MARGIANA
La regione del corso inferiore del fiume Murgab (Turkmenistan), corrispondente all'oasi della città di Merv, nell’Avesta è chiamata Mourgu, nell'iscrizione achemenide di Bīsotūn Morguš, mentre per gli autori classici è la Margiana.
La frequentazione umana iniziò alla fine del primo quarto del II millennio a.C. da parte di genti provenienti dalle oasi del versante Ν del Kopet Daǧ. Nel VI sec. a.C. la M. entrò nella formazione dell'impero achemenide, e all'inizio del regno di Dario I qui si ebbe una sollevazione popolare contro gli Achemenidi. In seguito la regione fu conquistata dall'esercito di Alessandro Magno, entrando quindi nella composizione dello stato seleucide. Nel II sec. a.C. fu conquistata dai Parti e divenne l'avamposto orientale dello stato arsacide. Nel I sec. a.C. raggiunse una certa autonomia, e nel III sec. d.C., all'epoca del re Šābuhr I, entrò nel regno sasanide e per alcuni secoli fu il più importante territorio dei Sasanidi a Oriente; proprio qui finì i suoi giorni l'ultimo re di questa dinastia.
L'esplorazione archeologica dei territori dell'oasi di Merv prese l'avvio agli inizî del XX sec. con una spedizione archeologica americana guidata da R. Pumpelly, ma solo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale si ebbe un'attività sistematica. Al centro dell'oasi, l'antica Merv (siti di Erk Kala e Gyaur Kala) fu scavata dalla Missione archeologica pluridisciplinare del Turkmenistan meridionale (JuTAKE), diretta da M. E. Masson, mentre una delle squadre di questa Missione, diretta da V. M. Masson, si dedicò agli scavi dei siti della prima Età del Ferro (Yaz Depe); alcune spedizioni dell'Istituto di Storia dell'Accademia delle Scienze del Turkmenistan, inoltre, condussero ricerche sui monumenti dell'oasi. Negli ultimi anni studiosi russi e turkmeni hanno proseguito le ricerche sui monumenti dell'Età del Bronzo (I. S. Masimov, V. I. Sarianidi) e su quelli dei periodi partico e sasanide (G. A. Košelenko); una missione britannico-russo-turkmena ha inoltre ripreso gli scavi a Merv, mentre l'attività di una missione italo-russo-turkmena ha prodotto una carta archeologica della Margiana.
Le testimonianze dell'Età del Bronzo si trovano a Ν dell'attuale oasi, nelle sabbie del deserto del Karakum.
Si tratta di alcune antiche oasi di dimensioni modeste, disposte lungo gli antichi bracci del delta interno del fiume Murgab.
Ciascuna di esse comprende un insediamento principale centrale e una serie di insediamenti minori. In alcuni casi il ruolo di centro dell'oasi era svolto da un tempio. Il più noto di questi, nell'insediamento di Togolok 21, presenta dimensioni notevoli (140 x 100 m) ed è limitato da una triplice cinta muraria con torri semicircolari. Secondo V. I. Sarianidi, il tempio era dedicato a due culti, quello del fuoco e quello del haoma, la bevanda inebriante del culto mazdaico.
La notevole architettura monumentale della M. nell'Età del Bronzo non è l'unica testimonianza dell'alto livello raggiunto dall'arte e dalla cultura. Negli ultimi anni le ricerche archeologiche hanno portato alla costituzione di un'importante raccolta di sigilli (o di sigilli-amuleto) di pietra, di metallo o di argilla. Di particolare interesse sono i soggetti raffigurati: una griglia, una rosetta, una croce, una croce obliqua, una stella a più punte, uno svastika, un albero, uno zebù, un capro, degli uccelli su un albero, dei serpenti attorcigliati, dei draghi che si intrecciano, una rosetta a vortice con le estremità costituite da testa e coda di tre uccelli, un'antilope con un serpente e un drago, un toro assalito da una belva, un uomo tra due tori con teste capovolte, ecc. Si incontrano anche sigilli a cilindro, raffiguranti un gruppo di figure danzanti o il combattimento corpo a corpo di un uomo con una belva. I soggetti e lo stile dei sigilli trovano confronti su un'ampia area, dall'India all'Asia Minore; gli archeologi, tuttavia, sottolineano particolarmente i confronti con i materiali ittiti.
