BERTOLOTTI, Mario
Nato a Torino il 7 luglio 1876 da Eugenio e da Adelina Battilana, vi conseguì nel luglio 1901 la laurea in medicina e chirurgia. Il mese successivo si sposò, e nell'autunno si trasferì con la moglie a Parigi ove si trattenne per due anni. A di questo periodo l'incontro, durante una lezione di F. Raymond alla SalpÊtrière, con S. Gavazzeni, vecchio compagno di università, la cui influenza fu decisiva nell'orientarlo verso lo studio della neuropatologia. Alla Salpétrière, nell'anno accademico 1901-2, lavorò presso il laboratorio centrale di radiologia e si perfezionò in elettroterapia nel relativo laboratorio della facoltà medica di Parigi. Nella clinica neurologica dall'ottobre 1901 all'aprile 1903 ebbe il titolo di assistente volontario. Tornato a Torino, nel 1906, in seguito a concorso per titoli fu nominato direttore dell'istituto di radiologia medica dell'ospedale Maggiore.
La produzione scientifica del B. diveniva intanto vasta e importante: le sue pubblicazioni riguardavano la radioterapia e la diagnostica radiologica, specialmente del sistema nervoso e dello scheletro e in modo particolare della colonna vertebrale e del cranio. Affrontò problemi di morfologia e patologia del sistema scheletrico, cui aveva rivolto la propria attenzione a partire dal 1909-10, fornendo un'eccellente documentazione radiografica sulle craniostenosi patologiche e stabilendo alcuni dati di craniometria rirnasti fondamentali. Tra i lavori di questo periodo meritano di essere citati: La diagnosi radiologica delle alterazioni dell'ipofisi (in Rivista critica di clinica medica, XII [1911] pp. 321-331) e Anatomia descrittiva e radiografica della base dei cranio, in Malattie delle ossa, Torino 1913, pp. 577-594.
Ottenuta nel 1911la libera docenza in terapia fisica e nel 1915 in elettroterapia e radiologia medica, ebbe in quest'ultimo anno l'incarico dell'insegnamento di elettroradiologia presso l'università di Torino. Nel 1916 pubblicò le sue prime lezioni sulle anomalie della colonna vertebrale. Nel frattempo venne in contatto con V. Putti, vero maestro ispiratore dello studio Contributo alla conoscenza dei vizi di differenziazione regionale del rachide con speciale riguardo all'assimilazione sacrale della V lombare (in Radiologia medica, IV [1917], pp. 114-144), anomalia poi denominata sindrome di Bertolotti. Nel 1920 pubblicò l'importante monografia Le anomalie congenite del rachide cervicale (in Chirurgia degli organi di movimento, IV [1920], pp. 395-499). Nel 1922-23 si dedicò all'indagine radiologica dell'atto della deglutizione in condizioni normali e patologiche documentando l'esistenza di una deglutizione paradossa in tutti gli stati di squilibrio vago-simpatico del mediastino e un aspetto radioscopico del cancro dell'esofago, poi chiamato segno di Bertolotti. Su Diario radiologico, rivista da lui fondata nel 1922, pubblicò Contributo allo studio delle grandi dilatazioni totali dell'espfago senza stenosi (II [1923], pp. 130-157), riguardante numerosi casi di megaesofago.
A partire dal 1925-26 la sua produzione si polarizzò verso la craniologia Róntgen sia nel campo dei tumori, sia in quello dei processi infiammatori. La peculiare preparazione del B., basata su tirocini di tipo neuroradiologico, è ben individuabile nel magistrale volume Lezioni di craniologia Röntgen (Torino 1929), nel quale affrontò svariati argomenti riguardanti le sindromi acromegaliche, l'invasione pavimentosa dei tumori dell'ipofaringe, le reazioni del sistema ipofisario da flogosi sinusale (perisinusiti profonde in esiti di meningite sierosa, da lui definite "reazioni di adiacenza").
Raggiunta ormai fama di risonanza europea, il.B. venne eletto vicepresidente della Società di otoneurooftalmologia e di radioneurochirurgia, membro del comitato medico del Consiglio nazionale delle ricerche, della Accademia di medicina di Torino, della Società di elettroterapia e radiologia medica di Madrid, della Wiener Gesellschaft für Röntgenkunde e socio onorario della Società medico chirurgica di Bologna.
