BANDINI, Mario
Nacque a Firenze il 6 maggio 1907 da Nerone e da Amelia Bruschi in una famiglia di medio ceto di professionisti. Sensibile influenza sull'orientamento e la primitiva formazione intellettuale ebbe il padre, agronomo e amministratore di varie aziende agricole.
Nel 1928 il B. si laureò in scienze agrarie presso l'università di Firenze e conseguì poi l'abilitazione alla professione di agronomo. Negli anni di studio universitari maturò l'incontro con il suo principale maestro, Arrigo Serpieri, che lo avviò alla carriera universitaria, con un tirocinio duro ed impegnativo che consentì al B. di fondare su solide basi metodologiche lo studio dell'economia e della politica agraria.
Egli svolse un'intensa attività di ricerca, valorizzando anche la propria specifica collocazione professionale, prima come assistente presso l'Osservatorio di economia agraria di Firenze, dal dicembre 1928 al maggio 1933, e, successivamente, fino al dicembre 1935, come direttore dell'Osservatorio di economia agraria del Piemonte. Frutto di questi anni di appassionato lavoro furono i volumi: Aspetti economici dell'invasione fillosserica in Toscana (Roma 1930); Inchiesta sulla piccola proprietà coltivatrice formatasi nel dopoguerra: Toscana (ibid. 1931); Caratteri e problemi della risicoltura italiana (ibid. 1935); tutti pubblicati a cura dell'Istituto nazionale di economia agraria, di cui all'epoca era presidente il Serpieri, e Le cascine dell'Appennino toscano (Firenze 1933). Nel 1935 il B. conseguì la libera docenza in economia agraria, estimo e contabilità, nel 1936 ottenne la direzione dell'Osservatorio di Perugia e l'incarico dell'insegnamento dell'economia e politica agraria nella facoltà di agraria della stessa città, e, quindi, giovanissimo, la cattedra di economia e politica agraria presso l'ateneo di Bari e poi presso la facoltà di agraria di Perugia. Frattanto aveva pubblicato il volume Agricoltura e crisi (ibid. 1937).
Questa monografia - che meriterà una seconda edizione nel 1952 - segnò il passaggio dallo studio di aspetti e problemi di carattere regionale, prevalentemente di economia applicata, all'analisi di uno dei temi più complessi dell'economia e della politica agraria che le vicende internazionali e nazionali di quegli anni avevano riproposto in termini anche in parte nuovi: il tema dei cicli economici e delle crisi agricole, rispetto al quale focalizzò le interrelazioni tra evoluzione generale del sistema economico e produzione agricola. In seguito il B. tornò ancora ad occuparsi nei suoi studi della Toscana e di significativi problemi agrari di ambito regionale, anche perché conservò la concezione di un'analisi economica ancorata alla conoscenza approfondita della realtà agricola e dei suoi processi di formazione storici, ma l'orizzonte dei suoi interessi scientifici si era definitivamente orientato verso lo studio dei rapporti tra il sistema economico nel suo complesso e il settore agricolo e, in generale, a temi di macroeconomia. Questo orientamento culturale rappresentò una novità rilevante, quasi una rottura, rispetto alle impostazioni accademiche tradizionali e alla stessa scuola dei Serpieri, piuttosto proiettate in ricerche microeconomiche che ponevano al centro dell'attenzione i problemi di gestione delle aziende agrarie.
Lungo una tale linea di ricerca il B. giunse alla pubblicazione di due importanti contributi di sintesi e di sistematizzazione teorica della disciplina: il corso di Politica agraria, che uscì per la prima volta in dispense nel 1943-44 e in volume a Bologna nel 1946 - di cui vennero stampate ben cinque edizioni, l'ultima nel 1966 - e il trattato di Economia agraria (Torino 1959), edito dall'UTET come sesto volume del "Trattato italiano di economia" diretto da Gustavo Del Vecchio e Celestino Arena. Di quest'ultima opera venne pubblicata una seconda edizione nel 1968 ed apparvero anche traduzioni in lingua spagnola e portoghese.
A partire dall'immediato dopoguerra, il crescente prestigio scientifico, la sensibilità verso le questioni di politica agraria, l'elevato impegno civile lo condussero a svolgere un ruolo attivo, a livello nazionale, nella definizione degli indirizzi e nella formazione delle scelte in campo agricolo. Venne incaricato di redigere una relazione su Conseguenze e problemi della politica doganale per l'agricoltura italiana per la Commissione economica della Costituente. Nel 1947 si trasferì a Roma, dove, per un periodo, fu direttore della Associazione per la ricostruzione dell'agricoltura; nel 1949-50 collaborò con Antonio Segni al ministero dell'Agricoltura; dal 1956 al 1958 fu capogruppo della Democrazia cristiana al Consiglio comunale di Perugia. Negli anni Cinquanta svolse attività di consulenza per la FAO e l'OCED; dal 1953 al 1959 fu presidente dell'Ente di riforma della Maremma tosco-laziale; dal 1958 consigliere scientifico della Comunità economica europea per i problemi delle strutture agricole; membro del CNEL per il triennio 1961-63; presidente dell'Istituto nazionale di economia agraria dal 1962 al 1972. Chiamato nel 1959 a ricoprire l'ufficio di presidente del Consiglio superiore dell'agricoltura e delle foreste, lasciò il ruolo della docenza universitaria - pur mantenendo come incaricato l'insegnamento presso l'università di Perugia - per riassumerlo al termine del mandato, nel 1962, quando venne chiamato dalla facoltà di economia e commercio dell'ateneo romano a ricoprire la cattedra di economia e politica agraria.
