MARGARITA (A. T., 153-154)
Isola del Mar Caribico, situata a 38 km. dalla costa venezolana di fronte alla penisola di Araya; essa e le isole vicine di Tortuga, Cubagua, Coche, Los Frailtes Los Testigos sono le zone più elevate della più settentrionale catt: na dei Monti Caribici, in gran parte sommersa. È formata da micascisti, quarziti, rocce eruttive e calcari cenozoici, e costituita da due nuclei montuosi (nell'occidentale il M. Macanao, 1366 m.; nell'orientale il M. Copei, 1269 m.), coperti da boscaglie di tipo xerofilo (il clima è piuttosto arido), collegati da una fascia sabbiosa larga in un punto solo 45 m. e alta 3 m. s. m., a sud della quale s'apre una laguna che comunica col mare per un breve canale.
Gli abitanti sono in rapido aumento (37.000 nel 1881, circa 70.000 nel 1930) e si occupano soprattutto di agricoltura e di pesca. L'isola, per la scarsezza delle piogge e per la penuria di sorgenti, è arida, e l'agricoltura ha potuto svilupparsi soltanto nelle vallette che incidono le zone montuose; si producono legumi, mais, cotone, tabacco, noci di cocco e altre frutta tropicali. Margarita fu celebre un tempo per la pesca delle perle (donde il suo nome, che in spagnolo significa appunto "perla"), i cui banchi furono trovati subito dopo la scoperta dell'isola, fatta da Colombo nel suo terzo viaggio (1498). Benché grandemente decaduta, la pesca delle perle è ancora oggi notevole. Il pesce abbonda nelle acque dell'isola, e ne vengono catturate ed esportate a Caracas e ad altri centri interni del Venezuela ingenti quantità. Porlamar è il principale porto peschereccio; le navi commerciali fanno scalo a Pampatar.
Centro principale è La Asunción (5500 abitanti), nell'intemo della parte orientale, a 108 m. s. m., nella valle del fiumicello omonimo; è capitale dello stato di Nueva Esparta formato da Margarita e dalle isolette vicine.
Bibl.: Th. de Booy, Island of Margarita (Venezuela), in Bull. Pan-Amer. Union, 42, 1916, pagine 551-546.