschka. Tra le più importanti retrospettive, quella del 1989 al Guggenheim Museum di New York e del 1990 al Castello di Rivoli. Attualmente vive e lavora a Torino.
Dopo un esordio informale che, memore delle soluzioni espressioniste, propone in un denso impasto materico forme spiraliche o fitomorfe (Foglia, 1952, Torino, Galleria La Bussola; Saldatore, 1956, Torino, Galleria d'arte moderna), M. abbandona ogni elemento figurativo e, privilegiando l'aspetto processuale della creazione artistica, recupera i materiali più diversi (cera, metallo, vetro, fascine, giornali, tubi al neon, frutta, ecc.) che organizza in complesse strutture multimediali (Nella Strada, 1967, Torino, Galleria d'arte moderna; Igloo di Giap, 1968, Parigi, Centre G. Pompidou). Impostosi tra i più significativi interpreti dell'arte povera, tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta, M. propone serie di installazioni che, basate su nuclei tematici ricorrenti, vengono rielaborate in numerosissime varianti. Dagli igloo (Doppio Igloo, 1968-81, Stoccarda, Staatsgalerie) agli oggetti trapassati dal neon (Impermeabile, 1967, Torino, coll. privata); dalla serie dei tavoli e delle strutture aggettanti (Tavolo spirale, 1980, Torino, coll. privata) alle spirali basate sulla progressione numerica di Fibonacci (Igloo Fibonacci, 1970, col. Sonnabend, New York; Proliferazione, 1972, Amsterdam Stedelijk Museum) la ricerca di M., che si avvale anche di videotape e registrazioni, appare orientata a un maggior impegno concettuale mentre indaga i concetti basilari di tempo e spazio. Negli anni Ottanta, accanto ai materiali e alle strutture consuete (Installazione, 1981, Basilea, Kunsthalle), appaiono grandi tele grezze o lenzuola dipinte in cui le forme vegetali o animali, fortemente espressive, recuperano il linguaggio informale dell'esordio (Il Re e la Regina, 1983, Roma, Galleria Pieroni; l'Uomo filosofo, 1988, coll. privata).
Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Fibonacci 1202-Mario Merz, 1970, (1970); Tavole con le zampe divengono tavoli (1974); La frutta e qui... (1976). Vedi tav. f.t.
Bibl.: G. Celant, Arte Povera, Milano 1969; Identité italienne, l'art en Italie depuis 1959, a cura di G. Celant, Parigi 1981. Cataloghi di mostre: Mario Merz, Essen 1979; C. Haenlein, Mario Merz, Stoccolma 1983; G. Celant, Mario Merz, New York 1989; Mario Merz, Castello di Rivoli, Torino 1990.