CORTENOVIS, Mario
Nacque a Bergamo nel 1735 da nobile famiglia e come tutti i suoi fratelli, tra cui l'archeologo, numismatico e agronomo Angelo Maria, intraprese la carriera ecclesiastica, entrando nella Congregazione dei barnabiti nel 1753.
Visse dal 1752 al 1755 nel collegio barnabitico di Macerata, trascorse poi buona parte della vita a Udine, insegnando presso il seminario retorica, lingua greca e filosofia (1770-1780) e matematica (1774 c.-1793).
Le lezioni di filosofia sono raccolte nelle Institutiones Philosophiae (Udine, Biblioteca civica, mss. 1430 e 1431). Abile oratore, celebrò i santi annualmente solennizzati a Udine con pubblici panegirici, di cui rimane esemplare testimonianza quello, pronunciato nel 1779, In lode della gloriosa Sant'Anna (Ibid., ms. 1547), lesse discorsi morali, partecipò a nomine onorifiche, matrimoni e vestizioni religiose. Di questa fervida attività letteraria ci restano una poesia della raccolta Poesie d'autori diversi per l'ingresso glorioso di S. E. il sig. Lodovico Manin alla dignità di Procuratore di S. Marco, per merito (Venezia 1764), una orazione A S. E. il sig. Francesco Rota N. U. luogotenente generale della Patria (Udine 1792), una Raccolta per nozze di Domenico co. Lioni di Ceneda con Maria cont. Antonini di Udine (Udine 1789), i Componimenti poetici per la solenne vestizione dell'ill. sig. Lucia Linussio che prende il nome di suor Maria Teresa nell'insigne Monastero di S. Chiara di Gemona (Udine 1783) e, infine, una canzone, La vittoria di Cristo (Udine, Bibl. civica, ms. 1547).
La fama del C. è però principalmente dovuta alla sua attività di architetto: benché autodidatta, si rivelò più che un semplice dilettante. Nel 1774 fu premiato dalla Società d'agricoltura di Udine per la Dissertazione sopra i ripari de' torrenti (in Dissertazioni due... La prima del signor Niccolò de Belli Nobile. La seconda del padre D. Mario Cortenovis..., Udine 1775, pp. 39-85), presentata al concorso per alcuni progetti sull'imbrigliamento dei corsi d'acqua. Ricevette un secondo premio dall'Accademia udinese nel 1775. Tra i progetti d'architettura si ricordano la facciata della chiesa di S. Alessandro in Colonna e della cattedrale a Bergamo, e, più numerosi, in Friuli, il coro della basilica delle Grazie a Udine, la chiesa di S. Stefano e la cappella posta a conclusione della navata meridionale nella chiesa dei SS. Martiri Gervasio e Protasio a Nimis, la chiesa di Ampezzo e la chiesa di Montereale Valcellina.
Il coro della basilica delle Grazie fu ricostruito con "nitida eleganza" nel 1785, mantenendo l'ordine architettonico dei tre scompartimenti della navata e alzando il piano di m 1,60.Fra due grandiose colonne poste a sostegno dell'arcata d'accesso fu collocata una comoda gradinata, ai cui lati poggiavano due ballatoi costruiti a colonnine di pietra. Il lavoro fu compiuto nel 1796.
S. Stefano di Nimis, riedificata sulla fine del sec. XVIII (attualmente distrutta in seguito al sisma del 1976) con pianta a croce greca, articolava la sua ossatura in quattro pilastri, posti a reggere altrettante arcate sormontate da una finta cupola; la facciata a capanna suggeriva l'illusione di un interno a triplice navata.
Nel 1792 fu commissionata dai battuti la cappella della Beata Vergine per la chiesa dei SS. Martiri Gervasio e Protasio di Nimis, che il C. concepì di limitate proporzioni e ben intonata alla vetusta costruzione.
La chiesa di Ampezzo, costruita nel 1792, presenta pianta rettangolare e soffitto parte a botte, parte a vela. Vi fa cenno una lettera autografa, datata 16 sett. 1792, presso l'Archivio parrocchiale.
La chiesa di Montereale Valcellina è improntata ai canoni del neoclassicismo.
Nel 1794 il Consiglio dei dodici di San Daniele si rivolse al C., "rinomato architetto", per avere un parere su quattro altari da erigere nelle cappelle del duomo (Archivio di Stato di Udine, Congr. 439, Terminazioni del Pio Sovegno di San Giuseppe, 1780-1805, cc. 30v-31r). In merito alla richiesta della Confraternita di S. Giuseppe, lo stesso Consiglio ricorda di aver già avuto il parere per l'erezione degli altari, ma di essere intenzionato a chiedere anche un giudizio all'architetto Francesco Schiavi da Tolmezzo (cit. in Goi, 1976).
Lasciò vari disegni architettonici, parte dei quali è depositata presso l'Archivio di S. Carlo ai Catinari, a Roma, in cui compagina i modi dell'ultimo '700 con le formule del neoclassicismo.
Fu socio dell'Arcadia di Roma, dell'Accademia di Udine, dell'Accademia degli Eccitati di Bergamo. All'Accademia di Udine lesse due dissertazioni sulla natura ed utilità delle scienze ed in particolare della filosofia. Nella sala dell'arcivescovado ne tenne un'altra sulla cessazione degli oracoli (Boffito, 1933, p. 532). Si dilettò, inoltre, di storia naturale e collezionò una raccolta di minerali.Il C. morì a Bergamo nel 1798 (il 20 giugno secondo la tradizione; il 24 luglio secondo quanto è riportato negli Atti del Collegio di Udine che riprende la notizia ms. dell'Arch. gen., Scritt. 165).
Bibl.: G. Maironi Da Ponte, Osservazioni sul Dipartimento del Serio, Bergamo 1803, pp. 146 s.; G. Valentinelli, Bibliogr. d. Friuli, Venezia 1861, pp. 8 s., 204, 357; A. Picco, Illustraz. d. lavori d'arte ant. e mod. eseguiti nella chiesa della Beata Vergine delle Grazie, Udine 1887, p. 22; P. Bertolla-G. Valentinis, Mem. stor.-artist. sulla veneranda chiesa matrice dei SS. Martiri Gervasio e Protasio di Nimis, Udine 1899, p. 18; L. Planiscig, Lessico d. artisti friulani..., in Forum Julii, III (1912), p. 159; G. Boffito, Bibl. barnabitica..., I, Firenze 1933, pp. 531 s.; B. Belotti, Storia di Bergamo, V, Bergamo 1959, pp. 126, 210, 242; L. Grassi, Province del barocco e architetti rococò in Lombardia, Milano 1966, pp. 157 s.; P. Goi, Problemi di scult. del Sei e Settecento in Friuli, in Il Noncello, XLIII (1976), p. 91; M. Toller, M. C., in La Panarie, XXXVIII (1977), pp. 45 s.; P. Bertolla, La chiesa di S. Stefano in Centa di Nimis, Udine 1978, pp. 34 s.