MESSINI, Mariano
– Nato a Foligno il 12 sett. 1901 da Ruggiero e da Luisa Gregori, studiò medicina e chirurgia nell’Università di Padova, conseguendovi la laurea a pieni voti e lode nel luglio 1924.
Durante gli anni del corso aveva frequentato, nei periodi di vacanza, l’istituto di anatomia patologica dell’ospedale civile di Venezia diretto da G. Cagnetto e, dal 1922, era stato allievo interno nella clinica chirurgica universitaria diretta da M. Donati svolgendovi mansione di addetto al laboratorio anatomo-patologico. Appena laureato fu assistente di F. Vitali, quindi nel 1925-26 dovette assolvere gli impegni militari; non cessò, tuttavia, di frequentare l’istituto di anatomia patologica dell’ospedale civile di Venezia dapprima come assistente volontario, poi, dopo aver vinto il relativo concorso, come assistente effettivo. Passato con tale titolo alla sezione per malattie infettive dello stesso nosocomio, vi lavorò per sei mesi, meritando l’encomio solenne della direzione. Nominato alla fine del 1926 coadiutore presso l’istituto di farmacologia dell’Università di Padova, vi fu incaricato di svolgere le esercitazioni e talvolta, in assenza del titolare, le lezioni del corso ufficiale, sotto la direzione dapprima di L. Sabbatani, poi di I. Simon.
Nel 1929, dopo aver conseguito la libera docenza in farmacologia e terapia, il M. entrò nell’organico della clinica medica dell’Università di Padova diretta da C. Frugoni con la qualifica di coadiutore, e quindi di assistente ospedaliero assegnato alla clinica; in quel periodo gli furono affidati la direzione del padiglione per malati di tubercolosi polmonare, dipendente dalla clinica, che gli valse il titolo di specialista, e l’incarico, nell’ambito dell’insegnamento della clinica medica generale, di un corso annuale di terapia. Trasferitosi all’Università di Roma al seguito del maestro, che lì aveva assunto la direzione della cattedra e dell’istituto di clinica medica generale, fu nominato assistente incaricato nel 1931; conseguita nel 1932 la libera docenza in patologia speciale medica, fu effettivo nel biennio 1932-33. Libero docente anche in idrologia medica e aiuto di ruolo nel 1934, nel 1936 gli fu affidato l’incarico dell’insegnamento di idrologia medica, confermato negli anni accademici 1937-38 e 1938-39. Nel 1938 sostituì A. Bonanni nell’insegnamento di farmacologia e, su proposta della facoltà, diresse come incaricato l’istituto di farmacologia dal 16 marzo al 28 ott. 1938; nel 1939-40, risultato primo della terna al relativo concorso, assunse come professore straordinario la direzione della cattedra di idrologia medica, ospitata in alcuni locali della clinica medica.
Richiamato alle armi nell’estate del 1940, durante la guerra diresse il reparto malattie infettive dell’ospedale militare romano del Celio. Terminate le ostilità, nel 1945 riprese l’attività didattica, aggiungendo alla sua cattedra il corso di terapia, svincolato dall’insegnamento della clinica medica e reso autonomo su delibera della facoltà del 14 luglio di quell’anno, col titolo di terapia medica sistematica.
Intanto era stato edificato, in una sopraelevazione della clinica medica, il nuovo istituto di idrologia medica, un complesso razionalmente progettato comprendente un reparto per degenti, gabinetti e laboratori per ricerche scientifiche e diagnostiche, una ricca biblioteca: inaugurato il 26 apr. 1950, il M. ne assunse la direzione con la qualifica di professore ordinario e vi istituì un Centro per le malattie del fegato, nonché le scuole di perfezionamento in idroclimatologia clinica e in malattie del fegato e del ricambio.
Nel 1959-60, infine, al M. fu affidata come professore ordinario la neoistituita cattedra di terapia sistematica e idrologia medica.
