MARGHERITA di Valois, duchessa di Savoia
Figlia di Francesco I e di Claudia di Francia, nacque il 5 giugno 1523. Perduta presto la madre, fu affidata alla zia Margherita d'Angoulême, poi regina di Navarra, che la educò secondo lo spirito del Rinascimento, affinandone le doti naturali con una cultura elevatissima. Passata la prima giovinezza a Fontaineblau, ebbe poi il governo del ducato di Berry; e Bourges divenne uno dei più frequentati ed eletti centri della cultura francese. Per le sue rare doti d'ingegno, per la bontà dell'animo equilibrato e conciliante, fu, forse, la donna più celebrata nella letteratura del tempo. Era stata fidanzata nel 1526 con Luigi, principe di Piemonte, primogenito di Carlo II. Dopo la morte di lui si pensò a unirla con Filippo, principe di Spagna, quando rimase vedovo di Maria del Portogallo (1545); e più volte se ne disegnarono le nozze con Emanuele Filiberto. Nel trattato di pace di Cateau-Cambrésis (1559) che stabiliva l'unione di M. col duca di Savoia, Emanuele Filiberto, le fu lasciato il governo del Berry, le fu promessa una dote di 300.000 scudi opportunamente garantiti. A causa del ferimento mortale di Enrico II le nozze furono celebrate privatamente il 9 luglio 1559, la vigilia della morte del re. Prima e dopo le nozze, M. svolse opera benefica in favore dello sposo facilitando la restituzione della parte occupata dai Francesi, e ottenendo dagli Spagnoli che si contentassero di Santhià, anziché di Vercelli. Rimasta qualche tempo in Francia dopo il matrimonio, giunse a Nizza il 25 gennaio 1560.
Aveva tra gl'intimi del suo seguito molti calvinisti, fra cui il cancelliere del Berry, Michel de L' Hospital che divenne poco dopo cancelliere di Francia, la marescialla di Thermes, la contessa di Pancalieri, il medico Jacques Grévin. Fu perciò da molti creduta seguace di Calvino, tanto più che era in nutrito carteggio con Renata di Francia; Pio IV e il Borromeo se ne lagnarono col duca, che seppe barcamenarsi. M. intercedette per i valdesi; ma è certo che essa, pur sentendo il problema religioso, non lo concepiva che nella forma di una reciproca tolleranza, cioè con una mentalità per la quale i tempi non erano ancora maturi. Mentre si conciliava l'affetto dei popoli per il suo animo benefico, acquistava grande influsso sul marito, che amò profondamente. Anche nel nuovo stato protesse e curò gli studî; chiamò tra gli altri a Torino G. Cuiacio, che già aveva voluto all'università di Bourges.
A Rivoli il 12 gennaio 1562 diede alla luce Carlo Emanuele. Nel curare il figlio caduto ammalato il 6 settembre 1574, contrasse un'influenza, cui non resse per debolezza di cuore. Morì il 15 settembre 1574, mentre il marito era a Chambéry.
Bibl.: R. Peyre, Une princesse de la Renaissance: Marguerite de France, duchesse de Berry, duchesse de Savoie, Parigi 1902; G. Bertoni, M. duchessa di Savoia e la poesia francese, in Studi pubbl. dalla R. Università di Torino nel IV centenario della nascita di Emanuele Filiberto, Torino 1928; V. Cian, Le lettere e la coltura letteraria in Piemonte nell'età di Eman. Filiberto, ibid.; L. Torri, Quattro sonetti musicali per le nozze ed in onore di Eman. Filiberto e Margherita di Francia, ibid.; P. Egidi, Emanuele Filiberto, II (1559-80), Torino 1928.