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VIDA, Marco Girolamo

di Mario Marcazzan - Enciclopedia Italiana (1937)
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VIDA, Marco Girolamo

Mario Marcazzan

Poeta, nato a Cremona nel 1485, morto vescovo di Alba il 27 settembre 1566. Dalla città natale, dove le tendenze umanistiche faticosamente si svolgevano dalle tenaci tradizioni medievali, passò ancor giovane a Mantova, e il contatto con una società più vivamente impregnata di ricordi classici e più aperta agli spiriti del Rinascimento, ebbe sulla formazione dei suoi gusti e sull'indirizzo dei suoi studî un'influenza decisiva. S'ispirò alle forme della minore poesia virgiliana in alcune composizioni di carattere schiettamente umanistico, ma coltivò in pari tempo assiduamente le discipline teologiche, giuridiche e morali. Trasferitosi a Roma, parve dapprima inclinare agli studî di erudizione, ma alla poesia lo risospinsero gl'influssi dell'ambiente, i suggerimenti dei letterati che affollavano la corte di Leone X, e infine gl'inviti del pontefice stesso, il quale lo donò di prebende e di un delizioso asilo presso Frascati, affinché potesse attendere a suo agio ai lavori poetici.

Par certo che il V., il quale già aveva dato mano a un poema inteso a celebrare le imprese di Giulio II, accettasse da Leone X l'argomento della Cristiade, atto a conciliare la profana raffinatezza della sua cultura umanistica con la fermezza della sua coscienza morale. Il poema lo tenne occupato per circa un decennio, e fu compiuto sotto il pontificato di Clemente VII, che al poeta, desideroso di vita più raccolta e più intimamente religiosa, assegnò il vescovato d'Alba, ch'egli piamente e saviamente amministrò per 33 anni. Al Concilio di Trento il V. si distinse per probità e dottrina. Testimoniano del suo zelo episcopale le Constitutiones Synodales, nobile documento del primo concentrarsi dei propositi e degl'ideali della Controriforma. Le guerre seguite in Piemonte tra Francesi e Spagnoli, dopo la morte di Francesco Sforza, lo costrinsero a riparare per qualche tempo a Cremona; e qui, dove già nel '35 era uscito alla luce la Cristiade, ne sorvegliò egli stesso la seconda e definitiva edizione, aggiungendo all'epopea di Cristo tutta quella parte della sua opera poetica che gli parve non indegna di affrontare la posterità (1550).

Il poema canta in sei libri, con sincerità d'ispirazione religiosa e con solennità di forma, la Redenzione, colorendo con drammatica efficacia gli episodî salienti della narrazione evangelica. Non si può dire che il V. contamini, come I. Sannazzaro nel De partu Virginis, la sostanza cristiana con lo spirito pagano; si nota anzi un certo distacco fra la disciplina tutta formale del suo classicismo e la rigidità medievale del suo pensiero e della sua coscienza. Premuto dal peso dei suoi propositi, schiacciato dall'argomento, egli procede con stento. L'ispirazione rimane estranea all'opera, incapace di dominarla; e d'altra parte lo stile, troppo aderente ai modi virgiliani nelle parlate, negli episodî e nelle descrizioni, ha un non so che di uniforme e d'impersonale. Lontana dall'essere un capolavoro, la Cristiade rappresenta tuttavia, per l'ampiezza dello sviluppo e per l'organicità dell'architettura, un tentativo poetico d'importanza notevolissima; e se pur non si voglia vedere nel V. un precursore di Milton e di Klopstock, certo esercitò sul Tasso un'influenza tutt'altro che trascurabile. Fra le minori composizioni va ricordato un poemetto sul gioco degli scacchi (Schacchia ludus), graziosa parodia mitologica, e un altro sulla coltura del baco da seta (Bombycum libri duo), ricamo georgico di squisita fattura. Per aderire a una richiesta dei suoi concittadini, compose in esametri una poetica (Poeticorum libri tres) notevole soprattutto perché ferma ancora nel culto della latinità di fronte all'ellenismo ormai dilagante. Virgiliano in poesia, modellò su Cicerone la sua prosa, e ciceronianamente intitolò un suo trattato (De reipublicae dignitate libri duo) dedicato al cardinale Reginaldo Polo. Dettò, pure in latino, egloghe, carmi, inni, orazioni, lettere.

