SANTO, Mariano
Chirurgo, nato a Barletta nell'anno 1488, morto probabilmente a Roma in un anno non precisabile, ma nel 1565 forse era deceduto, come risulta dai registri dei fuochi di Barletta (Archivio di stato di Napoli). Circa il 1510 egli è in Roma per attendere allo studio della medicina e chirurgia, avendo quivi a maestri Giovanni di Vico, Giovanni de Romanis di Casalmaggiore e Giovanni Antracino da Macerata. Studiò e fece pratica di chirurgia nell'ospedale di S. Maria della Consolazione. Nel 1516 già vi esercitava la chirurgia e v'impartiva un insegnamento privato. Gli fu conferita la laurea artium et medicinae presso l'Almo Collegio dei medici romani fra il 1521 e il 1522. In quest'anno aveva già composto il compendio della Practica copiosa di Giovanni di Vico, il trattato della chirurgia delle ossa craniche e il Libellus aureus de lapide a vesica per incisionem extrahendo. E pian piano si formò un'estesa pratica a causa della quale ebbe screzî professionali con Giovanni di Vico e Berengario da Carpi. Per la morte del padre era dovuto ritornare a Barletta fra il 1516 e il 1520. Nel 1526 si recò a Milano per visitare la famiglia Trivulzi e l'anno dopo andò a Ragusa in Dalmazia al seguito di un membro di essa, Filippo, arcivescovo di questa città. S'ingaggiò allora quale chirurgo militare delle truppe italiane e spagnole, che parteciparono alla guerra in Ungheria fatta da Carlo V contro i Turchi. In quest'occasione conobbe il capitano Guido Rangoni, al quale in appresso dedicò il suo Libellus de lapide renum. Durante la campagna militare apprese da chirurgi turchi alcune manualità chirurgiche. Terminato il suo servizio medico militare, si stabilì a Venezia, dove chiese alla repubblica il benestare, per l'esercizio professionale, della laurea romana. In questa città nel 1542 pubblicò un commentario ad Avicenna per uso dei chirurghi. Nel 1553 i registri dei fuochi di Barletta lo dànno residente alle isole Curzolari con i due suoi figli Cesare e Gianpaolo.
Mariano Santo insieme con Gianfilippo Ingrassia e con Alfonso Ferri costituirono i pilastri di vòlta del progresso dell'anatomia e chirurgia nel mezzogiorno d'Italia durante il sec. XVI. L'opera sua scientifica è prevalentemente chirurgica e il suo nome è legato a un metodo di estrazione della pietra in vescica, che porta il nome di Sectio Mariana. Fino al suo tempo il metodo usato per l'operazione della pietra era quello di Celso o piccolo apparecchio. La Sectio Mariana è un metodo di cistotomia perineale a taglio longitudinale, eseguito con un numero maggiore d'istrumenti e con l'uso dello sciringone quale guida al tagliente. Forse la prima idea di questa tecnica operativa fu comunicata al S. dal suo maestro Giovanni De Romanis, che per primo la escogitò usando lo sciringone. S. praticò l'allacciatura dei vasi prima del Paré, ammise che la perdita di sostanza ossea consecutiva a trapanazione del cranio potesse essere riparata con neoformazione di osso. Seguendo le idee del tempo troviamo nei suoi scritti concetti astrologici e di chiromanzia. Scrisse anche un vademecum per interrogare medici e chirurghi agli esami.
Scritti principali: Compendium in chirurgia utilissimum volentibus ipsam excercere, Roma 1516; De capitis laesionibus chirurgo curandis, ecc., in Compendium in chirurgia, Lione 1521; Libellus aureus de lapide a vesica per incisionem extrahendo, Roma 1522; Ad comunem medicorum chirurgicorum usum commentaria in Avicennae textum, Venezia 1543; Libellus quidditativus de modo examinandi medicos chirurgicos, ecc., in Commentaria in Avicennae textum; Oratio de laudibus medicinae, ibid.
Bibl.: S. De Renzi, Storia della medicina in Italia, Napoli 1845-48, III, passim; M. Del Gaizo, M. S. di Barletta e la chirurgia italiana della prima metà del Cinquecento, ecc., in Atti d. R. Acc. medico-chir. di Napoli, n. s., XLVII, Napoli 1893, n. 4; id., Di un rarissimo esemplare del libro "Mariani Sancti Barolitani, De lapide, ecc.", ibid., LVI, Napoli 1902, n. 3; P. Capparoni, Profili di medici e naturalisti celebri italiani dal sec. XV al XVIII, voll. 2, Roma 1925-28; A. Merlini, Un grande chirurgo pugliese del Cinquecento, M. S. da Barletta, Barletta 1926.