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Luzi, Mario

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Poeta e saggista italiano (Firenze 1914 - ivi 2005); ha insegnato letteratura francese nell'università di Firenze. Fin dall'esordio (La barca, 1935), recò nella cultura poetica dell'ermetismo una più risoluta opzione per il "passo profondo" del tempo umano. Alle raccolte apparse negli anni Quaranta (Avvento notturno, 1940; Un brindisi, 1946; Quaderno gotico, 1947), che mostrano la solitudine di "parole esiliate" e pur raccolte in solidarietà cristiana, seguirono Primizie del deserto (1952), Onore del vero (1957) e Nel magma (1963), in cui la quête dell'essenza e dell'interiorità s'intreccia con il mistero dell'apparire: "È una vaga figura, non ha requie… / […] per vie cupe ove niente vive più, / niente se non la speranza del tuono", ed unisce alle figure dell'Attesa un febbrile profetismo verso il punto Omega (secondo la lezione di Teilhard de Chardin). Nelle ulteriori raccolte (Su fondamenti invisibili, 1971; Al fuoco della controversia, 1978), si precisa il ritmo e matura la forma di una poesia corale, "la parola all'unisono di vivi / e morti, la vivente comunione / di tempo e eternità [che] vale a recidere / il duro filamento d'elegia". Nella crisi sociale e politica degli "anni di piombo" culminata nella morte di Aldo Moro, sua è la più vibrante protesta morale: "Muore ignominiosamente la repubblica. / Ignominiosamente la spiano / i suoi molti bastardi nei suoi ultimi tormenti". I volumi successivi (Per il battesimo dei nostri frammenti, 1985; Frasi e incisi di un canto salutare, 1990; Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini, 1994) sono la trilogia di una "luce nascente" ove al replicato "Consummatum. / È tutto consumato" degli eventi e del Sacrificio s'intreccia la coscienza del germinare oscuro del seme che muore, nel "religioso grembo" "d'assenza e d'imminenza", nella "fabbrica / di tutta la materia / intorno alla sua invisibile architrave". La poesia di L. ritrova il ritmo litanico dell'innologia medievale: "Lumen de lumine, / a Dio da Dio medesimo", "Al centro d'una ed universa mente". L'esperienza della scrittura drammaturgica del Purgatorio di Dante (La notte lava la mente, 1990) conferisce alla poesia di Luzi una nuova, luminosa, potenza di condensazione simbolica, "etere fuso" di fluire liturgico e d'irrompere neologistico: "mattina fulgida / ancora un po' aquitante, / già prossima al cristallo / gioioso in cui s'invitria" (Non chiederle altro). Sempre più la poesia di Luzi sembra invocare "ascensioni umane" e parusìa, come in Un mazzo di rose, che compie l'edizione, nei "Meridiani", di Tutte le poesie, 1998: "Pure tutto cuoce, / carbonizza, flagra. / […] / E noi dentro quel fuoco / resine stillanti, oh / liberazione dalle scorze". L'anno successivo, Giovanni Paolo II gli affida la meditazione della Via Crucis al Colosseo (La Passione, 1999): stazioni di poesia biblica che si compiono in Sotto specie umana, 1999, meridiana gloria dell'essere: "Gli traluce - / miraggio o lontananza - il gran sorriso / d'una piena solarità". Dopo le Poesie ritrovate (2003), appare nel settembre 2004 l'ultima raccolta Dottrina dell'estremo principiante; poco dopo, nell'ottobre, viene nominato senatore a vita dal presidente Ciampi. Muore nel febbraio 2005: "Ci sei intensamente, / ci sei fino a tal punto / da parere che tu manchi" (Ades, sei qui). Le sue traduzioni poetiche si possono leggere in La cordigliera delle Ande e altri versi tradotti (1983). Accanto alla poesia va ricordata l'opera drammaturgica di L.: Ipazia (1973; poi Libro di Ipazia, 1978); Rosales (1983; sull'assassinio di Trockij); Hystrio (1987); Teatro (1993); Felicità turbate (1995; sulla vita di Pontormo); Ceneri e ardori (1997; sugli ultimi giorni di Benjamin Constant). È la dolente via dell'incompiuto umano: "Perché ti manifesti ora? Sono stanca / e mi credevo compiuta" (Il libro di Ipazia). Del prosatore si ricordi almeno Biografia a Ebe (1942) e infine Trame (1982); del saggista: L'opium chrétien (1938; su Mauriac); Un'illusione platonica e altri saggi (1941); L'inferno e il limbo (1949); L'idea simbolista (1959); Tutto in questione (1965); Vicissitudine e forma (1974), e infine Vero e verso. Scritti sui poeti e sulla letteratura (2002). Come il suo Dante, la poesia di L. "accarna", fervore di profezia, di "anime nella mischia e nell'attesa" (Dante: per la salvezza).

Vedi anche
ermetismo Corrente letteraria fiorita in Italia, con epicentro a Firenze, intorno al 1930 e notevole soprattutto nel campo della poesia e della critica, anche se non mancarono significative influenze sul lavoro dei narratori.  ● L’importante ruolo giocato dalla critica, e in particolare dalle riviste Frontespizio ... Attilio Bertolucci Poeta italiano (San Lazzaro, Parma, 1911 - Roma 2000). Allievo di R. Longhi, le sue opere poetiche (Sirio, 1929; Capanna indiana, 1951; Viaggio d'inverno, 1971) sono il risultato di una felice contaminazione tra eredità ermetica e capacità di tradurre ogni astratta eleganza in un discorso poetico naturale. ... Giorgio Capróni Capróni, Giorgio. - Poeta italiano (Livorno 1912 - Roma 1990). La sua poesia, formatasi nell'ambito dell'ermetismo ma con ascendenze al vocianesimo ligure (da Sbarbaro a Boine), ha mirato a immettere nelle rarefazioni analogiche, proprie del primo, il lievito di un autobiografismo tra risentito e gentile, ... Emilio Cécchi Cécchi, Emilio. - Scrittore italiano (Firenze 1884 - Roma 1966). Collaboratore della Voce, critico letterario della Tribuna (1910-23), dove firmò anche con lo pseud. Il Tarlo, fu tra i fondatori della Ronda e collaborò poi (dal 1927) soprattutto al Corriere della Sera. Già accademico d'Italia (1940), ...
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Vocabolario
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Maria Marìa. – Nome proprio di donna, frequente nel mondo ebraico, forse di antica origine egiziana; in partic., nome della Madonna, madre di Gesù. Le tre Marie, Maria madre di Gesù, Maria di Cleofa e Maria di Magdala, le quali accompagnarono...
mariano²
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