NICOTRA, Maria
NICOTRA (Nicotra Fiorini), Maria. – Nacque a Catania il 6 luglio 1913 da Sebastiano Nicotra e da Irene Fiorini in una famiglia di antica nobiltà siracusana.
Dopo aver concluso gli studi superiori, si inserì nell’associazionismo cattolico divenendo dirigente cittadina. Dal 1940 al 1948 fu presidente diocesana della Gioventù femminile dell’Azione cattolica di Catania. Durante la seconda guerra mondiale fu infermiera volontaria della Croce rossa italiana, meritando – per dedizione e impegno – la medaglia d’oro al valore; si occupò altresì dell’organizzazione e del coordinamento dei volontari del sangue, contribuendo a fondare nella sua città natale l’Associazione volontari italiani del sangue.
Quasi contemporaneamente alla sua creazione, tra il 14 giugno e il 5 luglio 1944, si iscrisse all' Associazione cristiana lavoratori italiani (ACLI), dove entrò a far parte della commissione nazionale femminile occupandosi, in particolare, delle artigiane. Segnalata dalla Gioventù femminile alla Democrazia cristiana (DC) per essere inserita nella lista degli eleggibili, nel 1946 fu eletta all’Assemblea costituente nelle liste della DC, per il collegio XXIX (Catania, Messina, Siracusa, Ragusa, Enna) con 22.838 voti di preferenza.
Durante i lavori dell’Assemblea non intervenne mai, né presentò interrogazioni. Resta agli atti, soltanto, la sua sottoscrizione, insieme a quella di altre 11 costituenti di vari partiti, a un emendamento sostitutivo della prima parte dell’art. 51 nel quale si affermava che tutti i cittadini di ambo i sessi potevano accedere agli uffici pubblici o alle cariche elettive in condizioni di uguaglianza, eliminando la possibilità di qualsivoglia futuro ostacolo. Nella precedente formulazione era infatti scritto che le donne potevano accedere «conformemente alle loro attitudini, secondo le norme stabilite dalla legge». A tutte le deputate della Costituente quell’insistenza sulle «attitudini» era sembrata limitante e tale da richiedere un correttivo. Nell’intervento di presentazione dell’emendamento – seduta del 22 maggio 1947 – era stata Maria Federici, presidente del Centro italiano femminile eletta nelle liste della DC, a farsi interprete del timore che si volesse in qualche modo frenare l’ingresso delle donne nelle cariche pubbliche.
Nell’immediato dopoguerra Nicotra si interessò di assistenza sociale per le fasce più deboli della popolazione, creando in Sicilia case dei lavoratori, una casa dello studente e scuole per artigiani. Nel 1948 fu eletta alla Camera dei deputati per la DC, con 44.513 preferenze, nello stesso collegio siciliano che aveva rappresentato alla Costituente.
Nel luglio 1949 sposò Graziano Verzotto di dieci anni più giovane, originario della provincia di Padova, con un passato nelle brigate bianche durante la Resistenza assieme a Enrico Mattei, col quale lavorò poi all’Eni. Giunto in Sicilia nel 1947 come funzionario del partito per contribuire all’organizzazione della DC, Verzotto maturò una buona conoscenza della situazione isolana e nel 1955 fu incaricato dall’allora segretario Amintore Fanfani di guidare il partito regionale. Tenne la carica fino al 1966, ma anche negli anni seguenti, favorito dal prestigio della moglie e della famiglia di lei, rimase soprattutto un indiscusso e chiacchierato notabile. Tra luci e ombre, nel 1967 lasciò l'Eni e approdò alla presidenza dell'Ente minerario siciliano, rimanendo coinvolto, nel 1975, in uno scandalo di fondi neri che lo spinse a riparare a Beirut e a Parigi.
