MORENO, Mariano
Uomo politico argentino, nato a Buenos Aires il 3 settembre 1779, da Manuel Moreno e Anna Maria Valle. Studiò nel collegio di S. Carlos di Buenos Aires e nel 1799 suo padre lo inviò a La Plata, perché vi studiasse teologia e ricevesse gli ordini sacri. Ma addottoratosi oltre che in teologia anche in legge e avendo rinunziato all'idea di farsi sacerdote, contrasse matrimonio nella città di La Plata. Fattosi conoscere come avvocato, tornò nel 1805 a Buenos Aires e iscrittosi nell'ordine degli avvocati di quella città, fu nominato relatore dell'Audienza.
In Buenos Aires egli cominciò a occuparsi anche di politica e per il suo grande ingegno, la sua profonda cultura, il suo spirito d'iniziativa e di decisione, il suo patriottismo, fu ben presto alla testa del piccolo gruppo dei promotori della rivoluzione del 25 maggio 1810, che portò l'Argentina all'indipendenza dal dominio spagnolo. In lui le idee liberali non erano da principio disgiunte da spiccate tendenze monarchiche; solo in seguito andò sempre più orientandosi verso la democrazia pura. Così la sua profonda preparazione intellettuale lo portava naturalmente verso il liberalismo e la tendenza a patrocinare la diffusione della cultura. Scoppiata la crisi del 1808 in Spagna, con la rinuncia di Carlo IV e l'ascesa al trono di Ferdinando VII, nelle ripercussioni che l'avvenimento suscitò in Argentina, il M., che aveva dato tra l'altro la sua opera al vano tentativo di creare il regno del Plata sotto la corona di Carlotta Gioacchina del Brasile, fu chiamato a far parte della giunta suprema che gli Spagnoli avevano nominato dopo la rinuncia del viceré Liniers. Ma sgominati gli Spagnoli dai creoli capitanati dal Saavedra, il Liniers tornò al potere. Sotto il viceré Cisneros il M. diede notevole opera a diffondere le nuove idee negli strati inferiori della popolazione, e ottenne un vero successo quando con la sua celebre "Rapresentacion de los haciendados" riuscì a spingere il viceré ad aprire il porto di Buenos Aires al commercio con l'Inghilterra, fatto che portò un immediato vantaggio al dissestato bilancio del viceregno.
La notizia dell'istituzione della reggenza di Cadice causò una profonda agitazione fra gli abitanti di Buenos Aires e quest'agitazione aumentò quando si seppe che quella reggenza aveva ordinato la revoca del decreto sul libero commercio ottenuto dal viceré Cisneros per opera del M.
Si venne così, il 25 maggio 1810, alla nomina della giunta provvisoria del Rio della Plata nella quale figuravano oltre il Belgrano, Cornelio Saavedra come presidente e il M. come segretario. Nell'atto della sua costituzione si dispose che si sarebbe eletto un congresso, ma in una deliberazione privata della giunta, del giorno 27, si decise che i deputati del congresso fossero associati alla giunta stessa. Il M. si oppose a questa idea, e per dissensi sorti nella giunta, si dimise dalla sua carica. Pochi giorni dopo egli fu incaricato di una missione in Inghilterra per promuovere gli interessi politici ed economici dell'Argentina, ma morì in alto mare il 4 marzo 1811. Nel 1910 gli fu eretta una statua nella Piazza del Congresso.
Bibl.: Ingenieros, M. M. y el pensamiento de la Revolución, in Las Letras, III, n. 6; Quesada, El significado historico de M., in Rev. Argentina de Ciencias Políticas, 1916; Floiroto, M. M., Estudio de su personalidad y de su obra, Buenos Aires 1916; Levene, Iniciacion de la vida pública de M. M., ivi 1917; M. Moreno, Vida y memorias de M. M., ivi 1918.