MENGHINI, Mario
MENGHINI, Mario. – Nacque a Roma il 3 maggio 1865 da Vincenzo e da Rosa Rubicondi.
Laureatosi in giurisprudenza all’Università di Roma, entrò nel 1888 nella pubblica amministrazione nella carriera delle segreterie universitarie, anche se, in effetti, lavorò in diversi uffici del ministero della Pubblica Istruzione. Nel 1891 fu comandato presso l’Università di Modena e, dal 1893, alla Biblioteca nazionale di Roma come sottobibliotecario; rientrò quindi alla Pubblica Istruzione e, dal 1902, di nuovo alla Biblioteca nazionale. Fin da subito, tuttavia, i suoi interessi si rivolsero alla storia della letteratura e della civiltà italiana secondo i gusti e i metodi della «scuola storica», di cui si mostrò operoso seguace. All’interno di questo variegato mondo, percorso da tensioni metodologiche e accademiche, entrò presto nell’entourage di G. Carducci, di cui divenne per quasi vent’anni stretto e fedele collaboratore.
La «scuola» carducciana comprendeva non tanto docenti universitari, quanto per lo più professori di liceo, provveditori agli Studi, impiegati dello Stato, come il M.: tutti dediti allo scavo archivistico, all’indagine erudita, all’edizione di testi per la scuola.
L’incontro con Carducci si era verificato proprio all’inizio della carriera del M., intorno al 1888, per tramite di G. Chiarini. Lo stesso Carducci, in quegli anni frequentatore assiduo della Minerva quale membro e quindi presidente del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione, fece la conoscenza diretta del M. che pubblicava allora il suo primo volume, La vita e le opere di Giambattista Marino (Roma 1888), cui fece seguito un’altra biografia secentesca dedicata a Tommaso Stigliani. Contributo alla storia letteraria del secolo XVII (Modena 1890). Nel decennio seguente il M. fu coinvolto in molte iniziative carducciane.
Nell’ottobre 1893 diventò membro della Commissione per i testi di lingua, presieduta da Carducci, e nel 1896 – nella «Collezione di opere inedite e rare dal XIII al XVI secolo», edita per cura della Commissione medesima – pubblicava Le rime di Serafino de’ Ciminelli dall’Aquila (Bologna 1894 [ma 1896]); nel 1897, per la «Biblioteca scolastica Sansoni» sempre diretta da Carducci, curò il volume di G. Baretti, Scritti (Firenze).
In particolare il M. fu molto vicino a Carducci nell’intensa attività filologico-erudita che questi condusse intorno a G. Leopardi dal 1897 al 1900. Il M., che da tempo era impegnato con G. Mazzatinti in una Bibliografia leopardiana (limitata al 1898) che vide la luce solo molto più tardi (Firenze 1931), fu scelto dal ministro della Pubblica Istruzione G. Codronchi Argeli – su richiesta di Carducci, presidente della Commissione incaricata di esaminare e pubblicare i manoscritti leopardiani recuperati pochi anni prima dalla dispersione dell’eredità di A. Ranieri – per lavorare a tempo pieno sullo Zibaldone, «per il raffronto del testo con l’originale e per la revisione accurata e sicura» della trascrizione. Egli fu dunque per gran parte il responsabile del testo di G. Leopardi, Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura, I-VII (Firenze 1898-1900).
Si evitò in quell’edizione «quell’odioso nome di Zibaldone, che a me dà sui nervi», come confessava a Carducci il 25 marzo 1898 (cfr. G. Carducci - M. Menghini, Carteggio (ottobre 1888- aprile 1904), a cura di T. Barbieri, Modena 2000, p. 105), ma che era pur sempre stato usato da Leopardi stesso.
Il rapporto con Carducci, comunque, non si basava soltanto sui comuni interessi filologico-eruditi. Di famiglia fortemente laica (un fratello della madre aveva partecipato alla difesa della Repubblica Romana nel 1849 combattendo nella Legione polacca), forse massone, il M. condivideva anche le passioni anticlericali e garibaldine di Carducci.
Vagheggiava come lui «l’epopea del Risorgimento dell’Italia» e con lui deprecava «il putridume, nato da questo Risorgimento, e impostosi al nostro popolo» (ibid., 5 giugno 1902): insomma dava un giudizio severissimo sulla politica dell’Italia postunitaria e, allora, di quella giolittiana. Questo legame letterario e politico divenne anche umano: il M. era al centro di un gruppo di amici «romani» (di nascita o di residenza) del poeta, che lo circondava e gli faceva festa tutte le volte che questi veniva a Roma, in Senato o ai Lincei: Chiarini, F. Torraca, C. Pascarella, T. Casini (M. Menghini, Il Carducci a Roma, in Rivista d’Italia, IV [1901], 5, pp. 126-136); era amico affettuoso di suo genero G. Gnaccarini e del suo più caro discepolo, S. Ferrari.