Tra le testimonianze della M., sono presenti anche la coroplastica (figurine umane convenzionali) e dei vasi rituali in ceramica decorati sull'orlo da figurine modellate di uomini e animali. Nel complesso, l'arte della M. di quest'epoca è straordinariamente vicina all'arte della Battriana (v.).
Intorno al 900 a.C. nell'oasi di Merv si verificano alcuni cambiamenti decisivi. La maggior parte dei territori prima abitati venne abbandonata dalla popolazione, e la vita si spostò più a S, non solo a causa di trasformazioni ambientali ma probabilmente anche per mutamenti etnici. Il sistema di popolamento rimase comunque lo stesso del periodo precedente, in oasi di modeste dimensioni. Il centro più importante in quest'epoca era il sito di Yaz Depe, il maggiore insediamento dell'oasi nella prima Età del Ferro. L'arte della glittica e della coroplastica fu completamente dimenticata, e l'architettura acquistò un carattere più primitivo. L'unica forma di arte figurativa era la pittura vascolare, ma anche questa escluŚivamente geometrica.
La situazione fu modificata solo dall'arrivo dei Greco-Macedoni, quando la vita nell'oasi si spostò di nuovo, ancora una volta verso S: centro dell'oasi, destinato a restare tale per molti secoli, divenne il sito dell'antica Merv, nei pressi della moderna Bayram Ali. Qui Alessandro fondò Alessandria di Margiana. In seguito la città fu ricostruita e ribattezzata Antiochia di M., in ricordo del re seleucide Antioco I. Proprio in quest'epoca furono costruite le grandiose mura della città (Gyaur Kala), racchiudenti un'area di più di 4 km2, mentre l'area dell'abitato più antico fu trasformata nella cittadella (Erk Kala). Tutt'intorno all'oasi fu costruito un muro di difesa, i resti del quale si conservano in corrispondenza dei tratti Ν e NO. Un altro muro circondava la regione agricola (chòra) di Antiochia i resti di questo (Gilyakin-Cilburj) si conservano a tratti. Purtroppo quest'epoca non ha ancora prodotto testimonianze archeologiche di rilievo.
Un ulteriore sviluppo dell'economia e della cultura della M. si verifica nel periodo partico, epoca in cui compaiono decine di nuovi insediamenti. La fioritura dell'artigianato è testimoniata dai materiali archeologici. La produzione artistica più popolare è costituita dalla coroplastica, in cui il tipo iconografico prevalente è la raffigurazione di una divinità femminile, designata da G. A. Pugačenkova «la grande dea della Margiana». Per sommi tratti, lo sviluppo dell'iconografia va da raffigurazioni di carattere ellenistico all'elaborazione di un tipo locale: una figura femminile con copricapo di grandi dimensioni e vesti gonfie, con una mano sollevata al petto con uno specchio e l'altra al fianco che tiene la veste.
Gli altri tipi iconografici sono molto più rari: il giovanetto ignudo con braccia levate in alto, il guerriero stante con entrambe le mani poggiate sull'elsa di una lunga spada, i cavalieri, le figurine di animali. Una varîante particolare di questa classe di materiali è costituita dagli ossuari con figure a rilievo, rinvenuti in particolare nella necropoli di Munon Depe: in M. infatti in quest'epoca era ampiamente diffuso lo zoroastrismo. La glittica è documentata da un piccolo numero di sigilli e da una grande collezione di cretule d'argilla di epoca tardo-partica, rinvenute nel sito di Göbekli.
I soggetti e lo stile presentano una grande varietà: si incontrano soggetti che risalgono all'Età del Bronzo (l'albero, la croce) e raffigurazioni di tipo ellenistico (un personaggio maschile stante reso in modo naturalistico), ma i soggetti più comuni sono di carattere tipicamente partico (il re sul trono, la dea su trono con un ramo in mano, il cavallo di fronte all'altare sovrastato da un crescente); alcuni di questi anticipano motivi della glittica sasanide (il montone, privo tuttavia del nastro tipico del periodo sasanide, e altri).
L'architettura non è stata ancora studiata in misura sufficiente, ma stupisce la varietà dei tipi di costruzioni coperte con volte; nella decorazione architettonica degli edifici di carattere pubblico sono utilizzate semicolonne con capitelli di tipo «corintizzante» con un busto femminile tra le volute (Gyaur Kala).
