TOSATTI, Maria Barbara
Poetessa, nata a S. Felice sul Panaro (Modena) il 3 settembre 1891, morta a Roma il 17 aprile 1934. Fece gli studî normali in un istituto di religiose francesi, ma studiò soprattutto da sé, educando il proprio gusto sui classici italiani e sui francesi del gran secolo, e apprendendo tanto di latino e di greco da poter leggere Virgilio e Saffo nel testo. I primi suoi versi risalgono al 1914, ma solo nel 1928 pubblicò un manipolo di liriche nella Nuova Antologia, poi riprodotto con altre nel volume Canti e preghiere (Roma 1932), che le valse subito l'attenzione della critica. Altre sue poesie, e pensieri di letteratura e di morale, non sono ancora stati raccolti.
La poesia della T. si può definire un assiduo colloquio, con se stessa e con Dio, di un'anima profondamente religiosa, che, facendo della propria esperienza di sacrificio e di dolore il lievito della propria fede, è riuscita a comporsi entro un'aura d'attesa serena: non tanto serena, tuttavia, da non essere a momenti turbata dal pensiero della giovinezza sfiorente o dal rimpianto della vita non potuta godere, della felicità appena intravista. Poesia che, quasi ignara della lirica più recente, si rifà come a ideale modello non solo di grandezza poetica ma di sublimità nel dolore, al Leopardi; del quale riprende modi e inflessioni, ora stemperandoli in un'intonazione eloquente, o pascolianamente querula, in un ritmo largo, e qua e là prolisso e prosastico, di recitativo; ora invece rinnovandoli dall'intimo, per un lirico accentuarsi di quel fervore e di quella pietà verso se stessa, in un'alacre alternanza o contemperanza di invocazioni, evocazioni, visioni di paesaggio, in un linguaggio fluente, armonioso, ma insieme sostenuto e scolpito.
Bibl.: P. Pancrazi, Scritt. ital. del Novecento, Bari 1934 (lo scritto sulla T. è del 1932); P. P. Trompeo, in Pègaso, luglio 1932, e in L'Italia lett., 10 novembre 1934; A. Bocelli, in Nuova Antol., 16 ottobre 1932, 16 maggio 1934.