SARGASSI, Mare dei (A. T., 1, 2, 3)
Al centro dell'Oceano Atlantico settentrionale, tra gli arcipelaghi delle Azzorre e delle Antille, s'incontrano ammassi fluttuanti, spesso assai estesi, di alghe, dette in portoghese sargaços; da ciò il nome dato a questa zona di Mare dei Sargassi. Questo fenomeno era noto agli antichi; se ne parla in un periplo fatto al tempo di Dario I e lo ricordano Teofrasto e Avieno nelle loro opere; gli Arabi avevano percorso il Mare dei Sargassi già nella prima metà del sec. XII e i navigatori dei secoli XIII e XIV vi si erano avventurati prima che Cristoforo Colombo vi penetrasse il 16 settembre 1492, riattraversandolo poi una seconda volta il 3 febbraio 1493, e ne desse notizie precise.
L'aspetto di questo mare così particolare e caratteristico non è quello descritto dai primi navigatori, che lo presentavano come una vera prateria marina di difficile navigazione. In realtà le alghe non costituiscono un'unica coltre sulla superficie del mare, ma appaiono come tanti isolotti di 8-10 metri quadri di superficie o in ammassi anche minori, che, secondo i calcoli fatti da E. Hentschel e W. Beebe, affiorano con una media di uno ogni 100 metri quadri; la loro frequenza è però assai irregolare nello spazio e nel tempo; la massima si ha alla fine dell'estate e nell'autunno.
Il Mare dei Sargassi, notevolmente profondo (quasi 7000 m.), occupa, nella zona delle calme del Tropico del Cancro una superficie di circa 6.600.000 kmq. Le alghe fluttuanti non si trovano al nord del 400 né a sud del 27° di lat. nord, salvo verso il 60° di long. ovest, dove toccano il 19°. Nel senso della longitudine si estendono tra il 30° e il 75° di long. ovest, con limiti che variano sotto l'influsso dei venti.
Le acque sono assai trasparenti (secondo alcuni autori presentano la trasparenza massima); le temperature riscontrate denotano un mare caldo con valori superficiali variabili tra 20° e 25° in febbraio e tra 25° e 38° in agosto, con escursione termica annua assai ridotta. Anche le temperature in profondità denotano un mare caldo: a 400 metri il termometro segna ancora 15°-17°, valore alto in confronto alle altre zone oceaniche analoghe; a 1550 metri la temperatura oscilla intorno a 5°, mentre nelle fosse essa raggiunge valori tra 2° e 2°,6. L'indice polare, inferiore a 0° gradi, manca del tutto; secondo alcuni, ciò si spiegherebbe perché le acque profonde di questa area non si mescolano con quelle delle zone circostanti. Il tenore salino risulta notevolmente elevato, da 37,3 a 38 per mille e più, superiore a quello medio degli oceani (35‰).
Le specie di alghe del Mare dei Sargassi appartengono alla famiglia Fucacee; le tre più importanti sono: Sargassum bacciferum C. Ag. = S. I, O. Winge; S. Chamissonis Kütz. = S. II, O. Winge; S. vulgare Ag. = S. III, O. Winge; esse hanno caratteri peculiari, specialmente dal punto di vista degli organi della riproduzione, in quanto queste specie si sono adattate a vita esclusivamente pelagica, da lungo tempo, tanto che secondo alcuni autori esse rimontano a epoche geologiche anteriori alla nostra.
Tra queste alghe e al disopra di esse alberga una fauna di ricchezza straordinaria e di grande varietà, della quale fanno parte Idrozoi (Aglaophenia), Briozoi (Membranipora), Vermi (Spirorbis, ecc.), Crostacei (Lepas, ecc.), Molluschi (Patina, Pepeta, Litiopa), Pesci (Antennarius, Phyllopteris, Syngnathus, Exocoetus, ecc.) e varie altre specie con caratteri tali che non si possono avvicinare né alle specie litorali europee, né a quelle americane.
L'origine di questo mare è stata per lungo tempo assai discussa; prima essa era riferita solo all'azione della Corrente del Golfo, che avrebbe contribuito a portare dalle lontane Antille specie capaci di adattamento particolare alla vita pelagica; secondo le vedute di moderni geologi, come L. Germain, queste alghe sarebbero invece derivate dalla fitta popolazione fitologica costiera di un continente dell'epoca terziaria, esistente al posto dell'attuale mare.
Bibl.: L. Germain, Histoire de la découverte de la mer de Sargasses, in Bull. de la Soc. d'Océanographie de France; id., La mer des Sargasses, ibid., 1935, num. 81; O. Krümmel, Handbuch der Ozeanographie, I e II, Stoccarda 1907-1911; J. Murray e J. Hjort, The Depths of the Ocean, Londra 1912; C. Vallaux, Géographie générale des Mers, Parigi 1933.