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FILIPPESCHI, Mario

di Roberto Staccioli - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 47 (1997)
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FILIPPESCHI, Mario

Roberto Staccioli

Nato a Palaia (prov. di Pisa) il 7 giugno 1907, da Uriliana Benvenuti e da Silvestro, dotato d'una voce tenorile di particolare estensione, volume e consistenza timbrica, decise di dedicarsi allo studio del canto. Nel 1937 esordì a Colorno (Parma), e successivamente venne ingaggiato da compagnie d'opera italiane con cui, dal 1938 al 1940, cantò in Olanda e in Germania in ruoli di tenore lirico-spinto.

Questi suoi impegni in Nordeuropa non gli impedirono di intraprendere anche in Italia una carriera fra le più brillanti, iniziata felicemente al teatro Verdi della sua città natale il 28 ott. 1938, ove sostenne il ruolo del duca di Mantova nel Rigoletto di G. Verdi a fianco di G. Bechi. Nel corso della sua attività tornerà altre due volte sulle scene pisane e sempre con opere di Verdi: nel novembre 1948, quale Radames nell'Aida con M. Pedrini e B. Christoff, e nell'aprile 1959 nei panni di Manrico nel Trovatore diretto da E. Wolf-Ferrari.

Rigoletto fu anche l'opera con cui iniziò la scalata al successo nei grandi teatri delle capitali italiane. Fu tra Roma e Napoli che il F. svolse gran parte della propria carriera, lungo gli anni Quaranta e gran parte degli anni Cinquanta, ricoprendo i ruoli del grande repertorio popolare a fianco dei più famosi cantanti di quel tempo: al teatro dell'Opera di Roma debuttò nell'ottobre 1941 nella Traviata di G. Verdi, accanto a Maria Caniglia, diretta da O. De Fabritiis; seguì un'intensa attività presso il teatro romano, che lo vide prodursi in ruoli pucciniani, infine fu anche Arturo nei Puritani di V. Bellini in uno sfarzoso allestimento del maggio 1948, cui partecipavano Margherita Carosio, C. Tagliabue e il giovanissimo S. Bruscantini.

Al teatro dell'Opera il F. fu inoltre fra i protagonisti di importanti riprese romane di opere verdiane, come Simon Boccanegra (nel ruolo di Gabriele Adorno) con la Caniglia, T. Gobbi, G. Neri, R. Panerai, diretta da V. Gui (dicembre 1952) e del Don Carlos nel gennaio 1952 con C. Mancini, E. Nicolai, B. Christoff, T. Gobbi, G. Neri; fu anche Arnoldo in varie edizioni del Guglielmo Tell di G. Rossini, tra cui spicca, per l'importanza della compagnia di canto quella del giugno 1953 con Antonietta Stella e T. Gobbi.

Altro teatro cui il F. legò la sua fama fu il S. Carlo di Napoli, sulle scene del quale raggiunse un'incredibile popolarità fin dal debutto nella Traviata di G. Verdi a fianco della Carosio (novembre 1941), e continuò a riscuotere successi trionfali nell'Andrea Chénier di U. Giordano con Renata Tebaldi, diretta da G. Santini (gennaio 1951), nel Mefistofele di A. Boito con Rosanna Cartieri e N. Rossi Lemeni diretta da G. Gavazzeni (marzo 1951),nel Faust di C. Gounod con la Tebaldi e I. Tajo (giugno 1951), ne I vespri siciliani di G. Verdi con Anna De Cavalieri, G. Guelfi, G. Neri, diretta da T. Serafin (gennaio 1955), e in altre due grandi edizioni del Guglielmo Tell: nell'aprile 1956 con la Tebaldi e R. Panerai, diretta da T. Serafin, e nel dicembre 1957 con Gabriella Tucci e G. Taddei, diretta da F. Molinari Pradelli.

Non mancò una breve ma prestigiosa attività presso il teatro alla Scala di Milano, dove debuttò l'8 sett. 1948 come Maurizio di Sassonia nell'Adriana Lecouvreur di F. Cilea con Mafalda Favero e Giulietta Simionato, tornando in seguito per la Tosca con G. Taddei (ottobre 1948) e per La forza del destino di G. Verdi con E. Barbato, G. Simionato, P. Silveri e B. Christoff diretta da V. De Sabata. L'estensione e il volume della voce permisero al F. di esibirsi anche nei grandi teatri all'aperto come le terme di Caracalla, dove tra il luglio e l'agosto del 1948 cantò in Aida e Mefistofele, e all'Arena di Verona, dove nell'estate del 1953 cantò nell'Aida con Maria Callas.

Sono da ricordare anche gli impegni che ebbe con i piccoli teatri di provincia fin dagli inizi della carriera: nel 1941 al teatro Comunale, di Casalmaggiore (Tosca) e al teatro Metastasio di Prato (Madama Butterfly), nel giugno 1943 al teatro Comunale di Lonigo (Madama Butterfly, con M. Favero e G. Simionato), nell'ottobre 1946 al teatro Bellini di Catania (Tosca con R. Tebaldi e M. Basiola) e nel 1954 al teatro dell'Unione di Viterbo (Aida con E. Barbato).

