CAPPELLO, Marino
Figlio di Pancrazio, del sestiere di S. Croce, probabilmente abitava, come il padre e i fratelli Niccolò, Marco, Albano, a S. Maria Materdomini, dove possedeva una casa. Nacque intorno al 1336 poiché nel 1354, secondo la testimonianza del Barbaro, partecipò all'estrazione della Balla d'oro. Ebbe dal governo veneziano incarichi di carattere militare, sia in mare sia in terra.
Nel 1356 partecipò come capitano di sestiere alla difesa di Treviso contro gli Ungheri. Quando la Repubblica organizzò la difesa del suo territorio contro il re Luigi d'Ungheria che, giunto in maggio nel Friuli, si preparava a invadere la Terraferma veneziana, il C. e altri nobili cittadini, uno per sestiere, furono incaricati di reclutare 600 balestrieri e di condurli a Treviso. La durata dell'incarico ci è ignota; sappiamo, tuttavia, che Treviso fu assediata dall'esercito ungherese il 24 0 il 28 giugno 1356, e che nel novembre venne stipulata la tregua e parte dell'esercito veneziano fu richiamato dal Trevigiano.
Scoppiata la ribellione di Candia, il C. nel marzo 1364 fu nominato sopracomito di uno degli "usserii" (galee atte al trasporto di cavalli e soldati, ma non per questo esentate dalle azioni di guerra) con cui venne condotto a Candia il forte esercito "maritimum et terrestrem" allestito per sedare la ribellione. Al C. furono inoltre affidati 4.000 ducati da consegnare al capitano del Golfo, perché con questo denaro pagasse i suoi equipaggi. La flotta partì da S. Niccolò del Lido il 10 aprile; il 6 0 il 7 maggio l'armata veneziana sbarcò a Creta; il 9 i ribelli si arresero.
Nel novembre 1369, quando con la sconfitta di Leopoldo d'Austria (10 novembre) il conflitto veneto-triestino stava per concludersi e tutti gli sforzi della Repubblica erano tesi a provocare la capitolazione della città ribelle, il C. e altri nobili furono inviati con nuovi contingenti di balestrieri a Trieste per rafforzare le guarnigioni dei bastioni ed impedire così agli assediati ogni possibilità di sortita. In effetti di lì a pochi giorni (17 novembre) Trieste si arrese.
Per il decennio successivo le fonti riferiscono una serie di notizie la cui attribuzione al C. è possibile, anche se non completamente certa. È probabile che nel 1372, il C. fosse patrono di una galea del viaggio di Alessandria; le galee messe all'incanto in maggio salparono a settembre. Potrebbe essere indicativo il fatto che in quest'anno vengano ricordati in più occasioni i nomi di Marco e Albano Cappello, anche a proposito della "muda" di Alessandria di cui Marco fu addirittura capitano. Il C. potrebbe essere, se è esatta la notizia del Gatari, uno dei 100 nobili che, durante la guerra contro Francesco da Carrara, arruolarono a proprie spese 800 balestrieri e armarono 10 galee, con cui andarono a proteggere i lavori di scavo di un canale che doveva collegare Curano a Lova nel territorio di Piove di Sacco. Sopracomito di una galea, nel maggio 1373 il C. raggiunse Piove di Sacco. Secondo i Gatari fu proprio la presenza di questo presidio a provocare la battaglia di Fossanova che si concluse, il 14 maggio, con una grave sconfitta veneziana (anche in questo conflitto è ricordata la presenza di Marco ed Albano Cappello). Una testimonianza riferentesi ad un Marino Cappello di S. Croce induce inoltre a credere che il C. fosse nominato il 2 ott. 1373 membro della Zonta del Senato (il 2 ed il 3 ottobre altre cariche furono affidate a Marco ed Albano Cappello di S. Croce). Infine, considerata la natura dei suoi incarichi, possiamo ritenere che dall'ottobre 1377 al gennaio seguente sia stato savio agli Ordini.
Con certezza invece sappiamo che il 5 maggio 1379 il C., sopracomito di una galea, combatté al fianco del Pisani nella battaglia di Pola; una cronaca manoscritta della Biblioteca Marciana afferma anzi - anche se, a dire il vero, in modo piuttosto inesatto - che fu il primo ad attaccare con la sua nave i Genovesi. Nella sconfitta che seguì fu fatto prigioniero assieme a più di 2400 Veneziani. I prigionieri furono condotti a Zara, rinchiusi nelle carceri fino ad agosto e poi portati a Genova, dove rimasero in dura prigionia.
Le cronache offrono altre notizie circa la partecipazione del C. al conflitto veneto-genovese. Secondo il Caroldo egli fu fra i cinque savi preposti nel febbraio 1378 all'arruolamento dei cittadini veneti e al reclutamento di soldati. Il Chinazzo testimonia che il 14 sett. 1378 il C. partì da Venezia con la sua galea per raggiungere il Pisani, partecipando così alla campagna in Dalmazia.
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