Tirreno, Mare
In VE I X 6 D. divide l'Italia in due parti, destra e sinistra: Dicimus ergo primo Latium bipartitum esse in dextrum et sinistrum. La linea divisoria è lo spartiacque dell'Appennino (cfr. Lucano Phars. Il 396 ss.), per cui la parte destra manda le acque al T., la sinistra all'Adriatico: dextrum quoque latus Tyrenum mare grundatorium habet; laevum vero in Adriaticum cadit. Et dextri regiones sunt Apulia, sed non tota, Roma, Ducatus, Tuscia et Januensis Marchia.
I mari che bagnano l'Italia sono quindi per D. il T. e l'Adriatico, come del resto per Orosio; l'inclusione della Marca Genovese esclude una divisione tra T. e Mar Ligure che, del resto, anche oggi è considerato dalla maggioranza dei geografi come un settore del Tirreno. L'associazione della Sicilia e della Sardegna alle parti di destra dell'Italia conferma che D. considera soltanto i due mari principali; si può osservare che contrasta con l'inclusione della Sicilia tra le parti di destra il fatto che la parte orientale dell'isola sarebbe cinta dall'Adriatico e che è lo stretto di Messina a segnare, nella cartografia ispirata a Orosio, il transito tra i due mari. Da osservare infine che il T. è ‛ a destra ' di chi osserva una carta del tempo di D. poiché allora le carte si orientavano con l'oriente verso l'alto.
È citato il T. nel carme di Giovanni del Virgilio: " Iam michi bellisonis horrent clangoribus aures: / quid pater Appenninus hiat? quid concitat aequor / Tirrenum Nereus? quid Mars infrendet utroque? " (Eg I 43).
Indirette le citazioni di Pd XXI 106 ove il T. è uno dei due liti d'Italia, e di Pd VIII 63, ove il T. è il mare in cui sgorga il Verde (v. LIRI-GARIGLIANO).
Bibl. - M. Casella, Questioni di geografia dantesca, in " Studi d. " XII (1927) 67-68.