Ed.: Opera (Cremona 1550); Poemata omnia cum dialogis (Padova 1731).

Bibl.: V. Lancetti, Della vita e degli scritti di G. Vida, Milano 1856; G. Moroncini, Della Cristiade di M. G. V., Trani 1896; F. Novati, Sedici lettere inedite di M. G. Vida vescovo d'Alba, in Arch. stor. lomb., s. 3ª, X-XI (1898-99); L. Gatta, G. V. e la Cristiade, Palermo 1900; V. Cicchitelli, Sulle opere poetiche di M. G. V., Napoli 1904; id., Sulle opere in prosa di M. G. V., ivi 1909; E. Lopez Celly, La Cristiade di M. G. V., Alatri 1917.

Vedi anche
Sannazzaro, Iacopo Sannazzaro ‹-ƷƷ-› (o Sannazaro), Iacopo. - Poeta (Napoli 1456 circa - ivi 1530); discendente da una nobile famiglia pavese ricordata da Dante, stabilitasi nel Regno di Napoli nel sec. 14º, ma quasi estinta alla nascita di Iacopo. Questi, rimasto orfano assai giovane del padre Cola, fu educato a Napoli ... Botvinnik, Michail Moiseevič Botvinnik ‹bòtv'in'ik›, Michail Moiseevič. - Scacchista russo (Pietroburgo 1911 - Mosca 1995); ingegnere elettronico. Conquistò nel 1948 il titolo di campione del mondo, rimasto vacante dopo la morte di A. A. Alëchin; fu campione a fasi alterne fino al 1963, quando perse definitivamente il titolo ad ... Alëchin, Aleksandr Aleksandrovič Alëchin ‹ali̯òkℎ'in› (alla fr. Alechine), Aleksandr Aleksandrovič. - Scacchista (Mosca 1892 - Estoril, Lisbona, 1946). Conquistò il titolo di campione del mondo nel 1927 superando Capablanca nel match più lungo della storia degli scacchi; perse il titolo alla terza difesa nel 1935 ad opera di Euwe, per ... Fischer, Bobby Fischer, Bobby (propr. Robert James). - Scacchista statunitense (Chicago 1943 - Reykiavik, Islanda, 2008). Campione degli Stati Uniti a quindici anni, conquistò il titolo di campione del mondo nel 1972 battendo il sovietico B. V. Spasskij a Reykjavik, in un match che durò oltre due mesi. La vittoria ...
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    Letterato ed ecclesiastico (Cremona 1485 - Alba 1566). Canonico regolare della Congregazione di San Marco, nel 1533 fu nominato vescovo di Alba. Partecipò al Concilio di Trento, e nel 1562 pubblicò le Constitutiones Synodales, documento del primo concretarsi dei propositi e degli ideali della Controriforma. ...
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    Franco Mancini , Poeta e umanista (Cremona 1485 - Alba 1566). Il sincretismo del Cinquecento, tendente - in omaggio ad antichissimi canoni anagogici, per i quali passa lo stesso D. - a modellare il meraviglioso cristiano su celeberrimi calchi del mondo classico, trova nel V. uno dei suoi più significativi ...
Vocabolario
marco³
marco3 marco3 s. m. [dal ted. Mark «polpa», propr. «midollo»] (pl. -chi). – L’insieme dei tessuti vegetali, delle mucillagini, ecc., residuati in operazioni di spremitura o di estrazione da vegetali (per es., nella spremitura dell’olio...
marco²
marco2 marco2 s. m. [dal germ. marka «segno, contrassegno»] (pl. -chi). – 1. Antica misura di massa e peso, usata in Europa prima dell’adozione del sistema metrico decimale, di valore variabile fra 230 e 250 g circa a seconda dei luoghi,...
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