CALCAGNINI, Mario
Nato a Ferrara da Alfonso, agli inizi del sec. XVII, nel 1632 ebbe una contesa con un proprietario terriero del Fusignanese, Rodolfo Corelli che attentò alla sua vita e che perciò fu giustiziato. Anche il C. tuttavia uscì compromesso dalla vicenda, tanto che dovette rinunziare ai suoi diritti sul feudo di Fusignano in favore del cugino Borso. Per sé il C. mantenne invece i feudi modenesi dei Calcagnini, dando così luogo a due rami della famiglia, quello di Formigine, nel Modenese, e quello della Romagnola ferrarese.
Presumibilmente nel 1634 entrò al servizio del duca di Modena, dal quale due anni dopo ebbe la patente di capitano di un reparto di corazze. Nel 1637 fu inviato a Firenze, a presentare le condoglianze della corte ferrarese per la morte di Cristina di Lorena e l'anno successivo fu, con le dignità di cameriere segreto e di maestro di campo, nel seguito di Francesco I d'Este alla corte di Spagna. Nel 1644 partecipò alle trattative di Ferrara che conclusero la guerra di Castro, ottenendo dai Francesi un impegno, che peraltro non ebbe seguito, a favore delle rivendicazioni estensi su Ferrara, Comacchio, Argenta e Cento. Con un analogo incarico ebbe incontri, a Bologna nello stesso anno, con i diplomatici barberiniani. Nel 1645 era a Roma per sollecitare dal partito francese in Curia l'assegnazione del ruolo di protettore della Francia al cardinale Rinaldo d'Este.
Nell'estate del 1645 il C. avviava a Venezia, col ministro cesareo De Lesle, le trattative per la concessione agli Estensi del feudo di Correggio, che si sarebbero concluse, positivamente quattro anni dopo. Nel marzo del 1646 il C. era a Parigi per chiedere, secondo le istruzioni impartitegli da F. Testi, l'appoggio francese alle rivendicazioni modenesi sull'abbazia di Pomposa. A Parigi il C. era ancora nel marzo del 1647 per chiedere soccorsi finanziari (il duca di Modena sperava di ottenere una pensione di 100.000 ducati) e una iniziativa diplomatica per la restituzione dei beni estensi.
La politica estense di simultanea apertura verso l'Austria e verso la Francia spinse il C. a Milano nel luglio di quell'anno a ricercare la concessione da parte asburgica del titolo di vicario imperiale per il duca, ma poiché la cosa, per antiche implicazioni d'ordine feudale, avrebbe determinato insieme la dipendenza da un Este del viceré di Napoli e del governatore di Milano, con largo discapito della dignità di questi ultimi, la missione non ebbe successo, e forse anche questo mosse il duca a decidersi nell'agosto per l'alleanza francese. Non fu fortunata nemmeno l'azione del C. in Milano per l'attribuzione alducato di Ferrara di Casalmaggiore, località contesa, non solo a livello diplomatico, tra Franco-Modenesi e Spagnoli.
Altre missioni il C. compì nel corso del 1648 a Parma, per discutere il problema della dote di Vittoria Farnese, moglie di Francesco I d'Este; a Genova, per questioni inerenti al transito e al vettovagliamento di truppe francesi; ancora in Francia, per le questioni di Pomposa e di Correggio. Pare che in questi contatti del C. col Mazzarino cominciasse a prendere corpo anche il progetto di un matrimonio tra una nipote del cardinale e un figlio di Francesco I.
Questi servizi del C. furono, premiati a Modena con varie cariche e onori. Nel 1644 fu nominato maggiordomo maggiore; nel 1647 ebbe l'incarico di governare interinalmente lo Stato in caso di assenza del duca; il 3 ott. 1648 ricevette l'investitura del feudo di Formigine in cambio di quello di Cavriago; nel 1649, dopo una missione a Gualtieri per sollecitare il ritorno in Francia delle truppe borboniche, fu nominato governatore di Reggio, una carica che tuttavia esercitò per breve tempo.
