BROGLIO, Mario
Nacque il 2agosto del 1891 a Piacenza da Emilio che, subito dopo la sua nascita, si stabilì a Roma, ove il B. intraprese gli studi. Ancora adolescente, la vista di un uomo intento a dipingere un quadro sul greto del Tevere fu per lui una folgorazione: abbandonati gli studi classici, s'iscrisse all'Accademia di Belle Arti dove strinse amicizia con A. Bartoli, E. Oppo ed E. Pratelli. Intanto entrava in contatto col gruppo della "terza saletta" e con gli "amici del caffè" e si legava con letterati come A. Baldini, A. Onofri e C. Legnani. Verso il 1914 conobbe a Roma la pittrice lettone Edita Walterowna zur Muehlen, la quale divenne sua moglie e ne influenzò la formazione artistica. Incitato da G. Papini, allora direttore della terza pagina del Tempo, egli cominciò a collaborare con articoli di critica d'arte; quando però il Papini effettuò alcuni-tagli a un suo saggio, il B. rinunciò alla collaborazione e decise di fondare una propria rivista d'arte: nacquero così il 15 nov. 1918 Valori plastici. Sul primo numero, oltre che del B., apparvero scritti di C. Carrà, A. Savinio, G. De Chirico; fra i collaboratori della rivista figurarono R. Melli, G. Morandi, A. Martini, E. Cecchi, I. Tavolato e, fra i corrispondenti stranieri, Picasso, Braque, Archipenko, Reynal e Däubler. La rivista cessò le pubblicazioni nel 1923.
Essa ebbe un'importanza fondamentale nell'evoluzione della cultura e del gusto artistico del Novecento. Non ebbe un progranuna determinato né un particolare indirizzo, quanto piuttosto, come comune denominatore della collaborazione, una reazione polemica "non soltanto al crasso naturalismo del tardo Ottocento, ma anche all'Impressionismo, al Futurismo, al Cubismo" (Salvini), reazione che si concretizzava in un bisogno di recuperare la realtà naturale "in un linguaggio plastico e costruttivo" che vedeva soprattutto in Cézanne la sua fonte prima. Questa reazione, e l'orientamento verso un'arte che, senza rifiuto dell'esperienza della natura, sapesse renderla - al di fuori di ogni indirizzo programmatico - in forme nuove pur nel rispetto della tradizione, si evidenziò anche nella riproduzione, sulle stessa rivista, di opere di artisti del gruppo, dai dipinti metafisici di De Chirico e di Carrà a quelli già orientati verso il recupero della realtà naturale dello stesso Carrà, o di Martini, Melli e Soffici. Pittori e scultori, questi del gruppo, ancora quasi sconosciuti, e che avrebbero sostenuto una parte di primo piano nell'arte italiana. La rivista, che si distingueva per uno spirito severo "teso verso la rivelazione di una realtà eterna e immutabile dei diversi aspetti occasionali del vero, che non alla tumultuante esaltazione del presente dinamico e del futuro affascinante" (Russoli), favorì un dialogo vivace fra gli artisti europei, valorizzando i "pionieri dell'avanguardia" come Braque, Lipchitz, Klee, Tatlin, Mondrian, Picasso, e insieme riproponendo all'attenzione del pubblico i valori tradizionali, dal Seicento a Canova, da Fattori a Previati.