Costantemente il B. rivolse il proprio interesse ai problemi di terapia fisica e di radiumróntgenzerapia, la cui conoscenza è fondamentale per il trattamento delle forme cancerose. Nel 1929, alla prima riunione del Centro per lo studio e la cura dei tumori nel Piemonte, presentò una esauriente comunicazione sulla radioterapia delle forme precancerose della cute e della mucosa del cavo orale, distinguendo le tecniche della radioterapia superficiale e di quella profonda. Apportò in vari trattati e congressi un notevole contributo sulla röntgenterapia dei tumori, delle emopatie (congresso della Società italiana di radiologia medica [SIRM], Bari 1938: Trattamento radioterapico del linfogranuloma maligno), delle nevralgie e delle endocrinopatie secondarie a tumori o a disfunzioni delle ghiandole a secrezione interna (argomento magistralmente illustrato in un capitolo inserito nel trattato di N. Pende, Endocrinologia. Patologia e clinica degli organi a secrezione interna, Milano 1924, pp. 1125-1142). La sua scuola si dedicò pure a studi sulle radiazioni secondarie e sulla dosimetria. Nel campo della radiumterapia il B. studiò la complessa azione del radium sui tessuti sani e neoplastici e le varie modalità di tecnica in riferimento delle diverse forme tumorali, pubblicando numerosi lavori nell'ambito della cura dei tumori delle ossa e dell'apparato genitale femminile. In qualità di buon radioterapeuta si occupò anche di radiobiologia. Dal 1928 prese parte attiva alla lotta contro il cancro, fondando e dirigendo il reparto radiologico del Centro ospedaliero di Torino per lo studio, diagnosi e terapia dei tumori. Partecipò anche in modo ufficiale a questa lotta, prima in qualità di membro del comitato direttivo centrale della Lega nazionale per la lotta contro il cancro (dal 1922 al 1925), poi come delegato ufficiale della SIRM nel medesimo comitato.
Della SIRM, fondata nel gennaio del 1913, il B. fu promotore e fin dall'inizio membro del comitato ordinatore, consigliere dal 194 al 1919, dal 1922 al 1925 presidente. Durante il periodo del suo mandato portò a termine la pubblicazione dei Trattato italiano di diagnostica radiologica (Ferrara 1924), cui contribuì con il capitolo Anatomia radiografica delle anomalie e delle alterazioni dello scheletro. Nel 1940 fu eletto socio emerito della Società.
Nel periodo compreso tra il 1929 e il 1932 interruppe bruscamente l'attività specialistica per dedicarsi alla cultura umanistica dell'epoca alessandrina: il suo lavoro La critica medica nella storia. Alessandro Magno (Torino 1932), tentativo di valutare le reazioni del temperamento individuale alla luce delle moderne leggi della biologia, per lo stile erudito e brillante ottenne un premio dell'Accademia d'Italia e un largo consenso di stampa e di critica anche all'estero, tanto che nel 1938 la Casa Espasa Colpe di Madrid tradusse l'opera per la sua collana "Grandes Biografias", molto diffusa nell'America Latina.
Dopo essersi classificato primo nel concorso per la cattedra di Roma e avervi rinunciato, divenne nel 1935 professore ordinario "per meriti speciali ed alta fama di singolare perizia" in radiologia medica ed elettroterapia nell'università di Napoli. Nella sua prolusione trasse importanti conclusioni "sui segni radiologici dell'idrocefalia nelle sindromi endocrine neurogene primarie". Gli studi da lui eseguiti sul sistema nervoso già prima della creazione delle tecniche basate sui mezzi di contrasto divennero, dopo l'avvento di queste, fondamentali; recò importanti contributi sulla prieurnoventricolografia e sull'esecuzione dell'encefalografia, cisternografia e arteriografia cerebrale in corso di traumi cranico-cerebrali. L'istituto di Napoli dal 1936 prese la semplice denominazione di "radiologia" e venne da lui attrezzato con numerosi e moderni apparecchi di diagnostica, terapia e terapia fisica. Quale direttore della scuola di specialità in radiologia fu per i suoi allievi un maestro esemplare, non solo dal punto di vista didattico e scientifico, ma anche per le virtù del suo carattere retto, schivo da compromessi e confonnismi. Il suo spirito combattivo, unito al coraggio di esprimere le proprie opinioni, lo indusse in molte circostanze a stendere scritti polemici nei confronti di vari studiosi. Tra le più note e argute controversie ricorderemo quella con il Lunedei (1945) in merito alla reazione di adiacenza, la puntualizzazione con N. Pende sulla corretta tecnica röntgenterapica di alcune forme neuroendocrinologiche, la polemica contro il cattivo gusto di importare termini stranieri, quale symposium anziché congresso. Questi dibattiti furono un incitamento per i suoi allievi a far rifiorire studi atti a valorizzare le teorie dei maestro supportandole con note cliniche: ciò fu particolarmente utile ai fini della diffusione di lavori. volti al medico generico rendendo operante e pratica la collaborazione, sempre auspicata dal B., tra la radiologia e la clinica.
Nell'ottobre 1951 il B. lasciò l'insegnamento per il raggiungimento dei limiti di età, ma, ritiratosi a Capri, continuò l'attività scientifica.
Il B. mori a Napoli il 17 sett. 1957, e per sua espressa volontà, fu sepolto a Capri.
Fonti e Bibl.: Nei nostri atenei. M. B., in Riforma medica, 14 dic. 1935, p. 1927; Acta Medica Italica, VII (1941), n. 19, pp. 4-5, 9-15, 21-23, 40, 44-49, 50, 57-62, 70, 77, 83; M. B. in occasione del suo 75° anno, Napoli 1951.