BALASSI, Mario
Nacque a Firenze nel 1604, e fu affidato in giovane età, per la sua educazione artistica, a Iacopo Ligozzi, veronese attivo in Firenze. Morto il maestro, passò alla scuola di Matteo Rosselli, dove rimase fino all'età di 18 anni: fu poi richiesto dal Passignano, che lo volle come aiuto. Secondo il Baldinucci nella Vita del Passignano,molte opere di costui, in Firenze, sarebbero state "bozzate" dal giovane Balassi.
Quando l'amico e maestro fu chiamato a Roma da Urbano VIII, il B. lo seguì come collaboratore; ma a Roma egli lavorò anche per suo conto, eseguendo un Nolime tangere per la chiesa, ora distrutta, di San Caio (Firenze, propr. priv.) e una copia della Trasfigurazione di Raffaello (ora nella chiesa romana dei cappuccini di S. Maria della Concezione) per don Taddeo Barberini: quest'ultima opera fu assai lodata dal Passignano e da Guido Reni, i quali dissero che "Mario non l'aveva copiata, ma staccata dal quadro di Raffaello" (cfr. Baldinucci). Entrato nelle grazie del duca Ottavio Piccolomini, il B. fu da questo condotto a Vienna, dove eseguì, fra l'altro, il ritratto dell'imperatore Ferdinando III (attualmente non reperibile) e, forse, una Madonna col Bambino e San Giovannino (Vienna, Kunsthistorisches Mus., Pinacoteca). Per la mancata assegnazione di un dipinto con la Crocifissione (in un primo tempo a lui commesso e poi affidato, invece, al Sandrart), il B. si adontò fieramente e, preso congedo dal Piccolomini, intraprese il viaggio di ritorno verso l'Italia, soggiornando in "Schiavonia" e, pare piuttosto a lungo, a Venezia, di dove trasse, secondo il Baldinucci, notevoli arricchimenti alla sua personalità artistica. È a questo momento che si fanno risalire probabili contatti del B., fra gli altri, con Sebastiano Mazzoni (Voss). Tornato in patria, egli eseguì un rilevante numero di quadri d'altare per molte chiese di Firenze, Prato, Empoli: a Firenze, nella cappella degli Albizi in San Pier Maggiore, un Buon ladrone,perduto; per la Compagnia delle Stimmate in San Lorenzo, un S.Francesco che riceve le stimmate (nell'oratorio della chiesa inferiore); per l'ospedale di Bonifazio, un S. Michele,perduto dal XVII sec.; per S. Michele degli Antinori (oggi S. Gaetano) un'Assunzione di Maria e 12 apostoli,perduta; secondo il Richa, per quest'ultima chiesa, fece il disegno per il paliotto dell'altare maggiore. Per incarico dei cardinale Carlo de' Medici il B. eseguì anche una Santa Vittoria (in realtà, un ritratto della granduchessa Vittoria di Toscana) e un Ritratto di Ferdinando II in veste di san Giorgio,"imitando la maniera del Dürer" (Baldinucci; i dipinti attualmente non sono reperibili). Esiste tuttora un suo Autoritratto nella Galleria degli Uffizi (n. 1762), un'Assunzione eseguita per il medico Neri di Empoli (Empoli, chiesa di S. Agostino; firmata e datata 1659), mentre non è rintracciabile un San Giovanni Evangelista,fatto per incarico di Ferdinando Brandoni, fiorentino abitante in Roma, dipinto che fu portato poi "in Castiglia" (Baldinucci).
Notevoli le opere del B. a Prato: fra queste un Miracolo di s. Nicola da Tolentino per la chiesa di S. Agostino (ora nel Museo civico), ritenuto il suo capolavoro e databile dopo il 1637; una tela con la Vergine e s. Domenico,firmata, eseguita nel 1656, per ornamento del Palazzo comunale (Museo civico); una Sacra Conversazione,dipinta per la chiesa della Trinità; alcune tele nella chiesa di S. Maria della Pietà, sull'altar maggiore che è del 1622. Il Baldinucci parla inoltre di molte altre sue opere ("quadri di mezze figure, per ornamento di sale, camere e gabinetti"), ricorda un San Lorenzo per il duomo di Prato, rimasto incompiuto e finito poi dal Dolci (tuttora in loco), e narra come il pittore si fosse specializzato nell'imitazione di opere antiche (è noto l'episodio del dipinto del B., acquistato come antico dal cardinale Carlo de' Medici) e come, invecchiando, egli si desse a ritirare le sue precedenti opere per ritoccarle, con effetti negativi; lo stesso autore critica l'opera tarda del B. "per aver poi dato molto nell'ammanierato". Tra le ultime opere è una Apparizione della Vergine con il Bambino a S. Filippo Neri (Coldi Rodi, racc. Rambaldi). Prossimo alla fine dei suoi giorni, l'artista, molto devoto, diede ordine che fossero distrutti i quadri "sconvenienti" da lui dipinti, ordine che, peraltro, non venne eseguito dagli eredi.
Il B. morì a Firenze il 9 ott. 1667 e fu sepolto in Santa Maria Novella.
La sua arte risente assai visibilmente dell'eterogenea educazione pittorica della gioventù, nonché dei molteplici orientamenti dei contemporanei e dei diversi ambienti dall'artista accostati. Se in talune opere sono chiaramente riconoscibili gli accenti del Passignano e quelli preziosi del Ligozzi, in altre giocano elementi estranei all'ambiente fiorentino, probabilmente acquisiti durante il soggiorno romano; mentre in alcune, come nel San Nicola da Tolentino di Prato, risultano evidenti gli "echi del mondo fiammingo-caravaggesco" (Marchini). Fra le componenti stilistiche dell'eclettico pittore è tuttavia da notare la derivazione dall'arte di Matteo Rosselli. In base a considerazioni del genere, il Voss ha ritenuto di poter attribuire al B. alcuni dipinti esistenti in collezioni private.
Bibl.: G. Richa, Notizie istor. delle chiese fiorentine,I,Firenze 1754, p. 142; III, ibid. 1757, pp. 78, 216, 224; V, ibid. 1757, pp. 94, 327; VII, ibid. 1758, p. 178; F. Titi, Descrizione delle pitture... in Roma...,Roma 1763, pp. 299, 337; F. Baldínucci, Notizie de' professori del disegno..., XV, Firenze 1772, pp. 164-175; L. Lanzi, Storia pittorica della Italia,I,Firenze 1834, p. 208; R. Papini, Catal. della Galleria Comunale di Prato,Bergamo 1912, p. 76; W. e E. Paatz, Die Kirchen von Florenz, I,Frankfurt am Main 1940, pp. 399-400; II, ibid. 1941, pp. 50, 507; III, ibid. 1952: p. 174; IV, ibid. 1952, pp. 161, 178, 188 n. 65, 641; G. Marchini, Guida di Prato,Firenze 1956, pp. 45, 67, 84, 87; Id., La Galleria Comunale di Prato, Firenze 1958, pp. 59, 63; G. V. Castelnovi, La raccolta Rambaldi a Col di Rodi,Sanremo 1958, pp. 35, 71; H. Voss, Zur Kenntnis des Werkes von M. B.,in Kunstchronik,XIV (1961), pp. 211-215; P. Dal Poggetto, Arte in Valdelsa... (catal.), Firenze 1963, pp. 114-116; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, II, p. 384.