DISCOVOLO (di Scòvolo, Scòvolo), Mario
Nacque a Castiglione d'Intelvi (Como) da Luigi Paolo Scòvolo e Luigia Damiani il 25 sett. 1840. In età giovanile fu indirizzato agli studi artistici dal pittore bresciano Faustino Ioli. Nel 1858-59 frequentò l'università di Pavia, che abbandonò per arruolarsi volontario nel servizio provinciale del X fanteria. Ne conseguì la decisione di intraprendere la carriera militare: nel 1861 era allievo della scuola militare di Ivrea. Come sottotenente partecipò alla repressione del brigantaggio nell'Italia meridionale, dopo un periodo di servizio a Gaeta. La vita militare gli offrì spunti per una serie di schizzi e studi, raccolti in taccuini (non reperibili, ma cfr. Rass. letter., 1877), che furono poi i soggetti per opere di più vasto impegno, tra cui alcuni olii su tela (La battaglia di San Martino, 1868, acquistato da Vittorio Emanuele II, ubicazione sconosciuta; Paesaggio di Solferino, c. 1870, Bonassola, coll. Discovolo).
Nel 1867 si iscrisse al primo anno del corso di paesaggio dell'accademia di belle arti di Bologna. Nel 1870 partecipò alla Esposizione nazionale di Parma con Sulle alture di Solferino dopo la battaglia del 24 giugno 1859 (o L'ambulanza dopo la battaglia di Solferino), un olio su tela, che fu premiato e poi acquistato dal ministero della Guerra (Roma, ministero della Difesa).
Ancora legata a convenzioni compositive di tipo accademico, l'opera presenta tuttavia notazioni di carattere verista e si segnala per la leggerezza della pennellata a tocco.
Nominato professore di paesaggio all'accademia di belle arti di Modena nel 1871, vi rimase fino al 1875, prodigandosi per lo svecchiamento delle strutture didattiche, sostenendo la necessità di una "scuola di vero nudo e crudo" e coinvolgendo gli allievi (tra i quali anche lo storico dell'arte Adolfo Venturi) in una sorta di pittura en plein-air. Nel 1872 accettò l'incarico di rappresentare l'accademia modenese al II Congresso artistico di Milano (Cimaschi, 1963, p. 105), ma ribadì la propria autonomia e indipendenza nei confronti dell'istituzione e firmò con altre personalità convenute all'incontro (tra cui M. Dufour, A. D'Andrade, T. Luxoro, N. Barabino, E. Praga) un documento a favore della piena libertà d'indirizzi nell'insegnamento artistico.
Nella sua pittura non mancò di affrontare anche soggetti storici, come Cimabueche intravvede il genio artistico di Giottopastorello del 1873, (Brescia, Museo civico), con cui vinse il concorso per il pensionato Brozzoni, e Arnaldo da Bresciapreso dagli sgherri (ibid.). Nel 1876 espose a Londra una piccola tela, Primavera, che venne notata dalla stampa (Cimaschi, 1963). La tecnica pittorica e gli intendimenti più veristi dell'opera del D. si evolsero negli ultimi anni: dal riferimento esplicito alla pittura di macchia (in Dopo la battaglia, Trieste, Museo Revoltella, e Interno di un convento, Bonassola, coll. Discovolo) egli giunse a una pennellata vibrante e sfrangiata, evocatrice di atmosfere assorte e romantiche, vagamente pervase da sottili inquietudini (Punto piùalto dello Stelvio, olio su cartone, ibid.; Una punta del Pizzo dei Tre Signori, Cimaschi, 1963).
Il D. morì a Pisa il 7 marzo 1877; dei suoi figli, Antonio fu pittore.
Fonti e Bibl.: Bonassola, coll. Discovolo, Mauro di Scovolo, M. D. mio nonno pittore (1841-1877) (ms., con lettere inedite dello scultore G. Monteverde, dei pittori A. Malatesta, M. Dufour, F. Gamba, E. Cozzani e di A. Venturi); Necr. in Rass. letteraria (Bologna), marzo 1877, pp. 158 ss. (rist. in M. di Scovolo, pp. 32-37); Mostra individuale del pittore Antonio Discovolo, Chiavari s.d. [1931], p. 5; L. Cimaschi, M. di Scovolo e il verismo nella pittura ital. dell'800, in Boll. ligustico, XV (1963), 1-3, pp. 95-106; F. Albonetti, A Bonassola con i Discovolo, in Liguria, XXXIII (1966), 4, pp. 25 s.; E. Balossi, Dei Discovolo odella natura, Chiavari 1966, passim; V. Balestreri, La mostra dei Discovolo a Levanto, in Liguria, XXXVII (1970), 7-8, p. 38; M. di Scovolo, Antonio Discovolo mio padre pittore. Lettere - cronache - memorie dal 1894 al 1956, Piacenza 1983, pp. 31-37.