MARINO I papa
Nato a Gallese (Roma) da un prete Palumbus, entrò giovanissimo nel clero romano. Come diacono, fece parte dell'ambasceria mandata nell'866 da Niccolò I a Costantinopoli per regolare la questione della Chiesa bulgara; ma non poté passare la frontiera greca. Per incarico di Adriano II, presiedette con grande fermezza al concilio di Costantinopoli, che condannò Fozio (869-70); al suo ritorno fu nominato vescovo di Cere, e fu poi tesoriere della Santa Sede e arcidiacono della Chiesa romana. Inviato da Giovanni VIII a Napoli, riuscì a rompere l'alleanza del vescovo Atanasio con i Saraceni. Alla morte di Giovanni (dicembre 882), fu eletto papa; ma, essendo egli già vescovo, l'elezione fu da molti - e, come pare, dallo stesso imperatore d'Oriente - ritenuta invalida, come fatta contra statuta canonum. Il suo pontificato rappresentò una reazione contro quello di Giovanni VIII; egli infatti rese la dignità episcopale al deposto Formoso e lo richiamò a Roma. S'incontrò nel giugno 883 con Carlo il Grosso a Nonantola, tenne relazioni cordiali con Alfredo re d'Inghilterra e concedette esenzione da imposte alla Schola Saxonum (associazione dei Sassoni) di Roma. Morì nel maggio 884.
Bibl.: Patr. Lat., CXXVI, col. 867 segg.; Liber Pontificalis, ed. Duchesne, II, Parigi 1892, pp 224 e lxvii; Ph. Jaffé, Reg.pontif. Roman., 2ª ed., I, Lipsia 1885, pp. 425-26; J. M. Watterich, Pontificum Roman. vitae, I, Lipsia 1862, pp. 29, 650; cfr. le opere di Hergenröther, Lapôtre, Duchesne, cit. sotto giovanni viii, e E. Amann, in Dict. de théol. cath., IX (1927), coll. 2475-76.