PRIULI, Marco
PRIULI, Marco. – Nacque a Venezia da Nicolò di Marco (ignota l’identità della madre) nella contrada di S. Ternita (donde poi si sarebbe trasferito in quella di S. Giovanni decollato) verosimilmente tra la fine del XIII e gli inizi del XIV secolo.
Secondo il genealogista suo discendente (G. Priuli, Arbore…, p. 50), Priuli sarebbe stato consigliere ducale nel 1338, ma la prima notizia certa su di lui reca la data del 7 febbraio 1345, quando gli fu accordato il permesso di cessare il rettorato di Serravalle per rientrare a Venezia a causa dell’aggravarsi della salute del padre. Il 26 luglio 1349 e ancora il 18 agosto seguente divenne membro di una commissione incaricata di occuparsi dei feudati di Creta, quindi dal 1° ottobre dello stesso 1349 fu membro del Consiglio dei dieci. Fu poi (1° aprile 1350) dei cinque alla Pace e dopo qualche anno, fra il 1353 e il 1354, fece parte della Quarantia, per essere poi eletto (29 maggio 1355) savio agli Ordini, con il compito prioritario di stabilire le navi da armarsi nei convogli mercantili. Si era infatti conclusa la terza guerra con Genova, ma il 30 gennaio 1356 Priuli, il cui mandato di savio agli Ordini venne prorogato di mese in mese sino a tutto settembre del 1356, faceva comunque deliberare il rafforzamento dei balestrieri imbarcati. Dopo il saviato agli Ordini, il 1° ottobre 1356 Priuli divenne consigliere ducale, dopo di che entrò a far parte dei provveditori di Comun; quindi fece parte di una commissione di venticinque savi per la guerra contro gli ungheresi che avevano conquistato Zara e altre città dalmate.
Negli anni che seguirono, fra il 1358 e il 1367, fu quasi sempre presente tra i consiglieri ducali, dimostrandosi particolarmente attivo, nel 1358, sulle questioni concernenti il commercio con le Fiandre (3 e 5 marzo) e il Levante (27 marzo e 26 aprile); nel 1359, ancora come consigliere, dovette occuparsi delle conseguenze della guerra contro Ludovico re d’Ungheria, varando provvedimenti in favore dei luoghi che avevano subito i danni più gravi in Dalmazia, Istria e Trevigiano. Priuli fu poi savio agli Ordini nel secondo semestre del 1360, quindi (31 ottobre) entrò a far parte di una commissione per risolvere alcune vertenze con il vescovo di Ceneda e il 19 dicembre propose invano la costruzione di un forte a Mestre. La pace con gli ungheresi non aveva infatti posto fine ai contrasti con il loro alleato Francesco da Carrara, destinati anzi a inasprirsi nel 1361-63 con la costruzione di fortificazioni in difesa dei rispettivi confini, dall’Adige al Livenza; il 3 ottobre 1362, pertanto, Priuli fu chiamato a far parte di una commissione «pro factis sancti Ilarii» (Archivio di Stato di Venezia, Senato, Misti, reg. XXX, c. 111r), in un territorio conteso a sud di Oriago. Dopo di che fu membro del Consiglio dei dieci dall’ottobre del 1360 al settembre del 1361, quindi savio agli Ordini dal 10 novembre 1361 al marzo del 1362, per entrare poi subito come consigliere ducale (mentre è un omonimo il Priuli eletto podestà a Capodistria il 23 aprile 1362 e conte a Scutari il successivo 10 luglio). Fu rieletto nel Consiglio dei dieci il 1° ottobre 1362, ma l’11 novembre optò per la carica, a lui più congeniale, di consigliere ducale, che gli venne confermata il 2 giugno 1364. Pertanto, se fu lui a essere eletto podestà di Chioggia il 29 febbraio 1364, tenne la carica per pochi mesi; portò a termine invece, di lì a poco, il reggimento di Treviso dove rimase dalla tarda primavera del 1365 al 9 maggio 1366, probabilmente in virtù della competenza acquisita in ordine agli allestimenti militari anticarraresi.
Ancora savio agli Ordini per il secondo semestre del 1366, il 3 gennaio 1367 fu nuovamente eletto consigliere ducale e come tale il successivo 14 febbraio fece parte dell’ambasceria inviata a Marsiglia con cinque galere per accompagnare a Roma papa Urbano V. Il 3 ottobre dello stesso anno, ancora consigliere ducale, entrò a far parte di una commissione concernente Cipro e la Siria, e il 21 febbraio 1368 fu tra gli elettori del doge Andrea Contarini; un mese dopo, pur essendo stato confermato consigliere ducale, venne inviato nel Trevigiano come provveditore nell’imminenza della discesa in Italia dell’imperatore Carlo IV, cui guardavano con interessata simpatia non pochi feudatari locali. Priuli diede evidentemente buona prova di sé e così il 30 marzo 1369 fu eletto fra i cinque provveditori presso l’esercito che da qualche mese assediava Trieste, ma il 19 giugno cessò dall’incarico per assumere quello più generale di savio sugli affari istriani. Quindi, prima ancora che Trieste capitolasse, il 7 settembre e poi ancora nel novembre 1369 venne inviato con Zaccaria Contarini a Francesco da Carrara per sbrigare delle pendenze confinarie nei territori di Chioggia e Valmareno.
