marea
Ben noto fenomeno oscillatorio periodico del livello del mare dovuto principalmente all'attrazione che la luna esercita sulla massa delle acque.
Nel Mediterraneo le variazioni del livello delle acque sono in generale di lieve entità; tuttavia il fenomeno fu noto ai popoli più antichi, forse per notizie apprese dai Fenici che avevano potuto osservare flussi e riflussi molto ampi sulle coste dell'Atlantico. Delle grandi m. oceaniche avrebbe dato notizia Pitea di Marsiglia (sec. IV a.C.). Erodoto (II 11) parla delle m. del golfo di Suez come di fenomeno giornaliero. Molto antica è pure l'idea di un'influenza lunare sulle maree. Secondo Strabone (I 3, 11, 12; III 5) la vera spiegazione del fenomeno fu trovata da Eratostene (276-196 a.C.) e, con maggiori particolari, fu anche data più tardi da Posidonio (130-50 a.C.) che espose una teoria rimasta valida per tutta l'antichità e il Medioevo: Sono numerosi i passi dei classici latini che accennano all'azione lunare sulle m.; in Plinio (Nat. hist. II 97) è ammessa anche un'azione del sole.
In ogni caso la teoria delle m. veniva collocata entro la dottrina astrologica, come esempio evidente del principio secondo cui tutti i mutamenti del mondo sublunare sono retti e direttamente influenzati dalle circolazioni dei corpi celesti. Se l'effetto di flusso e riflusso delle m. fu sin dall'antichità esattamente computato e messo in relazione con le fasi della luna e le sue diverse posizioni, la giustificazione di tale relazione fu concepita generalmente come ‛ influenza ' o ‛ simpatia ' tra mondo terrestre e mondo celeste, alla luce della concezione del cosmo come animale vivente.
Nel Medioevo la teoria delle m. rimase sostanzialmente quella proposta dagli autori greci ed elaborata dalla tradizione arabo-latina: furono infatti soprattutto gli Arabi a trasmettere ai cristiani le maggiori scoperte dei Greci. Una delle opere arabe in cui si trattava delle m., tradotta dai cristiani, prima in data e in importanza, è il famoso Introductorium maius in Astronomiam di Albumasar, in cui veniva esposta - da un punto di vista astrologico - la legge del flusso e riflusso del mare, e come tale accettata dalla cultura astronomico-astrologica medievale (Introductorium III 4-8; ma v. anche lo pseudo aristotelico Liber de proprietatibus elementorum).
D. accenna all'azione lunare sul flusso e riflusso in Pd XVI 82-84 E come 'l volger del ciel de la Luna [ cuopre e discuopre i liti sanza posa, / così fa di Fiorenza la Fortuna; e della m. tratta indirettamente in If VII 22-23 Come fa l'onda là sovra Cariddi, / che si frange con quella in cui si intoppa, descrivendo lo scontro fra gli avari e i prodighi, simile a quello delle onde provenienti dal Tirreno e dallo Ionio, dovute a correnti di m., che produce i noti movimenti vorticosi delle acque. L'azione lunare sulla m. è ancora affermata nella quinta ratio di Quaestio 15 Aqua videtur maxime sequi motum lunae, ut patet in accessu et recessu maris; cum igitur orbis lunae sit ecentricus, rationabile videtur quod aqua in sua spera ecentricitatem imitetur orbis lunae, et per consequens sit ecentrica, ov'è portata come uno degli argomenti dei sostenitori della posizione superiore delle acque rispetto alla terraferma. Qui, ancora una volta, l'eccentricità delle acque è dedotta dal principio, astrologico, della ‛ simiglianza ' o ‛ assimilabilità ' del mondo terreno a quello celeste, per cui all'eccentricità dell'orbita della luna deve seguire quella della sfera delle acque su cui il pianeta esercita elettivamente la propria virtù.
Bibl. - R. Almagìa, La dottrina della m. nell'antichità classica e nel Medio evo, in " Memorie della R. Accademia dei Lincei ", classe sc. fis. mat. e nat. V, 5 giugno 1905; P. Duhem, Le Système des monde, II, Parigi 1965², 267-390; J.K. Wright, The geographical Lore of the Time of Crusades, Nuova York 1965², 25-26, 61, 84, 190-196, 439-440.