Sposatosi a Roma con Giuseppina Zannoni (21 maggio 1893), volle Carducci come padrino di battesimo del figlio Giorgio, nato il 24 apr. 1902.
La passione per la tradizione democratica risorgimentale spinse il M. verso la storia contemporanea: erano gli anni in cui si stava formando una nuova storiografia del Risorgimento di orientamento filologico-critico e il M. vi apportò la sua lunga esperienza di ricercatore e di editore di testi. Quando all’inizio del nuovo secolo il gran maestro della massoneria italiana, E. Nathan, diede vita a una complessa operazione politica ed editoriale per «istituzionalizzare» la figura di G. Mazzini e farla accettare dall’establishment dell’Italia monarchica, trovò nel M. l’uomo giusto per assicurare all’iniziativa l’indispensabile rigore critico.
La collaborazione editoriale del M. con Nathan iniziò nel 1902 con la discussa edizione scolastica dei mazziniani Doveri dell’uomo e poi con i due volumi dell’Epistolario mazziniano usciti fra il 1902 e il 1904, tutti pubblicati a Firenze presso l’editore Sansoni. Nelle intenzioni di Nathan, tali iniziative dovevano aprire la strada a un’edizione nazionale delle opere a spese dello Stato: trovò un interlocutore consenziente in V.E. Orlando, ministro della Pubblica Istruzione del governo Giolitti, che, con r.d. 13 apr. 1904, ne avviò la pubblicazione. Il M., che aveva sempre cercato (invano) di coinvolgere Carducci in queste iniziative mazziniane, fu nominato segretario della commissione che doveva sovrintendere all’edizione: e con lui altri carducciani come C. Pascarella e V. Fiorini. Ben presto quella vastissima impresa editoriale ricadde completamente sulle spalle del M., che la portò avanti dal 1906 al 1943 pubblicando 106 volumi di Scritti editi e inediti (64 di Epistolario, 31 di Politica, 5 di Letteratura e 6 di Protocollo della Giovine Italia), a ciascuno dei quali premise lunghe introduzioni rigorosamente anonime. Il M. non si limitò a curare solo l’aspetto editoriale dell’opera, ma promosse una vastissima raccolta di materiale mazziniano, soprattutto di lettere, che arricchirono enormemente la sezione più nuova dell’edizione, quella dedicata all’Epistolario, e gestì i difficili rapporti tra la casa editrice (la Cooperativa tipografica editrice «Paolo Galeati» di Imola), la commissione e il ministero della Pubblica Istruzione (M. Finelli, Il monumento di carta. L’Edizione nazionale degli scritti di Giuseppe Mazzini, Villa Verucchio 2004, p. 78 e passim).
Di fronte alla prima guerra mondiale il M., come tutto il suo ambiente, fu decisamente interventista e nell’immediato dopoguerra fu ostile a ogni atteggiamento che ridimensionasse la portata della vittoria. Nel 1919, proprio nella prospettiva di «valorizzare» la guerra vittoriosa, il M. e l’ex ministro F. Martini lanciarono l’idea di una grande Enciclopedia nazionale in 24 volumi, che avrebbe dovuto mettere l’Italia al passo degli altri Paesi già provvisti di strumenti analoghi.
Il M. non era nuovo a imprese di tal genere (aveva diretto un’Enciclopedia contemporanea illustrata, in fascicoli per quattro volumi complessivi edita a Milano da Vallardi fra il 1911 e il 1917), ma certo quel progetto segnava un salto di qualità rispetto a ogni iniziativa precedente: prese contatti con il direttore della Banca d’Italia, B. Stringher e con altre personalità del mondo economico e culturale alla ricerca di un editore, che poi fu individuato (alla fine del 1922) in A.F. Formiggini e nella Fondazione Leonardo, che faceva capo a quest’ultimo.
Fra il 1922 e il 1923, fu G. Gentile a impadronirsi dell’iniziativa, a estromettere Formiggini e a trovare poi i necessari, ingenti finanziamenti: nacque così l’Enciclopedia Italiana, preannunciata da un manifesto del 26 giugno 1925 e uscita dal 1929 all’Appendice del 1938.
Nell’ambito dell’Enciclopedia il M., fin dall’inizio, fu direttore della sezione di «Risorgimento e storia contemporanea», che, con il volume XVIII (1933) si ridusse a «Storia del Risorgimento», e ne rimase sempre assiduo collaboratore. All’interno dell’Istituto della Enciclopedia italiana, progettò e vagheggiò a lungo un Dizionario del Risorgimento, che sarebbe dovuto uscire in due volumi nel 1932, ma l’idea fu poi abbandonata (le biografie fino alla lettera G, che erano state redatte per la maggior parte da studiosi esterni all’Istituto, sono conservate a Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, Archivio del Dizionario biografico degli Italiani, Carte Menghini).
