CETEGO, Marco Cornelio (M. Cornelius M. f. M. n. Cethēgus)
Edile nel 213 e pretore nel 211, nel quale anno, durante la seconda guerra punica, fu inviato in Apulia e poi in Sicilia, ove risollevò il morale dell'esercito romano e combatté con successo contro i Cartaginesi e alcune città siciliane ribelli. Fu censore nel 209 con P. Sempronio Tuditano (ambedue prima di rivestire il consolato) e poi, con lo stesso, console nel 204. Inviato in Etruria, vi represse la ribellione promossa da Magone fratello di Annibale, e nel 203, come proconsole, combatté con lui un'aspra battaglia, che volse a favore dei Romani quando Magone, ferito, dovette abbandonare la lotta; poco dopo, il cartaginese lasciò l'Italia. C. morì nel 196. Era stato flamen, ma dovette dimettersi per una inosservanza del rituale: venne ciononostante eletto pontefice nel 213. Fu il primo romano del quale si sapeva con certezza che era stato un vero oratore, e l'aveva attestato, lui morto, il contemporaneo Ennio: v. i versi riferiti da Cicerone, Brutus, 58, nei quali si dice che C. dal dolce eloquio (suaviloquenti ore) era chiamato flos delibatus populi, Suadaeque medulla.
Bibl.: W. Drumann-P. Groebe, Gesch. Roms, II, Lipsia 1902, p. 476; F. Münzer, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., IV, 1900, col. 1279; G. De Sanctis, Storia dei Romani, III, ii, Torino 1917, passim.