GUADET, Marguerite-Élie
Rivoluzionario francese, nato a Saint-Émilion (Gironda) il 20 luglio 1758, morto a Bordeaux il 17 giugno 1794. Amico e collega di Vergniaud e presto preso dalle idee rivoluzionarie, fu amministratore del dipartimento della Gironda (1790), presidente di quel tribunale e poco dopo deputato alla Legislativa (1792). Carattere appassionato e ardente, oratore efficace, venne dapprima accolto con favore tra i giacobini. Presidente dell'assemblea e divenuto ormai influente nel gruppo girondino, sostenne il 14 gennaio 1792 la denuncia di A. Gensonné contro le trame dell'Austria, della corte e degli emigrati. Ma come i suoi compagni di gruppo oscillò tra l'estremismo verbale e l'avversione alla violenza: l'amore della bella frase soverchiò anche in lui le doti politiche. Critico mordace di La Fayette, non sdegnò di entrare in rapporti con la corte nel luglio 1792; cercò il 10 agosto di placare gli oratori dell'Hôtel de Ville. Si schierò poi tra quei girondini che votarono la morte del re, ma chiesero la sospensiva dell'esecuzione. Inviso a Robespierre, già da lui attaccato, osteggiato da Danton, contro il quale s'era schierato imprudentemente, fu travolto nella catastrofe girondina. Chiesta invano la revoca delle autorità parigine, G., segretario della Convenzione il 31 maggio 1793, tentò con inutile coraggio di opporsi alla violenza imminente, pur convinto della vanità del tentativo. Colpito con i suoi colleghi fuggì nel Calvados, ove tentò con Lebrun e altri di sollevare il paese, ma non riuscì. Arrestato poco dopo fu ghigliottinato a Bordeaux.
Bibl.: J. Guadet, Les Girondins, 2ª ed., Parigi 1889; A. Aulard, Les orateurs de la Législative et de la Convention, 2ª ed., Parigi 1906.