PREDA, Marin
Scrittore rumeno, nato a Siliçstea-Gumeçsti (Teleorman) il 5 agosto 1922, morto a Bucarest il 16 maggio 1980. Membro dell'Accademia Rumena, ricevette nel 1952 il Premio di Stato; anche grazie all'intensa attività culturale svolta come direttore della rivista letteraria Viaçta Românească ("Vita rumena") e della casa editrice Cartea Românească ("Il libro rumeno"), è divenuto il maître-à-penser della nuova generazione di scrittori rumeni. È soprattutto noto per le sue descrizioni della vita dei contadini durante il regime comunista. Dopo l'esordio con Intîlnirea din Pămînturi ("L'incontro di Pămînturi", 1948), nel 1955 pubblicò il suo romanzo migliore, Morometii ("I Moromete"), in cui attraverso le vicende di una famiglia sono rappresentati gli eventi e le trasformazioni della vita rurale; i temi centrali della narrazione, la diffidenza e la resistenza dei contadini anziani contro il nuovo ordine comunista costituito dalla collettivizzazione, la scelta della generazione dei più giovani di diventare funzionari del partito, le tradizioni ancestrali del villaggio della pianura del Danubio, hanno un forte carattere autobiografico.
La seconda parte dell'opera di P. è ambientata in città, a Bucarest. In Marele singuratic ("Il grande solitario", 1972) la seconda generazione dei Moromete vive la torbida storia politica del paese; il risiedere nella capitale, dopo aver distrutto le proprie origini contadine, non basta a rendere il protagonista partecipe della vita cittadina, costringendolo piuttosto a ritirarsi nella solitudine e a sottomettersi al fatum. La scomparsa della classe contadina è al centro anche di Imposibila întoarcere ("L'impossibile ritorno", 1971), in cui P. accusa l'industrializzazione comunista di annientare la vita rurale del paese. Gli ultimi romanzi si distinguono per la loro tematica. Delirul ("Il delirio", 1975) si occupa del periodo della dittatura del generale Antonescu (1940-44), epoca che lo scrittore, a quei tempi giornalista, conosceva bene per esperienza personale. Subito dopo P. pubblicò Viaçta ca o pradă ("La vita come una preda", 1977), romanzo autobiografico sui difficili primi anni della propria carriera. L'interessamento − apparentemente straordinario da parte di uno tra i migliori scrittori del regime − per la figura di Antonescu, che P. sembra quasi voler riabilitare, non è privo di allusioni: alla lotta per l'indipendenza nazionale contro i nazisti sembra infatti equiparata la resistenza ai Russi da parte del regime comunista nazionalista. L'ultimo romanzo di P., Cel mai iubit dintre pămînteni ("Il più amato tra gli uomini della terra", 1980), di poco precedente la sua improvvisa scomparsa, è imperniato sulle vicende politiche legate all'ingresso della Romania nell'ordine comunista e costituisce una denuncia dei meccanismi totalitari sotto forma di ''memoriale'' di un personaggio tratto in arresto, scritto per uscire dalla prigione, nel quale è forse possibile leggere la confessione dell'autore stesso, che si separa dal comunismo.
Oltre alle opere citate si ricordano: Desfăçsurarea ("Spiegamento", 1952), Ferestre ^intunecate ("Finestre oscurate", 1956), Indrăzneala ("Audacia", 1959), Risipitorii ("Prodighi", 1962), Intrusul ("Intruso", 1968).
Bibl.: V. Popovici, M. Preda: timpul dialogului, Bucarest 1983.