MAREMOTO (fr. tremblement de mer; ted. Seebeben; ingl. seaquakes)
Col nome di maremoto s'intendono le vibrazioni elastiche sensibili, ma non visibili, delle acque marine, destate da terremoti sottomarini o da eruzioni vulcaniche. Tali vibrazioni sono sentite dalle navi. Si tratta di moti di dilatazione e di compressione delle acque, simili a quelli che il suono desta nell'aria; la successione di variazioni di pressione sui rigidi fianchi delle navi dà la sensazione di scuotimenti e di sussulti, simili a quelli che la nave subisce quando si dà fondo alle ancore, o quando la nave investe un bassofondo e su di esso avanza a salti. Vi è tutta una graduazione di azioni meccaniche destate dal maremoto; esse sono precisate in opportune scale, a scopo di classificazione. Gli effetti delle scosse possono giungere sino ad avarie gravi e alla distruzione di parti vitali, con successivo affondamento della nave. Le scosse hanno generalmente carattere sussultorio, come se l'epicentro fosse sotto la nave; ciò deriva dalla rifrazione che i raggi sismici subiscono nel passaggio dal suolo sottomarino, ove la velocità di propagazione è molto grande, all'acqua, ove la velocità è minore (circa 1400 m. al secondo, come il suono). Il maremoto è spesso associato a forti boati; normalmente esso non altera lo stato superficiale del mare; tuttavia, in casi particolari, può essere accompagnato da manifestazioni locali assai cospicue: eruzioni di colonne di acqua o di spruzzi elevantisi a decine di metri; violenti e irregolari moti ondosi. La causa dei maremoti va ricercata o in terremoti tettonici, o in eruzioni vulcaniche; secondo l'origine variano i fenomeni associati alle vibrazioni elastiche dell'acqua. La frequenza dei maremoti è certo molto maggiore di quella che risulti dalle notizie recate dalle poche navi transitanti nelle zone oceaniche; dalle statistiche di E. Rudolph risulta che le aree maggiormente colpite sono quelle dell'Atlantico equatoriale e del Pacifico sud-orientale.
In seguito a terremoti costieri o sottomarini, o in dipendenza da sprofondamenti, da fratture del suolo sottomarino, da eruzioni vulcaniche, ecc., si formano moti ondosi di particolare tipo (onde di traslazione) i quali, in pieno mare, sono poco apparenti, ma sui bassifondi e sulle coste diventano giganteschi, invadono le rive e recano danni gravi e distruzioni. Tali flussi marini, impropriamente designati talora come maremoti, sono detti onde sismiche o, con voce giapponese largamente usata, tsunami.
Bibl.: E. Rudolph, Über submarine Erdbeben und Eruptionem, in Gerlands Beiträge zur Geophysik, I-III (1887-89); A. Sieberg, Die Erdbeben, in Gutenberg, Handbuch der Geophysik, Berlino 1930, IV, cap. 24.