Il M. supportò la propria carriera accademica col costante impegno didattico e con una cospicua operosità di ricercatore. La sua produzione scientifica si svolse inizialmente soprattutto nel settore farmacologico e fisio-patologico, con studi clinici e sperimentali su organi isolati e sulle caratteristiche fisico-chimiche del sangue in varie condizioni di osservazioni (tra i numerosi lavori che pubblicò in questo periodo si ricordano, ad esempio: Dispersitätsgrad und pharmakologische Wirkung des kolloiden Schwefels, in Archiv für experimentelle Pathologie und Pharmakologie, 1928, vol. 127, pp. 366-382; Veränderung der löslichen Ferrosalze im Organismus, ibid., vol. 135, pp. 346-361; Über die Wirkung der Natriumperklorats auf die quergestreiften Froschmuskel: Bedeutung des Kaliumions, ibid., 1929, vol. 141, pp. 307-328; Azione del perclorato di sodio sui muscoli lisci, in Archives internationales de pharmacodynamie et de thérapie, XXXVI [1929], pp. 123-139; Aspects morphologiques et conditions physicochemiques dans l’hémolyse du sang nucléé, ibid., XXXVII [1930], pp. 382-400, in collab. con M. Coppi; Ricerche sulle variazioni glicemiche in rapporto alla distribuzione del fosforo nel sangue, in Clinica medica italiana, LXI [1930], pp. 421-442, in collab. con A. Poli; Blutzucker und Thymus-Nebennierenmark-Antagonismus, in Archiv für experimentelle Pathologie und Pharmakologie, 1931, vol. 161, pp. 247-265). Ben presto orientò i suoi interessi prevalentemente allo studio dell’idrologia medica, dando inizio a una serie di ricerche sulle proprietà caratteristiche e sull’azione biologica delle varie acque – cloruro-sodiche, sulfuree, salsoiodiche – nonché sui rapporti tra terapia idroclimatologica da un lato e problemi di dietetica e fisiopatologia del ricambio dall’altro (Uricoemia, glicemia ed eliminazione urinaria dell’acido urico sotto l’influenza delle acque cloruro e solfato sodiche, in Clinica medica italiana, LXIII [1932], pp. 246-270; Osservazioni cliniche e ricerche sperimentali sulle modificazioni chimico-fisiche del succo duodenale e di alcuni costituenti del sangue sotto l’azione di acque cloruro e solfato-sodiche, in Arch. italiano di malattie dell’apparato digerente, I [1932], pp. 338-368; Il ricambio idrico-salino nell’organismo sano e ammalato sotto l’azione di acque «cloruro-sodiche», in Clinica medica italiana, LXIV [1933], pp. 819-877, in collab. con D. Scalabrino; Ricerche chimiche, chimico-fisiche e fermentologiche e osservazioni cliniche riguardanti l’azione delle acque «clorurosodiche» sulla funzione gastrica, in Arch. italiano di malattie dell’apparato digerente, III [1934], pp. 63-97, in collab. con A. Ciabattini; Ricerche sulla funzione gastro-duodenale. Osservazioni crioscopiche sul contenuto del tubo gastro-enterico sotto l’influenza di acque «clorurosodiche», ibid., pp. 404-419; Ricerche sugli organi isolati - azione delle acque «cloruro sodiche» sull’intestino isolato, in Arch. di farmacologia sperimentale e scienze affini, 1934, vol. 58, pp. 49-59; Comportamento dell’azoto ureico, della concentrazione proteica e della pressione arteriosa in soggetti trattati con le acque «cloruro sodiche», in Clinica medica italiana, LXVI [1935], pp. 1007-1036; Studio delle frazioni lipidiche del siero in soggetti tenuti a diete diverse e sottoposti all’azione di acque cloruro-sodiche, in Difesa sociale, XVII [1938], pp. 1137-1150, in collab. con G. Spadea; Comportamento delle frazioni lipidiche nel sangue di diabetici sotto l’azione di acque cloruro-sodiche, in Il Policlinico, sez. pratica, XLVI [1939], pp. 1219-1226, in collab. con G. Spadea; Azione farmacologica e terapeutica delle acque sulfuree, in Riv. di idroclimatologia, talassologia e terapia fisica, II [1939], pp. 1-19, 33-49).
