NORD, Mare del (fr. Mer du Nord; ted. Nordsee; mgl. North Sea; A. T., 11-12, 13-14)
Appartiene a quella categoria che gli oceanografi distinguono con il nome di "mari litorali, adiacenti e marginali (in ted. Randmeere)". Compreso tra l'Inghilterra, il Belgio, l'Olanda, la Germania, la Danimarca, la Norvegia, non ha limiti ben delineati a Nord, dove esso si apre largamente verso l'oceano Atlantico.
Con questo il Mare del Nord comunica attraverso tre vie; il largo braccio tra la costa scandinava e le Isole Shetland, il canale dell'Isola Fair tra le Shetland e le Orcadi, e quello molto più angusto di Pentland tra le Orcadi e la costa scozzese; a SO. è collegato con l'Atlantico mediante la Manica.
L'arcipelago delle Isole Shetland contribuisce a dargli un'unità geografica maggiormente definita; tuttavia, data la sua stretta connessione con l'Atlantico, presenta caratteri chimico-fisici che lo avvicinano agli oceani.
È un mare poco profondo (in media 94 m.) prodotto da una trasgressione recente e di debole ampiezza. La conformazione del fondo permette di distinguere nettamente due zone: una, a N. del Dogger Bank, che degrada dapprima lentamente (m. 40), poi più rapidamente (m. 80) verso le profondità maggiori, che toccano i 1000 m. nella fossa norvegese, mentre permangono molto minori nel canale delle Shetland (200-500 m.). In questa zona si estendono da N. a S. varî banchi (Fladen Ground, Long Forties, Great Fisher Bank e Little Fisher Bank), che presentano profondità variabili tra gli 80 e i 40 m. La seconda zona si estende a S. con profondità ancora più piccole e maggiori accidentalità; le profondità dei varî e numerosi banchi che occupano questa zona oscillano tra i 40 e i 25 metri. Tra i più importanti si possono ricordare il Great Silver Pits, che verso SO. si allunga in una vasta piattaforma, i Fourteen Broads, mentre più verso oriente è tutto un susseguirsi di banchi più o meno estesi e ben noti ai pescatori fino a quello che, distendendosi lungo le coste della Danimarca, prende il nome di Jutland Bank.
La natura dei terreni di fondo rispecchia l'importanza dei trasporti fluviali dei grandi fiumi che vi sboccano (Reno, Weser, Elba, ecc.); solo lungo le coste norvegesi appaiono i sedimenti fangosi a globigerine, misti a elementi cristallini di fanghi terrigeni, provenienti dai massicci scandinavi.
La vicinanza dell'oceano si manifesta anzitutto sul regime atmosferico, che incombe sul Mare del Nord, il quale risente delle frequenti depressioni dell'Atlantico boreale, con venti che spirano per lo più da ovest, in estate verso N. e in inverno verso S.; numerose sono le giornate di nebbia.
Il colore dell'acqua è largamente influenzato sia dagli organismi planctonici, sia dalle possenti alluvioni portate dai fiumi: mentre al largo ha una tinta verde giallastra, lungo le coste assume delle tinte marrone.
La temperatura e specialmente la salinità risentono dell'influenza oceanica; per la prima, verso il centro, si ha una media invernale di 6° e una media estiva tra 12° e 14°, mentre le temperature lungo le coste sono relativamente più basse in inverno e più alte nell'estate. Spesso le acque presentano un'omotermia in profondità e l'influsso degli apporti oceanici le rende dappertutto assai ossigenate in modo da favorire grandemente la vita.
La salinità di superficie tocca quella oceanica (35‰) sui banchi centrali e occidentali, mentre si abbassa alquanto verso oriente (32-33‰) e cade al disotto di 20‰ lungo gli estuarî, favorendo così nell'inverno la glaciazione; notevoli sono le variazioni stagionali (20‰) e quelle tra la superficie e il fondo (2-4‰).
La circolazione è dominata soprattutto da due fattori; le onde di marea provenienti una da N. e di ampiezza da 4 a 7 m. e una da S. con ampiezza pure notevolmente forte. Tali forti oscillazioni giornaliere sono tuttavia alquanto diminuite dalla presenza di due punti anfidromici che si trovano uno a E. del Dogger Bank e il secondo tra l'Inghilterra e i Paesi Bassi, cosicché mentre sulle coste scozzesi si hanno maree di ampiezze notevoli, esse diminuiscono più a S. sulle coste olandesi; aumentano leggermente procedendo verso oriente lungo le coste della Germania, ma subiscono una forte diminuzione sulle coste norvegesi. Complessivamente, il sistema di circolazione superficiale si fraziona in numerose correnti che contribuiscono in modo rilevante ad aumentare l'ossigenazione e quindi la vita delle acque.
La profondità relativamente piccola di estesi fondali e i caratteri oceanici di questo mare spiegano la straordinaria ricchezza della fauna planctonica alla quale è collegata la grande pescosità. La pesca, organizzata con sistemi industriali, dà poi ragione, in parte, della grande importanza assunta da questo mare negli ultimi secoli. Lo sviluppo delle grandi linee di comunicazione tra i varî stati e con i continenti extraeuropei ha accresciuto, in epoca recente, l'importanza economica del Mare del Nord.
Bibl.: O. Krümmel, Handbuch der Ozeanographie, I e II, Stoccarda 1907-11; J. Johnstone, An Introduction to Oceanography, with special reference to geography and geophisics, Londra 1923; F. Drevermann, Meere der Urzeit, Berlino 1932; C. Vallaux, Géographie générale des Mers, Parigi 1933, pubbl. dell'Ist. ocean. dell'univ. di Berlino; O. Krümme, Die deutschen Meere in Rahmen der intern. Meeresforschung, fasc. 6; G. Böhnecke, Salzgehalt und Strömungen der Nordsee, Neue Folge A. Geogr.-naturw. Reihe, fasc. 10; G. Böhnecke, Der Jährliche Gang des Salzgehaltes in der Nordsee. Neue Folge A. Geogr.-naturw. Reihe, fasc. 17; vedere anche le varie pubblicazioni del Conseil permanent international pour l'exploration de la mer.