Al B. si deve la valorizzazione di De Chirico, Morandi, Carrà con mostre da lui organizzate a Berlino, Hannover, Dresda e Monaco. Nel 1921la Società delle Belle Arti di Firenze, sotto la presidenza di S. Benelli, allestì nel parco San Gallo la "Fiorentina primaverile"; il catalogo della mostra (Roma 1922), di cui il B. curò la pubblicazione, presentava profili, oltre che della moglie, di Bartoli, Carrà, De Chirico, Devia, De Angelis, Francalancia, Giannattasio, Martini, Morandi, Oppo, Ruggeri, Socrate, Spadini come facenti parte del gruppo "Valori plastici". Iniziò la pubblicazione di una collana di monografie d'arte, sempre sotto l'egida di Valori plastici, che presentò testi di A. Venturi, U. Ojetti (R. Dazzi), E. Cecchi (Fattori), R.Longhi (Piero della Francesca), Berenson, Carrà (Giotto), e che continuò ad uscire, con intervalli, fino all'anno 1948. Nel 1924, per dedicarsi più esclusivamente alla pittura, lasciò Roma; visse per qualche tempo a Rotavallo (Sabina), Formia, Capri, Cuneo, quindi, nel 1927, si recò a Parigi, dove trascorse lunghi periodi, e successivamente a Cannes. Nel 1935 esponeva per la prima volta alla Quadriennale, e nel 1939 tornava ad esporvi, incoraggiato da E. Oppo che gli assegnò una sala; nel 1937, colquadro La donna e il mare, vinse un premio a Venezia.
Nei quadri del B. domina una insistita ricerca formale che, forse perché tanto elaborata, spesso si limita ai dati esteriori di una realtà rappresentata con troppa vigile attenzione. La trasfigurazione poetica è operata dai colori che di preferenza rivestono forme circoscritte da pacati ritmi lineari, mantenuti su tenui accordi di verdi, di rosa, di azzurri, o di grigi interpretati in funzione spaziale. Ne risulta un'atmosfera liricamente rarefatta che rende particolarmente attraenti certe sue nature morte, e può ad esempio essere verificata nella Sorgente (Roma, Galleria Naz. d'arte moderna).
Nel giugno 1939, all'inizio della guerra, il B. tornò in Italia dalla Francia e si stabilì a San Michele di Moriano, presso Lucca. Qui, mentre lavorava a una serie di saggi (alcuni vennero raccolti più tardi sotto il titolo Dove va l'arte moderna?, pubbl. a Spoleto s.d.), morì il 22 dicembre del 1948.
Nel 1950 la Biennale di Venezia dedicò una sala ad una sua retrospettiva, che Carrà presentò nel catalogo sottolineando il travaglio interiore del B. per raggiungere quella classica semplicità manifestata in "una predilezione per le gamme calme e riposate, dove i verdi e i rosa in accordo spaziale coi grigi giocano come note d'appoggio nel motivo rappresentato con rigorosa e vigile attenzione" (p. 108). I ventiquattro dipinti esposti erano così intitolati: Paesetto serale e Veduta (1910), Piazza Barberini (1915), Veduta serale (1924), Spiaggia e Vindicio (1929), Cavallino di cartapesta (1930), Natura morta,Autoritratto e La roccia (1934), La donna e il mare (1937). Indossatrice (1938), Testa di donna,Autoritratto,Ritratto con fiori e Ritratto in nero (1938), tre Nature morte (1943), Ritratto della signora Volta (1945).
Fonti e Bibl.: S. Ludovici, Storici,teorici e critici delle arti figurative, Roma 1942, p. 71; C. Carrà, in XXV Biennale d'arte di Venezia (catal.), Venezia 1950, pp. 107 s.; E. Cecchi, M. B., in Ulisse, IV (1950), 12, p. 705; R. Mucci, M. B. Riflessioni e meditazioni in La Fiera letter., 9 sett. 1956; Id., B. e i Valori plastici, in Alfabeto, 15-30 giugno 1966; R. Salvini, Guida all'arte moderna, Torino 1956, ad Indicem; Archivi del futurismo, Roma 1958, pp. 389-392; C. Maltese, Storia dell'arte in Italia,1785-1943, Torino 1967, I, pp. 332, 358 e passim; C. L. Ragghianti, in Arte moderna in Italia, 1915-1935, Firenze 1967, p. 165; F. Russoli, I Valori plastici, in Corriere della sera, 29 marzo 1970; R.Guttuso, in Cat. della mostra di P. Ricci, Gall. del Gabbiano, Roma, 15 marzo-6 apr. 1971.