Molina, Mario José
Chimico messicano naturalizzato statunitense, nato a Città di Messico il 19 marzo 1943. Dopo aver terminato gli studi in patria, ha frequentato varie università in Germania e Francia allo sco- po di perfezionare la preparazione di base in chimica fisica. Nel 1968 entrò a far parte del-la University of California, dapprima a Berkeley, dove si unì al gruppo dei ricercatori guidati da G.C. Pimentel, interessandosi di ricerche di dinamica molecolare a mezzo di laser chimici e di distribuzione dell'energia interna in prodotti di reazioni chimiche e fotochimiche, e dove conseguì nel 1972 il Ph.D.; poi a Irvine, passando al gruppo diretto da F.S. Rowland, nel cui ambito si effettuavano ricerche sugli 'atomi caldi', cioè dotati di elevata energia di translazione. Nel 1989 si è trasferito presso il MIT di Boston. Nel 1995, unitamente a F.S. Rowland e P. Crutzen, è stato insignito del premio Nobel per la chimica per le sue ricerche sui clorofluorocarburi (CFC).
L'interesse di M. per i CFC e per la loro azione sull'ozono è iniziato durante la sua collaborazione con Rowland, quando constatò che tali composti nell'atmosfera non venivano alterati alle basse altitudini, mentre ad altezze più elevate venivano distrutti dalle radiazioni solari e gli atomi di cloro liberati erano in grado di catalizzare la decomposizione dell'ozono. Avvalendosi anche di studi già esistenti sull'azione degli ossidi d'azoto liberati nell'atmosfera dagli aerei supersonici e quella del cloro proveniente da eruzioni vulcaniche o da navi spaziali, e considerando l'elevata quantità di CFC scaricati nell'atmosfera, M. mise in rilievo i pericoli provocati da questi al loro arrivo nell'atmosfera. L'impatto sull'opinione pubblica statunitense fu notevole, tanto che furono in breve tempo varati dei provvedimenti legislativi sul controllo dell'emissione dei CFC. Per poter dedicare la totalità del suo tempo alle ricerche sul problema della distruzione dell'ozono, M. rinunciò temporaneamente agli impegni accademici e si trasferì nel 1982 al Jet Propulsion Laboratory, presso il California Institute of Technology, dove nel 1985, a seguito delle ricerche di S. Farman sull'impoverimento stagionale dell'ozono nell'Antartide, ha incominciato a studiare l'azione esercitata da nuvole stratosferiche polari formate da cristallini di ghiaccio, arrivando a stabilire che in queste condizioni si verificano reazioni di attivazione del cloro. Per indagare sulle rapide reazioni catalitiche, in fase gassosa, che si hanno al Polo Sud, si è dedicato allo studio di un composto del cloro in precedenza non considerato, il perossido di cloro (ClOOCl), la cui formazione è possibile nelle condizioni stratosferiche polari e che per decomposizione libera cloro atomico, cosa che può spiegare la rapida scomparsa di ozono nella stratosfera polare.