ARABICO, MARE
(A. T., 84-85).- Con questo nome (e anche talora col nome di Mare di ‛Omān) s'indica la vasta insenatura che s'interpone fra la penisola dell'Arabia e l'India Anteriore, limitata a nord dalla costa dell'Īrān. Aperto largamente verso sud, il Mare Arabico è una vera appendice dell'Oceano Indiano, coperto in genere da acque molto profonde. La piattaforma continentale è molto larga solo ad est, fra il delta dell'Indo e il C. Comorin, e soprattutto in corrispondenza al Golfo di Cambaya, meno sulla costa araba; la costa dell'Īrān poi precipita con una scarpa ripida a grandi profondità, fin a oltre 3000 m. appena a 80 km. al largo (sotto il 65° merid.). Anche nel G. di ‛Omān, nome con cui si designa in senso stretto l'insenatura che a nord-ovest immette nel G. Persico, si hanno profondità superiori a 3000 m. (massima 3398 m.). Profondità superiori a 4000 s'incontrano poi sull'allineamento Socotra-Bombay, fra 50° e 64° long. (massima 4288 m.), e prevalgono sempre più, quanto più si procede verso mezzogiorno; sotto l'8° latitudine si superano anzi i 4500 m. (massima 4889). Il Mare Arabico è privo di isole, se si eccettuino Socotra, le isole costiere dell'Arabia meridionale, le Laccadive e altre isole coralline al margine orientale. Come mare molto caldo, è anche molto salato in superficie (di solito più del 36,5‰). Le correnti, assai violente, mutano secondo le stagioni in corrispondenza al regime monsonico dei venti. Nei mesi invernali, soffiando il monsone di nord-est e nord-nord-est, si hanno correnti dirette a ovest e ovest-sud-ovest, che spingono masse d'acqua ai due lati di Socotra; una parte di esse penetra nel G. di Aden con velocità di 30-45 miglia al giorno, generando temibili correnti vorticose sulla costa araba, specie presso Rās Fartak; un'altra parte corre con violenza lungo le coste della Somalia, dove tali correnti eran già ben note ai naviganti greci. Alle spalle di questa corrente monsonica si ha, lungo la costa indiana, un movimento di masse acquee diretto a sud. Nei mesi estivi, soffiando il monsone di nord-ovest, si hanno correnti dirette prevalentemente verso est, in generale meno violente, le quali poi, lungo la costa del Malabar, volgono a sud; le maggiori velocità (48-55 miglia) si hanno presso la costa meridionale dell'India e soprattutto a sud di Ceylon. Lungo la costa araba si hanno, anche in questi mesi, correnti vorticose con varia direzione ed anche emersione di acqua fredda dal profondo.
I porti del Mare Arabico sulla costa dell'Arabia e dell'Īrān hanno scarsa importanza, ad eccezione di Mascate, che ha tuttavia perduto gran parte del traffico dei secoli passati; invece porti di gran movimento sono quelli della costa indiana, in prima linea Karācī e Bombay. Perciò le linee di navigazione che traversano questo mare sono soprattutto quelle che legano il Mar Rosso con quei due porti ed anche il Mar Rosso con Ceylon. Nel periodo in cui i monsoni sono favorevoli non manca il piccolo traffico anche fra l'India e la costa dei Somali, paesi legati fra loro da relazioni marittime sin da epoca remota.