ARAGONA, Maria d'
Nacque dopo il 1503 dal conte Ferdinando di Castellana, figlio illegittimo di Ferrante I d'Aragona, e da Castellana Cardona. Sorella di Giovanna, gareggiò con lei in berezza, suscitando vivissima ammirazione e simpatia soprattutto nel mondo degli umanisti. Alla grazia fisica aggiunse un carattere molto forte e altero, che le meritò il soprannome di "Draga", coniato nel circoli della nobiltà napoletana da Giulia Gonzaga (Estratto del processo di P. Carnesecchi, a cura di G. Manzoni, in Miscell. di storia ital., X,Torino 1870, p. 405). Andò sposa ad Alfonso d'Avalos, marchese del Vasto e uomo di primo piano tra i collaboratori dell'imperatore Carlo V. Il matrimonio ebbe un esordio penoso a causa dell'infedeltà del marito, ma poi subentrò una buona intesa, favorita dalla dedizione e dal fascino di Maria. A Napoli essa fece parte dei gruppi mondani e religiosi che facevano capo a Giulia Gonzaga e a Vittoria Colonna. Qui conobbe forse Juan de Valdés e certo ne sentì celebrare le dottrine. Ebbe dimestichezza col Carnesecchi e con l'Ochino; anzi ad un certo momento si diffusero voci sui rapporti con quest'ultimo, in coincidenza con un asserito proposito dell'A. di abbandonare l'Avalos. Ebbe un fitto carteggio col cardinale Seripando, ma il rapporto col dotto e pio arcivescovo di Salemo si accentuò solo dopo la vedovanza dell'Aragona.
Nel 1543, quando il marito ebbe il governatorato di AUano, essa vi si trasferì con lui e là ebbe come cappellano un altro esponente della riforma cattolica italiana, Galeazzo Florimonte. Sembra anche che fosse suo confessore Michele Ghislieri, allora semplice domenicano, ma più tardi papa col nome di Pio V. Scomparso tragicamente l'Avalos nel 1546, l'A. durante i primi mesi della vedovanza esercitò il governatorato di Benevento, già affidato al marito; poi dal maggio 1547 si ritirò a Napoli, interessandosi ai sette figli, e soprattutto a Iñigo, che giunse giovanissimo al cardinalato. A Napoli rimase sino alla morte sopravvenuta il 9 nov. 1568. Sembra che la tomba sia a Napoli a S. Domenico Maggiore, confusa per un certo tempo con quella di Vittoria Colonna.
Tra gli omaggi e le opere che furono dedicate all'A. vanno ricordati gran parte della produzione poetica di Luigi Tansillo, che le manifestò una devozione intensissima, la Lettura di Girolamo Ruscelli sopra un sonetto dell'illustriss. signor marchese della Terza alla divina signora marchesa del Vasto..., Venetia 1552, dove è inserita la riproduzione dell'unico ritratto che si ha di lei, e infine il De, segno de, tempi di Agostino Nifò.
Bibl.: Bibl. Apostolica Vaticana, Barb. lat. 5053, ff. 31-74, vita inedita di Filonico Alicarnasso (= Costantino Capriota); Poesie liriche edite e inedite di Luigi Tansillo, a cura di F. Fiorentino, Napoli 1882; V. Colonna, Carteggio, a cura di E. Ferrero, G. Mueller, D. Tordi, Torino 1892, pp. 515 a.; B. Croce. Un sonetto dell'Aretino e un ritratto di M. d'A., marchesa del Vasto, in Aneddoti di varia letteratura I, Napoli 1953, pp. 359-365; A. Broccoli, In S. Domenico Maggiore di Napoli: Vittoria Colonna o M. d'A.?, Caserta 1895; V. Fiorentino, Studi e ritratti della Rinascenza: Donna M. d'A. marchesa del Vasto, Bari 1911; F. Chabod, Per la storia religiosa dello Stato di Milano durante il dominio di Carlo V,i n Annuario d. R. Ist. stor. ital. Per l'età moderna e contemp., II-III(1936-37), pp. 58 s.; A. Casadei, Per la storia religiosa dello stato di Milano durante il dominio di Carlo V, in Riv. stor. ital., LVIII (1941), pp. 173-176; A. Zazo, M. d'A. governatrice di Benevento in alcuni documenti inediti, in Arch. stor. per le prov. napol., LXVII (1942), pp. 135-156; P. Tacchi-Venturi, Storia della Compagnia di Gesù in Italia, I, 1, Roma 1910, p. 453; H. Jedin, Girolamo Seripando, II, Würzburg 1937, pp. 306-308; Domingo de Sta Teresa, Juan de Valdés, Roma 1958, p. 148.