Nel III sec. d.C., quando Merv entra a far parte dello stato sasanide, si verificano chiari mutamenti nel carattere della cultura e dell'arte.
Anche se lo zoroastrismo rimane là religione prevalente, a Merv compaiono i seguaci del buddhismo e in seguito anche del cristianesimo. Sono prodotti ora ossuari zoroastriani che imitano l'architettura monumentale, a volte decorati con pittura. Anche se esistono testimonianze dell'arrivo del buddhismo in M. in epoca partica, il primo stūpa buddhistico viene qui edificato più tardi, nel III sec. d.C. secondo G. A. Košelenko, nel V sec. d.C. secondo altri. Nel corso dello scavo di questo stūpa furono rinvenuti la testa di una statua colossale del Buddha in argilla e un vaso di ceramica di interesse eccezionale, decorato con pittura policroma (IV-V sec. d.C.). Sul vaso sono raffigurate quattro scene: la caccia del re al cervo, il banchetto nuziale, la malattia dell'eroe e il suo seppellimento. Alla fine del periodo sasanide lo stūpa e il monastero (saṅghārāma) adiacente furono distrutti. Un nuovo stūpa fu costruito all'esterno delle mura; nel corso dello scavo di questo furono rinvenuti tra l'altro rilievi di piccole dimensioni provenienti dal Gandhāra e databili ai primi secoli della nostra èra.
Tra i monumenti del cristianesimo in M. sono un monastero nestoriano (?) a Merv, di pianta ovale e con numerosi piccoli ambienti isolati con evidente funzione di cella, e i resti di una chiesa/di tipo basilicale a Kharoba Košuk, a Ν di Merv.
Il tipo architettonico prevalente è in quest'epoca il Castello con possenti fortificazioni.
La coroplastica gradualmente decade e le figurine femminili di terracotta si trasformano in placche piatte ed estremamente convenzionali, a cui erano fissate schematiche testine modellate con l'ausilio di matrici. Le statuette di cavaliere diventano altrettanto convenzionali, evidentemente ormai trasformate da oggetti rituali a giochi per fanciulli. La glittica della M. si sviluppa nel pieno rispetto della tradizione sasanide, e solo nel breve periodo (III sec. d.C.) in cui Merv fu relativamente indipendente, non appartenendo definitivamente al regno sasanide, compaiono soggetti originali, che presentano insieme tratti partici e sasanidi.
A Merv in epoca partica e sasanide fu attiva una zecca, ma tipi monetali originali furono prodotti solo nel breve periodo di indipendenza (monete con il «cavaliere margiano»), È attestata l'arte dell'intaglio su avorio, ma i resti sono in quantità esigua, così come per la pittura murale.
La conquista di Merv da parte degli Arabl portò ben presto a un radicale mutamento nella cultura e nelle arti, che acquisirono un carattere pienamente islamico.
Bibl.: V. M. Masson, Drevnezemledel'českaja kul'tura Margiany («L'antica cultura agricola della Margiana»), Mosca-Leningrado 1959; G. A. Pugačenkova, Koroplastika Drevnego Merva («La coroplastica dell'antica Merv»), in TJu-TAKE, XI, Aškhabad 1962, pp. 117-173; Ζ. I. Usmanova, Erk-kala, ibid., XII, Aškhabad 1963, pp. 20-94; G. Α. Košelenko, Kul'tura Parfit («La cultura della Partia»), Mosca 1966; M. I. Filanovič, Gjaur-kala, in TJuTAKE, XV, Aškhabad 1974, pp. 15-139; V. I. Sarianidi, Pecati-amulety murgabskogo stilja («I sigilli-amuleti dello stile del Murgab»), in SovArkh, 1976, 1, pp. 42-68; G. A. Košelenko (ed.), Drevnejšie gosudarstva Kavkaza i Srednej Azii («I più antichi stati del Caucaso e dell'Asia centrale») (Arkheologija SSSR), Mosca 1985; V. I. Sarianidi, Togolok 21, an Indo-Iranian Tempie in the Karakum, in Bulletin of the Asia Institute, IV, 1990, pp. 159-165; AA.VV., An Archaeological Map of the Murghab Delta, in corso di stampa.
(G. A. Košelenko)