ANDRADE, Mario de Morais
Poeta e scrittore brasiliano, nato a S. Paulo nel 1893 e morto nel 1945. È l'esponente più importante del movimento letterario "modernista" del Brasile.
Le soluzioni ch'egli diede all'espressione scritta sono tutte derivate da quella parlata e, sebbene spesso letterarie e talora persino ermetiche, rispondono a una viva esigenza nazionale. Uno dei suoi libri, Paulicéa Desvairada (1922), è l'opera che tra le prime applica i presupposti di libero verso, di libero ritmo e di libera lingua contenuti nel Manifesto modernista di Aranha. Il suo poema in prosa Macunaima (1928), è insieme un'antologia di folklore e un esperimento linguistico: epopea del brasiliano "eroe senza carattere". Le sue cose migliori vanno cercate in certe poesie di Clan do Jobotí del 1927 (per es. Rondó para você), nel celebre Acalanto do Seringueiro e nei racconti scarni, sofferti di Belazarte. scrisse anche saggi sulla musica e molte altre opere di varia natura.
Bibl.: Andrade Muricy, A Nova Liter. Brasil., Porto Alegre 1936; L. Besouchet y N. Freitas, Diez Escritores de Brasil, Buenos Aires 1939.