MARLIANI, Marco Aurelio
– Nacque a Milano nell’agosto del 1805 dal conte Rocco e da Amalia Masera.
Il padre era avvocato e personalità molto in vista della aristocrazia milanese: fu anche presidente della Municipalità di Milano e senatore del Regno d’Italia napoleonico. La famiglia Marliani manteneva frequenti contatti con gli esponenti più importanti della cultura; nel salotto della residenza milanese e nella sontuosa villa di famiglia a Erba figurarono ospiti i letterati V. Monti, G. Parini, U. Foscolo, C. Porta, Stendhal (H. Beyle) e G. Torti, i pittori G. Bossi e A. Appiani, lo scultore A. Canova, il matematico L. Mascheroni. Se da un lato Monti celebrò la contessa Amalia in alcuni suoi versi, molto più incisiva fu, dall’altro, la presenza della figlia Maddalena – moglie del banchiere P. Bignami – nella vita di Foscolo, che ne fu lungamente innamorato e che la celebrò nel poema Le Grazie.
Il M., cresciuto dunque in una famiglia di orientamento politico liberale, economicamente agiata e ricca di stimoli letterari e culturali, si spostò a Siena per seguire studi di filosofia, coltivando nel frattempo a titolo privato anche la formazione musicale. Morto il padre nel 1826 e conclusi gli studi toscani nel 1830, il M. si trasferì quello stesso anno a Parigi, anche per ragioni politiche ed economiche: egli, infatti, aveva appoggiato la setta segreta dei carbonari e aveva profuso a suo favore buona parte delle sue sostanze. Nella capitale francese fu attivo come insegnante di canto ed ebbe come allieva, fra gli altri, il celebre soprano Giulia Grisi (che, secondo alcune testimonianze, lo aveva avuto come maestro già negli anni precedenti, a Milano).
A Parigi il M. collaborò anche con gli intellettuali italiani esuli per motivi politici; al 1832 risale un curioso episodio che lo vide fare da secondo al letterato F. Pescantini in un duello – poi di fatto mai realizzatosi – con il celebre V. Hugo, reo agli occhi del rivale di aver offeso gli Italiani nel testo del suo dramma Marie Tudor.
Frutto di confusione, invece, è la notizia di una nomina del M. a console generale di Spagna: tale carica, infatti, fu conferita al cugino Emanuele, la cui moglie era intima amica di George Sand (Aurore Dupin), la celebre scrittrice e compagna di F. Chopin.
A Parigi il M. perfezionò la sua formazione musicale sotto G. Rossini. Il suo debutto in campo operistico avvenne il 1° febbr. 1834, al théâtre Royal des Italiens, con l’opera Il bravo, dramma tragico in tre atti su libretto di A. Berrettoni: alla prima cantarono la Grisi, il baritono A. Tamburini e il tenore G.B. Rubini. L’opera godette di una certa fortuna: fu pubblicata lo stesso anno dagli editori Pacini e Ricordi, venne ripresa anche a Londra (il 15 nov. 1834, sotto il titolo The red mask or The council of three, libretto di J.R. Planché, al Drury Lane theatre, nell’adattamento del compositore irlandese T.S. Cooke), nel 1836 a Praga, a Vicenza (teatro Eretenio), a Napoli (teatro S. Carlo) e anche a Genova e Piacenza, oltre a essere menzionata a più riprese dalle principali riviste di settore dell’epoca.
Ancora nel 1834 il M. si presentò al pubblico parigino con una seconda opera, Le marchand forain, commedia in tre atti su libretto di E. Planard e P. Duport, eseguita al théâtre Royal de l’Opéra-Comique il 1° ottobre (cantanti della prima furono i soprani Marie Massy e Marie Dubois [Madame Casimir], il tenore L.-A.-E. Ponchard e il baritono E. Thenard).
Del successivo lavoro del M., l’opera seria Ildegonda, si hanno notizie già nel gennaio del 1836, quando parti di essa furono presentate presso il salotto privato della contessa Maria de Merlin, nobile parigina di origine cubana, frequentato dai maggiori musicisti e letterati di Parigi. Tale frequentazione è chiaro indizio sia della capacità del M. di inserirsi nella vita aristocratica parigina, forte anche delle sue origini nobiliari, sia del progressivo successo delle sue musiche, che gli permise di veder pubblicate anche alcune romanze per canto e pianoforte. Ildegonda (libretto di P. Giannone) venne eseguita per la prima volta solo il successivo 7 marzo 1837 al théâtre des Italiens: fra i cantanti ancora la Grisi e Rubini, e il basso L. Lablache. Anche in questo caso l’opera ebbe una vasta eco sui giornali principali e una pronta replica a Londra, con lo stesso cast di cantanti.
