BULGARO, Marino
Nobile ischitano, il B. viene ricordato da Boccaccio, che deve averlo conosciuto personalmente verso il 1328, nel corso del primo soggiorno a Napoli, tra i cortigiani di Roberto d'Angiò. Nella sua opera De casibus vir. illustr. (lib. IX) riferisce che quando, giovanetto, frequentava la corte napoletana vi incontrava spesso il B., nobiluomo anziano e "peritissimo dalla sua giovinezza nella arte marinaresca", che soleva raccontargli storie di tempi passati. Come uomo di mare infatti lo qualificano quasi tutti i pochi documenti che lo ricordano. Pare che abbia servito con le sue navi già il primo re angioino, Carlo I. Ma se si vuol dare credito a ciò che Boccaccio riferisce in una novella del Decameròn (V, 6), che ha come protagonista una figlia del B., Restituta, il B. passò dalla parte aragonese, quando, dopo l'insurrezione del Vespro, Ischia seguì le sorti dei ribelli. Secondo il racconto della novella, Restituta, amata dal giovane Giovanni da Procida, e fuggita con lui, finì dopo varie avventure a Palermo, dove s'innamorò di lei re Federico d'Aragona, che, scoperta la sua relazione con Giovanni da Procida, la fece condannare a morte, insieme con l'amante. Fu salvata all'ultimo momento, quando si scoprì che era figlia del B., "la cui potenza", come ricordò al re il famoso ammiraglio Ruggiero di Lauria, "fa oggi che la tua signoria non sia cacciata d'Ischia".
Il B. deve avere presto ottenuto il perdono di Carlo II, quando, nel 1299, Ischia passò di nuovo sotto la dominazione angioina. Nel 1305 diede la caccia nelle acque di Creta alle navi genovesi in rotta verso Alessandria, in un momento, cioè, in cui i rapporti tra Carlo II d'Angiò e Genova erano piuttosto tesi. Verso il 1308 era incaricato della costruzione di navi per la flotta reale e nell'estate del 1314 partecipò al seguito di Roberto d'Angiò all'assedio di Trapani. "In mari ante Trapanum", il 16 agosto di quell'anno, il re gli confermò una pensione annua, estendendola anche ai suoi eredi.
Nell'agosto del 1315 fu mandato a Venezia, assieme a Marino di Aprano e Giovanni di Lando, con l'incarico di acquistarvi dieci galee nuove e altre armi per la guerra contro la Sicilia. È ricordato ancora nel 1332, quando una sua nave riportò in Dalmazia gli ambasciatori ungheresi venuti a Napoli per trattare il matrimonio dell'erede al trono Giovanna con Andrea d'Ungheria. Era ancora vivo nell'aprile dell'anno 1341: non è nota la data della morte.
Bibl.: Le notizie relative al B. sono state raccolte da F. Torraca, Giovanni Boccaccio a Napoli (1326-1339), in Arch. stor. per le prov. napoletane, XXXIX (1914), pp. 50-54, 658-663; cfr. inoltre R. Caggese, Roberto d'Angiò e i suoi tempi, Firenze 1922, I, p. 223; E.-G. Léonard, Histoire de Jeanne Ière,reine de Naples,comtesse de Provence (1343-1382), I, Monaco-Paris 1932, p. 147.