Nel corso del suo mandato parlamentare, durato fino al 24 giugno 1953, Nicotra fece parte della III commissione (Diritto, procedura e ordinamento giudiziario, affari di giustizia, autorizzazioni a procedere) e della VIII (Trasporti, comunicazioni, marina mercantile), dove si occupò di questioni legate al settore dei trasporti e delle telecomunicazioni (riordinamento interno del ministero, canone di abbonamento alle radioaudizioni, codice della strada, ferrovie). Il suo principale interesse rimase però l'assistenza sociale. Si impegnò – unica donna tra una dozzina di deputati e senatori – nella commissione parlamentare di vigilanza sulle condizioni dei detenuti negli stabilimenti carcerari, attiva tra il 1949 e il 1953. Successivamente partecipò alla commissione parlamentare d’inchiesta sulla miseria in Italia e sui mezzi per combatterla, istituita il 12 ottobre 1951 e operativa diversi mesi dopo; composta da 21 deputati e presieduta da Ezio Vigorelli, aveva il compito di accertare le condizioni economiche e sociali della popolazione italiana e, inizialmente pensata per durare soli sei mesi, protrasse i lavori fino al luglio 1953. Insieme a Giuliana Nenni, fece parte della delegazione incaricata di recarsi nel Delta Padano – attraversando i Comuni di Mesola, Lagosanto e Comacchio e redigendo un’accurata relazione – e di quella chiamata a visitare zone a lei assai note della Sicilia: Agrigento, Caltanissetta, Enna, Messina e Ragusa. Si occupò anche, presso gli uffici antitubercolari e le unità mobili schermografiche, dello stato della tubercolosi in Italia, di un’indagine sui bilanci delle famiglie povere e sulle forze di lavoro e sulle loro condizioni di vita. L’ingente materiale raccolto, poi pubblicato in 14 volumi, offrì uno spaccato di grande valore dell’Italia alla vigilia del miracolo economico.
Ebbe inoltre occasione di far sentire la sua voce nel corso della discussione del disegno di legge il 18 luglio 1950 relativo alla tutela fisica ed economica delle lavoratrici madri, tema oggetto di un’ampia battaglia da parte di tutte le parlamentari, divise però sulla percentuale dell’indennità giornaliera. Pur appoggiando il disegno, Nicotra si dichiarò favorevole ad accettare, tenendo conto della situazione economica, una riduzione dell'indennità, ma osservò: «Onorevoli colleghi se fosse una questione sentimentale, quella che oggi dobbiamo risolvere votando, non avremmo dubbi: voteremmo a favore di quel 100 per cento che darebbe alle madri lavoratrici maggiori possibilità di curarsi e di procurarsi tutto ciò di cui hanno bisogno» (Atti parlamentari, Camera dei deputati, Discussioni, 18 luglio 1950, p. 20997).
Risultata prima dei non eletti nelle votazioni per la II legislatura, nel giugno 1953, decise di dedicarsi al movimento femminile della DC. Nel VI Congresso nazionale tenuto nel maggio 1954 fu eletta vicedelegata nazionale con Stefania Rossi, sotto la presidenza di Elisabetta Conci. Dal 1960 al 1965 fu presidente dell’Istituto autonomo case popolari di Catania e dal 1975 al 1976, in sostituzione del marito colpito da provvedimenti giudiziari, della Società Siracusa calcio, prima donna presidente di una squadra di calcio.
A causa delle tante inchieste che avevano coinvolto il marito, negli anni successivi scelse di abbandonare la Sicilia. Quando, in seguito all’indulto, Verzotto fece rientro in Italia, Nicotra lo raggiunse a Padova dove dopo 17 anni tornarono a vivere insieme.
A Padova morì il 14 luglio 2007.
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio storico della Camera dei Deputati, Fondo Commissione parlamentare di vigilanza sulle condizioni dei detenuti negli stabilimenti carcerari, 1949-53; Ibid., Fondo Commissione parlamentare d’inchiesta sulla miseria in Italia e sui mezzi per combatterla, 1951-54; Archivio storico dell'Istituto Sturzo, Fondo Democrazia Cristiana, Movimento Femminile, serie Segreteria Politica, bb. 26-47; Morta M. N. Fiorini, in La Sicilia, 15 luglio 2007, p. 54. Gli ex Parlamentari della Repubblica, Roma 1985, ad ind.; S. Correnti, Donne di Sicilia. La storia dell’Isola del sole scritta al femminile, Catania 2001 (I ed. 1990), pp. 163-169; C. Dau Novelli, Sorelle d’Italia. Casalinghe, impiegate e militanti nel Novecento, Roma 1996, pp. 163, 169, 178; M. Addis Saba - M. De Leo - F. Taricone, Alle origini della Repubblica. Donne e Costituente, Roma 1996, p. 170; C. Dau Novelli, Introduzione a M.T.A. Morelli, Le donne della Costituente, Roma-Bari 2007, pp. XXI-LXXII; P. Gaiotti, Le democristiane e la storia della Repubblica, in La DC e il voto alle donne. Rappresentanza politica e movimento femminile in Campania, a cura di R.P. Violi, Napoli 2010, pp. 51-76.