Letterato e cortigiano (n. Alvito 1470 circa - m. 1525). Fu al servizio degli Estensi a Ferrara e poi d'Isabella d'Este-Gonzaga a Mantova. Praticò la cortigiania come un alto ideale umano, e questa concezione rende interessante il suo trattato De natura de Amore (1525, cominciato nel 1495) nel quale, accanto alla ripresa di tematiche ficiniane, si delinea con chiarezza anche la sua posizione nella questione della lingua, che consiste in un'aperta difesa della lingua cortigiana romana e in un deciso ripudio (che si colora di aspre invettive) della toscana. Scrisse, tra l'altro, La chronica de Mantua (1521).