Figlia (Angoulême 1492 - Odos, Bigorre, 1549) di Carlo d'Orléans e Luisa di Savoia. Moglie (1509) di Carlo III d'Alençon, dopo l'ascesa (1515) al trono di Francia del fratello Francesco I, esercitò sulla corte francese una notevole influenza politica e culturale. Dopo la battaglia di Pavia (1525), fu in Spagna per trattare con Carlo V la liberazione del fratello. Nel 1527 sposò Enrico II d'Albret re di Navarra, da cui ebbe Giovanna d'Albret, madre di Enrico IV. Protettrice di artisti e di letterati (B. Despériers, A. Héroët), fu essa stessa cultrice della poesia e delle lettere; di lei si hanno poesie liriche e drammatiche, fra cui Le miroir de l'âme pécheresse (1531); Les marguerites de la Marguerite des princesses (1547); ma l'opera più nota e più insigne è l'Heptaméron (post., 1558), raccolta di novelle che formano un quadro spregiudicato, vivace e interessante della Francia del sec. 16º, ma anche un libro di morale impregnato di misticismo e di sensualità. Amica di Guillaume Briçonnet, vescovo di Meaux, M. è la figura centrale di quella riforma religiosa francese, coeva ma non dipendente dalla luterana, che nei primi anni del regno di Francesco I, sviluppandosi dalle idee di Erasmo e di Lefèvre d'Étaples, ebbe notevole importanza; ed essa non cessò mai dal far valere tutto il proprio ascendente sul fratello, per impedire o attenuare le persecuzioni contro i protestanti. L'esperienza religiosa di M. è da valutare però e da intendere sul piano morale e psicologico, non su quello dogmatico e teologico.