BIANCOLINI, Marietta
Nacque a Fermo (Ascoli Piceno) il 20 sett. 1846. Studiò canto, nella cittadina natale, sotto la guida del maestro F. Cellini, e nel 1864 sostenne brillantemente al Teatro Nuovo di Novara la parte di Romeo nei Capuleti e Montecchi di V. Bellini; vi interpretò inoltre nella stessa stagione 1864-65, con non minore successo,Un ballo in maschera e Il Trovatore verdiani. Poco dopo diede inizio a una fortunata carriera, che la vide trionfare sulle principali scene italiane e straniere: nel 1868 fu al Teatro La Pergola di Firenze, scritturata da L. Rodriguez, figlio di un alto magistrato e impresario per passione musicale, che doveva, tre anni dopo, sposarla; nel 1869 cantò, acclamatissima, al Teatro Carlo Felice di Genova e successivamente ai teatri S. Carlos di Lisbona, Colón di Buenos Aires, alla Scala di Milano e al S. Carlo di Napoli. Con maestria vocale pari al talento interpretativo, si cimentò in un repertorio dei più ricchi e vari per carattere, che spaziava da Rossini a Meyerbeer, da Bellini a Gounod, da Donizetti a Verdi.
Tra i ruoli più ammirati per la sua partecipazione, figurano in primo luogo quello di Romeo nei Capuleti e Montecchi, seguito da quelli di Rosina (nel Barbiere di Siviglia), Semiramide e Cenerentola (nelle rossiniane opere omonime), Fede nel Profeta di Meyerbeer e Lucrezia Borgia (nell'opera omonima di Donizetti, sia come protagonista, sia nella parte di Maffio Orsini). Fu ricordata, tra l'altro, anche come creatrice esemplare del personaggio di Laura nella Gioconda di A. Ponchielli, in occasione della prima rappresentazione dell'opera al Teatro alla Scala di Milano (8 apr. 1876).
Dopo la tragica morte di un figlio, la cantante decise di abbandonare le scene per stabilirsi a Firenze, dove si dedicò interamente alla famiglia: la sua ultima apparizione in teatro ebbe luogo alla Scala di Milano l'8 febbr. 1885 nel Profeta di Meyerbeer; benché il ruolo di Fede, che vi interpretava, fosse uno di quelli che avevano contribuito alla sua fama, l'esito fu poco felice, per il deperire anzi tempo della sua voce, sottoposta senza risparmio alle più ardue e logoranti prove. Tormentata, negli ultimi anni, da grave malattia e da cattive condizioni finanziarie, la B. si spense a Firenze il 31 maggio 1905.
Nella B., dotata di una personalità artistica delle più spiccate e complete, la cantante e l'attrice s'integravano e si fondevano con perfetto equilibrio. La sua voce, di uguaglianza mirabile, abbracciava, con la fenomenale estensione di due ottave e mezza, i registri dal contralto al soprano; era, inoltre, a somiglianza di quelle famose della B. R. Pisaroni e della M. Alboni, eccezionale per potenza e flessibilità. Ciò le permise non solo di esibirsi con sicurezza nei più insidiosi virtuosismi delle parti di opere rossiniane, ma anche di impegnarsi con successo in ruoli più intensamente passionali o drammatici.
Bibl.: G. Monaldi,Cantanti celebri del sec. XIX, Roma 1928, pp. 141 s.; A. Bonaventura,L'Opera ital., Firenze 1928, p. 32; C. Schmidl,Diz. univ. dei musicisti, I, p. 181; Encicl. dello Spett., II, coll. 469 s.