Pittore italiano (Roma 1902 - ivi 1965). Con la moglie A. Raphael e con Scipione fu tra i creatori della "scuola romana" di pittura, che intorno al 1930 si pose come reazione nei confronti della retorica del "novecento" attuando una pittura tonale, commossa e fantasiosa. Dopo i primi quadri espressionistici il suo modo pittorico si andò equilibrando in composizioni di fiori o paesaggi in cui la luce, nei rapporti tonali di colore, crea plasticamente le forme. Fu quello il suo periodo più ispirato, eppure non scevro di tensioni con le tendenze dell'arte contemporanea, svelando quasi una sotterranea polemica nelle Demolizioni, una serie di dipinti che nell'esaltazione elegiaca delle vecchie case sventrate si oppone all'urbanistica fascista a Roma. Nel secondo dopoguerra si fece sempre più pressante nelle sue composizioni la necessità di un superamento della forma naturalistica, attuato, da principio, con lo sfaldamento e lo sfocamento dell'oggetto denso di colore e di luce, per arrivare a opere astratte nelle quali rinunciò, secondo le sue parole, all'attaccamento affettivo verso le cose, ai pittoricismi squisiti, alle piacevoli tessiture. Insegnò alle accademie di Firenze (dal 1956) e di Roma (dal 1961).