Brandon Albini, Maria. – Scrittrice italiana naturalizzata francese (Robbiate, Lecco, 1904 - Parigi 1995). Tra gli esponenti di maggior rilievo degli studi meridionalistici del secondo dopoguerra, sorella dell’architetto Franco Albini, trasferitasi a Milano con la famiglia nel 1919, vi ha frequentato cenacoli letterari e circoli antifascisti, maturando una densa riflessione critica sul giogo della dominazione politica e sul ruolo subalterno della donna (ben documentato nel suo romanzo di esordio, Ragazze inquiete, pubblicato nel 1936) che l’hanno spinta nel 1936 a trasferirsi in Francia. Qui negli anni Quaranta si è unita alla lotta contro le forze di occupazione tedesca al fianco del marito Pierre Brandon, stabilendosi definitivamente a Parigi dieci anni dopo e svolgendovi l’attività di lettrice e docente di lingua, storia e letteratura italiana presso le università di Tours e di Poitiers, fornendo in tal modo un imprescindibile contributo alla diffusione oltralpe dei classici della letteratura italiana (come ben attesta l’opera La culture italienne. Dix siècles de civilization, 1950). Profondamente interessata alla questione meridionale, eletta a terreno di ricerca per tematiche preferenziali quali le matrici sociopolitiche dell'arretratezza culturale e della subalternità femminile, dal 1954 fino ai primi anni Settanta ha condotto indagini giornalistiche e ricerche sociologiche in Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna e Campania, dove, munita dei solidi strumenti ideologici forniti dagli studi di A. Gramsci, G. Salvemini, G. Dorso e T. Fiore, ha documentato i tratti significativi del tessuto sociale e della cultura materiale del Sud, raccogliendo inoltre una preziosa documentazione delle tradizioni orali dei ceti subalterni. Della sua copiosa produzione, spesso corredata dalle fotografie scattate da lei stessa, occorre citare tra gli altri: Calabre (1957); Sicile secrète (1960); Le grand Sud italien: Abruzzes, Pouilles, Calabre, Lucanie (1971); Radioscopie de la culture italienne (1983).