Entrato a far parte della Quarantia nell’ottobre del 1369, nel 1370 e nel 1371 Priuli partecipò a varie commissioni (su particolari problemi di volta in volta inerenti la cessione dell’isola di Tenedo, promessa dall’imperatore Giovanni V nella sua permanenza a Venezia del maggio 1370, quindi Creta e la Siria il 10 settembre 1370; sulla navigazione armata il 1° ottobre dello stesso anno e due giorni dopo sui rapporti con il sultano d’Egitto e sempre il 3 ottobre 1370 sulla controversia con il vescovo di Castello per le decime dei morti; sull’Istria e la Siria il 28 settembre 1371; sull’Istria il 2 ottobre 1371 e, il giorno stesso, ancora su Creta e la Siria; come savio sul Trevigiano il 21 dicembre 1371 ordinò di rafforzare le difese di Motta di Piave).
Il servizio pubblico, pur fitto di impegni, convisse costantemente in Priuli con l’attività mercantile: una sua nave subì danni a Cipro nel mese di novembre del 1366; ancora, il 3 dicembre 1367 inviò mercanzie in Fiandra; il 26 novembre 1369 risultò coinvolto in un sequestro patito da mercanti veneziani; il 19 ottobre 1371 ordinò di vendere certi prodotti giunti da Alessandria.
Le ultime notizie su Priuli si fermano al dicembre del 1371; è probabile che sia morto a Venezia non molto tempo dopo.
Sua moglie era Caterina Bembo, da cui aveva avuto numerosi figli: il testamento, steso corpore languens il 14 ottobre 1370, ne dimostra la condizione agiata.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Venezia, Misc. codd., I, St. veneta, 20: M. Barbaro - A.M. Tasca, Arbori de’ patritii veneti, VI, pp. 237, 265; Segretario alle voci, Misti, reg. 2, cc. 2r, 16r, 17v, 26r, 29r, 33r; reg. 5, c. 28r; Maggior Consiglio, Deliberazioni, reg. 20, cc. 139v, 240r, 290v; Senato, Misti, regg. XXVII, cc. 2r, 39v, 56r-v, 63v, 75r-v, 109v; XXX, cc. 32r, 38r, 64v, 71v, 111r, 132r; XXXI, cc. 72v, 76r; XXXII, cc. 6r, 86v; il testamento della moglie è in Notarile, Testamenti, b. 571 bis/33 (rectius 59);Venezia, Biblioteca del Civico Museo Correr, Cod. Cicogna 3784: G. Priuli, Arbore della nobilissima famiglia Priuli…, pp. 50 s.; R. Predelli, I libri commemoriali della Repubblica di Venezia. Regesti, II, Venezia 1878, pp. 313, 332, III, Venezia 1883, pp. 52, 70, 87, 89; Le deliberazioni del Consiglio dei XL della Repubblica di Venezia. (1353-1368), a cura di A. Lombardo, III, Venezia 1967, pp. 152, 224 s., 232-234, 239 s.; Nicola de Boateriis notaio in Famagosta e Venezia (1355-1365), a cura di A. Lombardo, Venezia 1973, pp. 250-257; Consiglio dei Dieci. Deliberazioni miste, a cura di F. Zago, Venezia 1993, ad ind.; Senato. Deliberazioni miste, XII, Registro XXV (1349-1350), a cura di F. Girardi, Venezia 2006, pp. 165, 195; IX, Registro XXII (1344-1345), a cura di E. Demo, Venezia 2007, pp. 265, 271; XV, Registro XXVIII (1357-1359), a cura di E. Orlando, Venezia 2009; XX, Registro XXXIII (1368-1372), a cura di A. Mozzato, Venezia 2010; XVI, Registro XXIX (1359-1361), a cura di L. Levantino, Venezia 2012, ad indices.
G. Netto, I reggitori di Treviso. 1162-1994, Treviso 1995, p. 32; S. Chojnacki, La formazione della nobiltà dopo la Serrata, in Storia di Venezia dalle origini alla caduta della Serenissima, III, La formazione dello Stato patrizio, a cura di G. Arnaldi - G. Cracco - A. Tenenti, Roma 1997, p. 670.