Membro di numerose società scientifiche - dall'Accademia dei Georgofili alla Società di economia demografia e statistica - nel 1959 venne anche insignito della medaglia d'oro dei benemeriti della scuola della cultura e dell'arte.
Nel febbraio del 1969, in un momento di vivace contestazione studentesca, venne eletto preside della facoltà di economia dell'ateneo romano, riuscendo in questo incarico a promuovere un positivo confronto tra tutte le componenti universitarie e ad introdurre significativi elementi di rinnovamento nell'organizzazione dell'attività didattica e nel rapporto con gli studenti.
Il B. morì a Roma il 21 maggio 1972.
Il B. ha dato un contributo essenziale all'evoluzione degli studi di economia e politica agraria, ridimensionando le riaffioranti tentazioni verso il tradizionale filone microanalitico degli studi agronomici e delle esercitazioni applicative - ancorché formalmente raffinate quanto alla strumentazione matematica utilizzata - che ponevano al centro dell'attenzione l'azienda agraria e operando, invece, un saldo radicamento della disciplina nel novero delle scienze economiche e sociali.
Di saldo orientamento liberale, il suo pensiero risentì fortemente dell'influenza del Pareto e del Croce. Il B., non pregiudizialmente ostile all'intervento pubblico nella sfera economica, fu convinto assertore del fatto che l'azione pubblica dovesse "essere sovrattutto volta a determinare e facilitare la formazione di strutture economiche e sociali più moderne ed efficienti, al fine essenziale di lasciarle poi liberamente operare in una economia di mercato. Strutture che non si risolvono solo nelle aziende agrarie, o nelle infrastrutture esterne ad esse, ma anche, in maniera predominante, nelle capacità umane, di lavoratori e di imprenditori, e nella moderna concezione dell'esercizio dell'antica arte agraria che solo uomini adatti possono assicurare" (Politica agraria, pp. 543 s.). Coerentemente con questa concezione, fu ostile a progetti dirigistici di generale riforma agraria, mentre vide con favore - assicurando anche il proprio impegno personale alla loro realizzazione - provvedimenti settoriali, come in parte fu la legge "stralcio", capaci di sollecitare nuove forme ed iniziative imprenditoriali. Convinto fautore di una politica di allargamento dei mercati, orientamenti e scelte della CEE in campo agricolo - dopo gli entusiasmi iniziali - lo trovarono critico preoccupato per gli eccessi e le rigidità nelle normative regolatrici e per l'insensibilità ad una più vasta integrazione economico-agricola con i paesi esterni.
Oltre alle opere già citate, fra gli scritti principali del B. si segnalano: Ricerche sull'economia dell'irrigazione. Risultati economici dell'irrigazione in Toscana, Roma 1937; La bonifica dell'Agro Volternano, ibid. 1942; Giudizi economici e costi di produzione in agricoltura, ibid. 1943; Il crepuscolo della mezzadria, ibid. 1954; Cento anni di storia agraria italiana, ibid. 1957; Incontri con gli scrittori italiani di politica agraria, Bologna 1963; Agriculture and Economic Growth, Paris 1965 (in collaborazione con altri); Esodo agricolo ed esodo rurale, Roma 1966; National Policies for Rural Development in Advanced Countries, in Rural Development in a Changing World, Cambridge, Mass., 1971.
Fonti e Bibl.: Ministero dell'Educazione Nazionale, Boll. ufficiale, LXIV (1937), 2, pp. 3695 ss.; Panorama biografico degli Italiani d'oggi, Firenze 1956, s.v.; Chi è?, Roma 1961, s.v.; M. Bandini, L'economia agraria a una svolta?, in Riv. di economia agraria, XXVII (1972), n. 1, pp. 3-12; necrologio in Il Tempo, 22 maggio 1972; G. Medici-G. Proni-M. Rossi Doria, M. B., in Riv. di economia agraria, XXVII (1972), n. 2, pp. III-VII; L. Perdisa, M. B., in Riv. di politica agraria, XIX (1972), n. 2, pp. 5-8; G. Proni, L'economia e la politica agraria nel pensiero di M. B., in Contributi in memoria di M. B., Roma, 1976, pp. 5-9; G. Proni, M. B., in Annuario dell'univ. degli studi di Roma anni accademici 1971-72 e 1972-73, Roma 1976, p. 1707 s.