Negli anni fra le due guerre, il M., che dal 1923 al 1933 fu conservatore del Museo, Archivio e Biblioteca del Risorgimento di Roma, trovò così – dopo Carducci e Nathan – un nuovo patron appunto in Gentile. Con lui diresse per Le Monnier la collana «Studi e memorie di storia del Risorgimento», inaugurata nel 1928, che pubblicò 27 volumi fino al 1944, fra cui il suo Lodovico Frapolli e le sue missioni diplomatiche a Parigi: 1848-1849 (Firenze 1930). Dopo la morte di G. Balsamo Crivelli (15 dic. 1929) condusse in porto l’edizione nazionale dell’Epistolario di V. Gioberti, altra importante iniziativa gentiliana pubblicata a Firenze dall’editore Vallecchi in undici volumi dal 1927 al 1937. Infine, nel 1938, raccolse in un volume dell’Edizione nazionale (il LXXVII) le notazioni sulla vita di Mazzini che lo stesso Mazzini aveva sparso nella precedente edizione dei suoi scritti, approntata dagli editori Daelli e poi Robecchi fra il 1861 e il 1871.
Sempre nel 1938 il libro fu ristampato con il titolo Ricordi autobiografici (Imola) e preceduto da un proemio di Gentile, in cui il filosofo rendeva omaggio all’«instancabile Menghini». Nel 1943 (e ancora nell’anno successivo), l’editore Le Monnier ne apprestò una nuova edizione, curata e prefata dallo stesso M., intitolata questa volta Note autobiografiche (Firenze).
Dopo l’inizio della seconda guerra mondiale, la salute del M. cominciò a declinare, ma egli riuscì ugualmente a portare a termine nel 1943 la pubblicazione degli Scritti editi e inediti di Mazzini.
Il M. morì a Roma il 12 febbr. 1945.
Una bibliografia degli scritti principali del M. è in A.M. Ghisalberti, M. M., in Strenna dei romanisti, XV (1955), pp. 229-231.
Fonti e Bibl.: Firenze, Biblioteca nazionale, Fondo F. Martini, 73 lettere (1895-1925); Imola, Biblioteca comunale, Arch. Cooperativa editrice «Paolo Galeati», 134 lettere (1911-43); Bologna, Biblioteca comunale dell’Archiginnasio, Arch. Zanichelli, 27 lettere (1888-1904); Pisa, Biblioteca della Scuola normale superiore, Carteggio D’Ancona, 21 lettere (1888-1910); Carte M. Barbi, 91 lettere (1890-1938); Napoli, Arch. della Fondazione «Biblioteca Benedetto Croce», Carteggio B. Croce, 14 lettere (1891-1942); Roma, Fondazione G. Gentile per gli studi filosofici, Carteggio G. Gentile, 75 lettere (di cui 2 s.d.), 2 cartoline illustrate, 2 cartoline postali (1915-44). Il carteggio con G. Carducci è pubblicato in G. Carducci - M. Menghini, Carteggio…, cit.; vedi ancora: M. Petrocchi, M. M., in Rass. storica del Risorgimento, XXXV (1948), pp. 248 s.; E. Morelli, M. M., ibid., XLII (1955), pp. 663 s.; A.M. Ghisalberti, M. M., cit., pp. 222-228, poi in Id., Attorno e accanto a Mazzini, Milano 1972, pp. 115-122. Sulla sua lunga fatica mazziniana, cfr. M. Finelli, Il monumento di carta…, cit., pp. 77-81 e passim. Sulla collaborazione all’Enciclopedia Italiana, cfr. G. Turi, Il mecenate, il filosofo e il gesuita. L’«Enciclopedia Italiana», specchio della nazione, Bologna 2002, ad nomen. Sulla collana «Studi e memorie di storia del Risorgimento», cfr. A. Montenegro, Temi e indirizzi di storia del Risorgimento in una collana di studi del periodo fascista, in Studi e ricerche, I (1981), pp. 447-482; per l’edizione delle Note autobiografiche di Mazzini, cfr. R. Pertici, Nota al testo in G. Mazzini, Note autobiografiche, a cura di R. Pertici, Milano 1986, pp. 47 s.; G. De Gregori, Per una storia dei bibliotecari italiani del XX secolo. Diz. bio-bibliografico, Roma 1999, s.v.; Enciclopedia Italiana, Appendice 1938-1948, sub voce.
R. Pertici