Molto intensa fu anche la sua carriera internazionale che lo portò fin dal 1946 in Sud Africa, Spagna, Portogallo e in Sud America dove cantò a Città del Messico con M. Callas in Tosca e Aida (Palacio de las bellas artes, giugno 1950) e a Rio de Janeiro con R. Tebaldi (teatro Municipal, settembre 1951, Aida). Fra i tanti ruoli tenorili cosidetti "di repertorio" spicca la sua partecipazione alla prima ripresa nel XX secolo dell'Armida di G. Rossini, in cui ricoprì i ruoli cavallereschi di Gernando e Ubaldo con M. Callas, G. Raimondi e diretta da T. Serafin.

Si ritirò dalle scene intorno al 1959 e morì a Firenze il 25 dic. 1979.

La voce del F. era corposa e brunita e capace di sfoggiare acuti impressionanti per sonorità e potenza. Ciò nonostante l'artista ebbe alcuni detrattori fra i critici: fra loro, soprattutto R. Celletti, che, a proposito delle incisioni discografiche, riscontrò nella sua voce notevoli durezze che causavano alquante difficoltà nel canto legato e nelle modulazioni (p. 54).

In effetti fu spesso imputata al F. una certa mancanza di fantasia interpretativa e per questo l'artista abbandonò presto opere come Bohème e Traviata che richiedono al tenore un grande abbandono elegiaco, per passare a ruoli decisamente drammatici, come Manrico nel Trovatore, Calaf nella pucciniana Turandot eRadames nell'Aida, ruoli in cui poté eccellere negli anni Quaranta e Cinquanta, fino all'avvento di F. Corelli e M. Del Monaco, con cui aveva in comune la potenza e il volume di voce, ma con i quali non poteva competere in coinvolgimento emotivo. Tuttavia è innegabile che le sue interpretazioni di Arnoldo nel Guglielmo Tell e di Arrigo nei Vespri siciliani furono le migliori del tempo e ancora, per certi versi, insuperate.

Fonti e Bibl.: Recens. in Il Tempo, 7 maggio 1948; 9 dic. 1952; La Scala, Milano 1966, pp. 32, 33, 36; R. Schiavo, Il teatroComunaledi Lonigo, Vicenza 1977, p. 166; G. Lauri Volpi, Voci parallele, Bologna 1977, p. 136; V. Frajese, Dal Costanziall'Opera, Roma 1978, IV, pp. 189 ss., 195, 207, 218 s., 221 s., 236, 240; C.Martinez, Il teatro Massimo, Palermo 1980, pp. 16,64, 67 s., 79 s.; A. Brannetti, I teatridi Viterbo, Viterbo 1981, p. 52; C. Dell'Ira, I teatri di Pisa, Pisa 1987, pp. 198, 206, 210; C. Marinelli Roscioni, Il teatro di S. Carlo, Napoli 1987, II, pp. 583, 608, 611, 624, 633 s., 647, 679, 681, 684; R. Celletti, Il teatro d'opera in disco, Milano 1988, pp. 53 s., 725, 734, 824, 862, 865; Encicl. della musica Ricordi, II,p. 194; Grande encicl. della musica lirica, a cura di S. Caruselli, II, p. 460; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le Biografie, II,p. 758.

Vedi anche
Giuseppe Vérdi Vérdi, Giuseppe. - Musicista (Roncole, Busseto, 10 ottobre 1813 - Milano 27 gennaio 1901). Massimo operista italiano dell'Ottocento, tra i più celebrati di tutti i tempi, Verdi, Giuseppe musicò 28 opere, alle quali vanno aggiunti cinque rimaneggiamenti. In esse la magistrale padronanza dei mezzi tecnici ... Róssi Lemèni, Nicola Róssi Lemèni, Nicola. - Basso (İstanbul 1920 - Bloomington, Indiana, 1991). Studiò con la madre Xenia Makedon Lemeni ed esordì al teatro La Fenice di Venezia nel 1946, dando inizio a una brillante carriera internazionale. Pur apprezzatissimo come interprete di musica da camera, R. Rossi Lemeni, Nicola ... Simionato, Giulietta Mezzosoprano italiana (Forlì 1910 - Roma 2010). Iniziò la carriera teatrale nel 1935, sostenendo a lungo ruoli da comprimaria, per emergere, infine, nel 1947 alla Scala in Così fan tutte di W. A. Mozart e in Mignon di A. Thomas. Dotata di tecnica impeccabile e di un timbro pieno e vellutato, si è distinta ... Serafìn, Tullio Serafìn, Tullio. - Musicista (Rottanova, Cavarzere, 1878 - Roma 1968). Studiò al conservatorio di Milano (dal 1889) e fece parte dell'orchestra della Scala come violinista e violista. Esordì come direttore d'orchestra a Ferrara nel 1903, divenendo ben presto celebre come uno dei più puntuali interpreti ...
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Marìa
Maria Marìa. – Nome proprio di donna, frequente nel mondo ebraico, forse di antica origine egiziana; in partic., nome della Madonna, madre di Gesù. Le tre Marie, Maria madre di Gesù, Maria di Cleofa e Maria di Magdala, le quali accompagnarono...
mariano²
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