MARCONITERAPIA
La terapia a onde corte (O.C.) rientra nella terapia ad alta frequenza (v. elettroterapia, XIII, p. 775).
Già precedentemente tutta la gamma delle onde hertziane, comprese le corte, era stata esplorata da J.-A. D'Arsonval; ma, dato lo strumentario di cui allora si disponeva, le sue ricerche non erano andate di là dal campo biologico. Solo dopo che G. Marconi tra il 1925 e il 1926 ebbe ideato e perfezionato lo strumentario di marconigrafia e marconifonia, fu possibile a una serie di ricercatori applicare le onde corte alla terapia. Quasi indipendentemente uno dall'altro, tra il 1926 e il 1927, in America W. Witney e J. W. Schereschefsky e altri; in Austria A. Esau e E. Schliephake; in Francia J. Saidman e R. Cahen, rendevano note le loro ricerche. Ma questa nuova terapia non è stata possibile senza l'impiego degli apparecchi marconiani ed è pertanto giusto denominarla marconiterapia, secondo la proposta di V. Maragliano, piuttosto che darsonvalizzazione a onde corte (H. Bordier), come si chiama in Francia. Alcuni autori parlano di neodiatermia, ultradiatermia e J. Kowarschik ritiene che questa nuova terapia può essere del tutto ricondotta alla diatermia.
Il limite superiore delle onde corte si può fissare sui 30 metri; lunghezze d'onda maggiori appartengono alla diatermia, minori alla marconiterapia; il limite inferiore delle onde corte si può fissare a un metro, al disotto del quale si entra nel campo delle microonde; ma una delimitazione netta è difficile. Pertanto, diatermia e marconiterapia si differenziano non solo nei riguardi della lunghezza d'onda (che nella diatermia s'aggira sui 500 metri) e del numero di vibrazioni al secondo, ma anche nel modo d'applicazione. Nella diatermia la distribuzione dell'effetto termico avviene per conducibilità, mentre nella marconiterapia l'energia è trasmessa per capacità (campo condensatore). S'è discusso se l'azione della diatermia e quella della marconiterapia siano analoghe. Qualche autore parla di azioni specifiche legate alla lunghezza d'onda e di applicazioni atermiche (P. Liebesny); ma in realtà l'azione fondamentale della marconiterapia è essenzialmente la calorifica. Tuttavia, dato il modo con cui avviene la formazione e la distribuzione del calore, è possibile ottenere, accanto a una distribuzione omogenea, una distribuzione elettiva a una certa profondità e su certi determinati tessuti. Nella diatermia il calore segue le linee di minore resistenza e quindi nasce essenzialmente extracellulare, invece nella marconiterapia si distribuisce per capacità, e poiché la cellula presenta una capacità superiore ai liquidi che l'attorniano, esso nasce essenzialmente endocellulare. Sperimentalmente, se in una vasca di vetro contenente acqua si pone un pesce, questo sarà riscaldato con la diatermia solo quando anche l'acqua (che offre una notevole resistenza) si sarà riscaldata; è invece possibile con le onde corte uccidere il pesce per riscaldamento senza che l'acqua si riscaldi. Pertanto Liebesny ritiene che alla marconiterapia non si debba richiedere un effetto calorifico grossolano ma che l'applicazione debba essere possibilmente atermica; poiché calore vuol dire movimento accelerato molecolare, si può ottenere lo stesso effetto anche senza arrivare a un soprariscaldamento dei tessuti. La marconiterapia, oltre a un'azione locale, permette anche un trattamento generale (elettropiressia, febbre artificiale). Si possono ottenere così temperature rettali fino 380-400 (piccola e grande marconipiressia). Le applicazioni locali di onde corte hanno come scopo o un'azione analgesica o stimolatrice nervosa o un'azione antinfettiva microbicida o puramente ipertermizzante.
L'apparecchio per marconiterapia è un oscillatore a valvola; qualche particolare di costruzione lo differenzia dagli apparecchi di radiotelegrafia. Si distingue un circuito generatore, un circuito di utilizzazione e, infine, per la sintonizzazione del circuito del paziente, esiste un condensatore variabile in serie agli elettrodi. La regolazione dell'energia al paziente si pratica o mediante regolazione dell'accoppiamento fra il circuito oscillatore e il circuito del paziente o mediante regolazione della tensione anodica alle placche dell'oscillatore; più economico, ma meno adatto per la durata delle valvole e anche per le onde corte, è il sistema di regolazione di accensione delle valvole oscillatrici.
Specie in questi ultimi tempi, numerosi sono stati gli studî sull'azione biologica delle onde corte, a cominciare dai microorganismi (sui quali del resto già D'Arsonval aveva sperimentato) per giungere a quelle ricerche che dimostrano una netta azione delle onde corte sul sangue (modificazioni morfologiche, modificazioni fisico-chimiche del siero), sui capillari sanguigni (ricerche di E. Pflomm e ricerche recenti di P. Cignolini e A. Oliveri), sul cuore e sulla pressione arteriosa, sul sistema nervoso autonomo, ecc. A parte l'applicazione delle onde corte per ottenere la febbre artificiale (come cura, per es., della paralisi progressiva e di forme reumatiche, con risultati ancora in studio), la marconiterapia ha avuto nella pratica medico-chirurgica le più svariate applicazioni: cura con buoni risultati di foruncoli, favi, idrosadeniti, ascessi, flemmoni, paterecci, osteomieliti; applicazioni di onde corte nelle forme reumatiche, nelle sindromi endocrine e allergiche (asma), nelle ipertensioni, nelle sindromi arteritiche e angiospastiche, nelle anginose, in affezioni delle vie respiratorie (specie ascessi e cancrene polmonari), in affezioni epatiche (coliche), ginecologiche, ecc.