Un'ultima missione in Francia, durante il ducato di Francesco I, il C. compì nel 1657, per discutere problemi relativi all'offensiva franco-modenese condotta dal duca contro gli Spagnoli. Il successore, Alfonso IV, inviò il C. a Milano, nel 1660, e a Torino, nel 1661, per rivendicare i crediti di casa d'Este. Da Parigi si spostò a Madrid, per chiedere le somme dovute dalla Spagna a Modena secondo il capitolato della pace dei Pirenei. In tutte queste missioni il C. si fece latore delle proposte, modenesi per il progetto di confederazione delle corone europee, variamente circolante tra le corti nel periodo successivo alla pace dei Pirenei.
Il C. fu sostanzialmente emarginato dalla vita politica modenese alla morte di Alfonso IV, nel 1662. Dovette vivere ancora a lungo, se è vera la notizia di un suo passaggio per Formigine nel 1695. Agli ultimi suoi anni sembrano doversi attribuire le mediocri poesie che il Baruffaldi ha antologizzato.
Un figlio del C., Francesco Maria, pare che nell'adolescenza servisse come paggio di compagnia l'arciduca d'Austria a Innsbruck. Nel 1648 ottenne il comando di un reparto di fanti francesi. Successivamente passò al servizio militare dello Stato della Chiesa. Nel 1668 era a Perugia, come vicecastellano, e nel 1670 in Romagna, come governatore delle armi. Nel 1672 fu chiamato a succedere al congiunto C. F. Calcagnini nel Gran Consiglio centumvirale della Comunità di Ferrara.
Chiamato a Modena, nel 1686 fu creato gentiluomo di camera e governatore della Garfagnana. Morì nel 1694.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Modena, Ambasciatori, Firenze, b. 62 (1637, 1644); Bologna, b. 9 (1644); Roma, bb. 203 (1644), 205 (1645, 1646); Venezia, bb. 104 (1645), 210 (1650), 120 (1662); Francia, bb. 106 (1646), 109 (1647, 1648), 124 (1657), 125 (1661); Parma, bb. 6 (1647), 8 (1649); Milano, bb. 108 (1647), 114 (1660); Genova, b. 8 (1647); Spagna, b. 59 (1661); Torino, b. 18 (1661, 1662); Camera ducale estense, Serie dei rogiti camerali del notaio G. B. Azzani, b. 1976/46, atti nn. 104 e 105; Particolari, b. 252 (lettere di Francesco Maria dal 1665 al 1673); Arch. di Stato di Ferrara, Notaio Pompeo Castelli. Atti in data 15luglio 1634, cc. 34v-55v; Modena, Bibl. Estense, Autografoteca Campori, lettere del C. degli anni 1642, 1662, 1695; Ferrara, Bibl. Ariostea, ms. cl. I, n. 359: N. Luccioli, Memorie istoriche di Ferrara, cc.17 (1642), 52v (1648); A. Borsetti, Supplemento al Compendio historico. del sig. M. A. Guarini, Ferrara 1670, pp. 151; G. Baruffaldi, Rime scelte dei poeti ferraresi antichi e moderni, Ferrara 1713, p. 343; L. A. Muratori, Delle antichità estensi…, Modena 1740, II, pp. 541, 558; L. Ughi, Diz. storico degli uomini illustri ferraresi, I, Ferrara 1804, p. 106; G. A. Soriani, Storia della origine, fondazione … della terra di Fusignano, Lugo 1845, pp. 83 s.; L. Vicchi, Storia di Fusignano, Faenza 1876, pp. 77-78; L. Balduzzi, I Calcagnini. Memorie genealogiche, Pisa 1884, pp. 19-21; A. Valeri, I Farnese, Firenze 1934, pp. 48 s.; R. Pinon, Histoire diplomatique 1515-1928, Paris 1929, pp. 202-31; L. Amorth, Modena capitale, Modena 1961, pp. 36 s., 42-46; L. Chiappini, Gli Estensi, Milano 1967, p. 424; P. Litta, La famiglie celebri ital., s. v.Calcagnini di Ferrara, tav. II.