MARAZZOLI, Marco
Musicista, nato a Parma nel 1619, morto a Roma il 26 gennaio 1662. Allievo di Gregorio Allegri, il 23 maggio 1637 fu nominato cantore (tenore) della cappella pontificia e nello stesso anno lo troviamo tra i musicisti del cardinale Antonio Barberini. Fu anche virtuoso di camera della regina Cristina di Svezia, domiciliatasi a Roma. Dal dicembre 1643 all'aprile 1645 risiedette a Parigi, chiamatovi dal cardinale Mazzarino, ed ivi compose il poemetto drammatico-pastorale Nicandro e Fileno. Dal governo francese ebbe una pensione di 1000 livres annue.
Il M. fu il musicista abituale dei. Barberini e del loro teatro, così come Giulio Rospigliosi, il futuro papa Clemente IX, fu il loro poeta preferito. Egli fu eccellente cantore e suonatore d'arpa (era anche detto Marco dell'Arpa) e tra i più notevoli compositori del'600. Musicista ricco di risorse, di fine gusto, spesso alquanto superficiale e leggiero, raccomanda la sua fama specialmente ai melodrammi, e anche in questi riesce molto meglio nei soggetti di vita moderna e mondana che in quelli simbolici e mitologici.
In collaborazione con Virgilio Mazzocchi (v.) il M. compose la commedia musicale Chi soffre, speri, su libretto di monsignor Giulio Rospigliosi, rappresentata (forse col titolo Il Falcone) durante il carnevale del 1637 nel teatro dei Barberini e ivi ripetuta, con vivo successo e con grandiosità di scene e macchinismi, nel carnevale del 1639, in presenza di 3500 spettatori, tra i quali il Milton. Nel finale del 2° atto di quest'opera è rappresentata la fiera di Farfa, con grande quantità di popolo ed abilissimo movimento e intreccio di voci, che rivela la più esperta mano del collaboratore Mazzocchi. E del M. il 2° atto dell'opera Dal male il bene, musicata per gli altri due atti da A.M. Abbatini (v.), su libretto del Rospigliosi, tratto da una commedia di Calderón (il Rospigliosi era stato più anni in Spagna come nunzio) e scritto con fine spiritualità. In quest'opera, la cui musica è ricca di ricercati effetti armonici e strumentali, i due autori introdussero l'uso del recitativo secco e dei finali comici concertati, che costituirono poi sempre due caratteristiche dell'opera comica italiana; essa fu eseguita nel 1653, sempre sulle scene barberiniane, in occasione delle nozze (15 giugno) del principe di Palestrina, don Maffeo Barberini, con Olimpia Giustiniani, pronipote d'Innocenzo X, e ripetuta poi più volte alla presenza della regina di Svezia. Le partiture di quest'opera e del Chi soffre, speri, si trovano manoscritte alla Biblioteca Vaticana (fondo Barberini).
Per l'arrivo a Roma di Cristina di Svezia il M. musicò il dramma allegorico e spirituale La Vita humana, sempre del Rospigliosi, nel quale il musicista non raggiunse il potere drammatico ed emotivo raggiunto dal poeta, cui mal s'adattava il persistente stile recitativo del compositore. La prima fastosa rappresentazione, nel teatro Barberini, è del 31 gennaio 1656 e l'opera fu stampata due anni dopo a Roma, dal Mascardi.
Oltre alle opere rammentate si conoscono del M. le seguenti composizioni: Gli amori di Giasone ed Issipile, melodramma (Venezia, teatro S. Giovanni e Paolo, 1642); Le armi e gli amori, melodramma, su libretto del Rospigliosi (Roma, teatro Barberini, 1654); le cantate Elena invecchiata, per due soprani e basso continuo e Brama la libertà, per soprano e b. c. (manoscr. alla Bibl. Estense di Modena); gli oratorî Per il giorno di Resurrezione, a 6 voci, e S. Tomaso, a 5 voci (manoscr. alla Bibl. del Liceo musicale di Bologna); altri oratorî e cantate, madrigali, duetti, arie, ecc. conservati manoscritti a Roma e a Bologna o stampati in raccolte dell'epoca.
Bibl.: E. Celani, I cantori della Cappella pontificia nei secoli XVII-XVIII, in Riv. mus. ital., XIV (1907), p. 785; R. Rolland, Histoire de l'Opéra en Europe avant Lully et Scarlatti, nuova ed., Parigi 1931; H. Prunières, L'Opéra italien en France avant Lully, Parigi 1913; Galvani (Giovanni Salvioli), I teatri musicali di Venezia nel sec. XVII, Milano s.a.