TIRRENO, Mare (XXXIII, p. 923)
Le conoscenze sulla morfologia del T. in questi ultimi anni sono progredite in modo molto notevole per merito soprattutto dell'attività svolta dall'Istituto Idrografico della Marina, il quale, rinnovate le attrezzature, ha potuto effettuare 20.000 miglia di rotte di scandagli ecografici, dalla cui elaborazione è emersa l'esistenza di catene di montagne sommerse, talune di oltre 3000 m di altezza relativa al fondale circostante, e ghirlande di rilievi di avanterra. Più propriamente il bacino settentrionale presenta ripidi canyons submarini e in tutto il territorio settentrionale i grandi lineamenti morfologici sono sensibilmente influenzati dalle direttrici delle rughe o strutture etrusche, che giungono talora fino a meno di 100 m dalla superficie (Dorsale Mesotirrenica). La conca tirrenica tocca i 3820 m di profondità, mantenendosi in media sui 3200 m con una pianura abissale, che a N di Filicudi tocca i 3550 m. Verso SO appaiono un certo numero di depressioni chiuse, separate da basse soglie; dalle profondità abissali si ergono varie montagne isolate di natura vulcanica, di cui la più elevata tocca i 3100 m con 87 km di perimetro di base, ed è situata circa a metà sulla rotta Napoli-Palermo. Minori, ma ben pronunciati, sono i rilievi della dorsale eolica, così come evidenti sono una serie di rilievi occidentali tra la Sicilia e la Sardegna (A. G. Segre). Ottima documentazione sono i fogli idrografici pubblicati di recente dall'Istituto idrografico della Marina.
Un secondo gruppo di indagini che hanno fatto progredire le conoscenze son quelle dirette da G. Aliverti, eseguite nel programma italiano per l'Anno Geofisico Internazionale. Da esse, svoltesi per il T. con otto crociere, sempre eseguite con l'appoggio della Marina, risultano nuove conoscenze relative all'andamento termico, di cui si sono precisate meglio le variazioni della temperatura fino a 300 m a mezzo di registrazioni batitermografiche. In parallelo con le ricerche fisiche si è provveduto a sistematiche misure di salinità, pH e alla determinazione dei sali nutritivi (composti dell'azoto, fosforo e silicio), la cui elaborazione richiederà ancora qualche tempo, così come è in corso la determinazione quantitativa del plancton e il calcolo dei valori della densità. Interessanti anche i dati sull'evaporazione che si inquadrano in quelli del Mediterraneo: il deficit annuo sottratto per evaporazione sarebbe di cm 66,6 al posto dei 96,5 calcolati da G. Wüst, compensati da apporti oceanici.
Bibl.: G. Aliverti, I lavori italiani di oceanografia nel quadro dell'Anno Geofisico Internazionale, C. N. R., Roma 1958; id., Sulla evaporazione annua del Tirreno meridionale, C. N. R., Roma 1959; A. G. Segre, La morfologia del Mare Tirreno secondo i più recenti studî, in Riv. Geogr. Ital., LXV, 2, 1958.