PLAUTIUS, Marcus
Pittore, l'esistenza e l'opera del quale sono attestate da Plinio (Nat. hist., xxxv, 115), che trascrive la didascalia che accompagnava alcune pitture del tempio di Giunone Regina ad Ardea. Gli esametri latini dell'iscrizione, di netto stampo enniano, informavano il lettore che i dipinti adornanti il tempio erano opera di un M. P., ... Asia lata oriundus..., e che l'artista ebbe come ricompensa del suo egregio lavoro il diritto di cittadinanza. Si suppone che M. P. sia stato attivo verso la metà del sec. Il a. C.; oltre a questa, non si conoscono altre sue opere.
Il cognomen Lycon, che molti autori aggiungono a completamento dei tria nomina dell'artista, sembra dovuto ad una non giusta interpretazione del primo emistichio del v. i dell iscrizione. Si volle, infatti, intendere la parola loco come una errata trascrizione latina del nome Lycon, e forzando ancora un poco il senso di per sé già piuttosto oscuro del primo verso, si giunse a vedervi un nome di persona, consono all'origine asiatica di M. Plautius. Altrettanto prive di fondamento le ricerche tendenti ad accostare il pittore al commediografo Plauto, ed i tentativi di porlo in relazione con un suo omonimo, che rivestì la carica di questore d'Asia (Iscr. Priene, 121, Z40).
Bibl.: Th. Bergk, Exercit. plin. Specim., in Ind. Lect., Marburg 1851, p. x; M. Hertz, De M. Plautio poeta et pictore comm., in Ind. Lect. Univers. Vratislav, 1867, p. 12 ss.; A. Baehrens, Fragmenta poëtarum Romanorum, Lipsia 1886, p. 138, n. 4; H. Brunn, Gesch. Griech. Künstler, Stoccarda 1889, II, 303; J. Overbeck, Schriftquellen, n. 2378; E. Stampini, Il pittore M. P., in Rivista di Filologia, 1915, p. 399 ss.; E. Pfuhl, Mal. u. Zeichn., Monaco 1923, II, p. 825; C. Cicorius, in Rhein. Museum, LXXVI, 1927, p. 325 ss.; W.Morel, Fragmenta poëtarum Latinorum, Lipsia 1927, p. 32; S. Ferri, Plinio, Roma 1946, p. 184 s.; O. Vessberg, Studien zur Kunstgeschichte der römischen Republik, Lund 1947, p. 36, n. 144; A. Mazzarino, I quattro esametri di M. P., in Maja, III, 1950, pp. 300-304; V. Paladini, Dignis digna, in Epigraphica, XII, 1950, pp. 29-33; G. Lippold, in Pauly-Wissowa, XXI, i, 1951, c. 18 ss., s. v., n. 24; v. anche id., ibid., nn. 21 e 26; G. Becatti, Arte e gusto negli scrittori latini, Firenze 1951, p. 233 ss.; A. Rumpf, in Handb., IV, 1953, p. 156, nota 3.