Nel campo della terapia medica il M. pubblicò vari articoli in periodici specialistici (fra cui: Etica della terapia e valutazione scientifica dei risultati terapeutici; il medico e il cosiddetto incendio demografico, in La Clinica terapeutica, 1953, vol. 4, pp. 3-23; Terapia medica della litiasi epatica, ibid., pp. 529-611, in collab. con M. Mancioli; Terapia dell’aterosclerosi, ibid., 1956, vol. 10, pp. 605-641; Prognosi e terapia; la prognosi ippocratica considerata dal punto di vista dei rapporti tra costituzione e crenoterapia, ibid., vol. 11, pp. 209-228; La rianimazione, ibid., 1963, vol. 24, pp. 293-329 [conferenza 1962]; Evoluzione della reumatologia ai fini preventivi e curativi e classificazione delle malattie reumatiche, ibid., vol. 27, pp. 406-436; Terapia dell’artrite reumatoide, ibid., pp. 469-515; Su talune prospettive, in patologia e in terapia, riguardanti il sistema linfoide e il linfocito, ibid., 1964, vol. 28, pp. 301-328: interessante concezione del ruolo preminente del timo rispetto al sistema immunitario e dell’efficacia della terapia delle malattie autoimmuni e reumatiche con gli steroidi per le proprietà timolitiche, oltre che linfolitiche, possedute da tali farmaci).
Del M. debbono inoltre essere ricordati alcuni trattati che riscossero un lusinghiero successo nell’ambiente medico e uscirono in più edizioni: Clinica e terapia idrologica. Acque minerali italiane, Firenze 1940, in collab. con V. Meccoli; Trattato di terapia clinica. Con note sintetiche di diagnostica, Torino 1940, in collab. con V. Meccoli et al.; Compendio di terapia delle malattie interne, Roma 1947, in collab. con V. Meccoli; Acque minerali nel mondo. Catalogo terapeutico, Roma 1957, in collab. con G. Di Lollo; Nozioni di chemioterapia e terapia antibiotica, Bologna 1964, in collab. con M. Cairella; History of the International Society of medical hydrology and climatology (1922-1966), Pisa 1966, in collab. con B. Messina - L. Dann Treves; Dietetica, Roma 1967, in collab. con M. Cairella; Cura di diuresi nella calcolosi renale e nella gotta, Bologna 1970. Fondò i periodici La Clinica terapeutica, Epatologia, La Clinica dietologica.
Il M. recò un contributo di primaria importanza allo sviluppo dell’idrologia e dell’idroclimatologia medica in Italia non solo rendendola completamente libera da qualsiasi residuo di empirismo e fondata su solide basi scientifiche, ma dandole una dimensione clinica largamente fruibile in ambito sanitario nazionale.
Decorato nel 1925 con la medaglia di bronzo della Carnegie Foundation, gli furono conferite le medaglie d’oro al merito clinico G. Baccelli e, nel 1963, del ministero della Pubblica Istruzione per i benemeriti della cultura, della scuola, dell’arte. Nel 1936 fu membro della Commissione centrale consultiva per specialità medicinali presso il ministero dell’Interno e l’anno successivo della Commissione per la classificazione delle acque minerali italiane. Fu invitato nel 1937 a Budapest a tenere una conferenza al corso di perfezionamento in balneoterapia e reumatologia e a partecipare come rappresentante del governo italiano al congresso internazionale di balneologia; nel settembre del 1938 fu relatore al congresso internazionale di Berlino invitato da H. Vogt, direttore della Reichsanstalt für das deutsche Badewesen. Nel 1939 fu chiamato dal presidente del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) a far parte della Commissione permanente per lo studio delle acque minerali. Membro del Consiglio superiore di sanità, socio di numerose società scientifiche italiane e straniere, il M. fu inoltre presidente dell’Associazione medica italiana di idroclimatologia.
Il M. morì a Roma il 6 nov. 1980.
Fonti e Bibl.: Necr., in Medicina termale e climatologia, 1980, n. 48, pp. n.n.; in La Clinica dietologica, VIII (1981), pp. n.n.; in Epatologia, XXVII (1981), pp. n.n.; in Università degli studi di Roma, Annuario per l’a.a. 1980-81, Roma 1981, p. 869; M. Messini, Curriculum vitae, Roma 1939; A. Pazzini, La storia della facoltà medica di Roma, Roma 1961, I, pp. 341 s., 423-425, 439-442; II, p. 510; B. Messina, M. M., il suo insegnamento: le basi scientifiche della terapia termale, in La Clinica terapeutica, 1982, vol. 103, pp. 351-356; Id., Ricordo di M. M., in La Clinica termale, XXXV (1982), pp. 23-26.
M. Crespi