Al 28 genn. 1839 risale la prima de La gipsy (balletto in tre atti su libretto di J.H. Vernoy de Saint-Georges e J. Mazilier, da La gitanella di M. de Cervantes), eseguito all’Académie royale de musique con la partecipazione di Fanny Elssler, la massima étoile internazionale della danza. Il M. ne compose il terzo atto, mentre il primo si deve a F. Benoît e il secondo a A. Thomas: l’insieme è un pasticcio che riprende motivi celebri come l’inno God save the queen, estratti dall’opera Preciosa di C.M. von Weber e di opere di W.A. Mozart, L. van Beethoven, J.N. Hummel e F. Schubert.
Del 1839 è anche l’opera buffa in un atto La Xacarilla (su libretto di E. Scribe), che ebbe la sua prima esecuzione il 28 ottobre al théâtre de l’Opéra di Parigi, con la partecipazione del soprano Julie Dorus-Gras e Rosine Stoltz (soprano anche lei, che nella sua carriera ricoprì il ruolo di Lazarillo in 100 rappresentazioni dell’opera) e dei bassi H.-E. Dérivis e N. Levasseur. La Xacarilla, l’opera più celebre del M., rimase a lungo in repertorio, in parte per il suo stile chiaro ed elegante, in parte per la qualità del libretto di Scribe, in parte ancora perché è una delle non frequenti opere in un solo atto, caratteristica che la rende facilmente abbinabile a balletti o a estratti di opere per formare una serata di adeguate proporzioni.
Negli anni successivi le opere del M. furono riprese anche in teatri di altri paesi: a Linz una versione del Bravo in tedesco (1841; libretto di J.D. Anton) e a Vienna della Xacarilla (1841; al Kärntnerthortheater); in Italia Il bravo a Livorno nel 1841 (forse presente l’autore), mentre l’adattamento della Xacarilla comportò anche la modifica del titolo (Lazzarello, o I contrabbandieri, su libretto di Berrettoni; prima esecuzione Venezia, S. Benedetto, 23 febbr. 1842); e finalmente anche a Milano si ebbero negli anni 1842 e 1843 le rappresentazioni delle opere Lazzarello e Ildegonda (con la partecipazione del contralto Maria Anna Marzia Alboni nella parte di Rizzardo).
La fama del M. raggiunse probabilmente in quegli anni il suo culmine, e spesso nelle riviste musicali il suo nome è abbinato a quello di G. Donizetti e di V. Bellini, con cui condivide l’immediatezza e la spontaneità delle linee melodiche.
Il M. rientrò definitivamente in Italia nel 1847, stabilendosi a Bologna. Un suo Qui tollis fu eseguito al liceo musicale sotto la direzione di Rossini, mentre il 7 novembre diede la nuova opera Gusmano il buono o L’assedio di Tarifa (tragedia lirica in tre atti su libretto di G.C. Mattioli) al teatro Comunale di Bologna, con la partecipazione del basso-baritono A. De Bassini e del soprano Eugenia Tadolini.
Prese parte alla prima guerra d’indipendenza e, per i suoi atti d’eroismo, fu promosso maggiore.
Il M. morì a Bologna l’8 maggio 1849, a seguito delle ferite riportate in uno scontro con le truppe austriache.
La scomparsa del M. non passò sotto silenzio nelle città dove le sue opere avevano avuto maggiore diffusione. Il necrologio apparso nella rivista The Musical World sottolinea come il M. fosse rimasto deluso, forse, dal fatto che le sue opere non avessero riscosso il successo sperato e lamenta il suo ritrarsi dalle scene negli ultimi anni di vita, proprio cioè nel momento in cui il teatro d’opera italiano aveva maggiore bisogno di nuovi personaggi, dopo la scomparsa di Bellini e Donizetti e l’ormai prolungato silenzio di Rossini. Ancora negli anni successivi alla morte il M. venne menzionato nelle riviste musicali come compositore significativo nel panorama dell’opera italiana di metà secolo; estratti di opere e composizioni minori (romanze per voce e pianoforte, pot-pourris per pianoforte e per pianoforte a 4 mani) comparvero anche postume e le sue opere vennero eseguite con regolarità per oltre un decennio dopo la sua morte.
Fonti e Bibl.: L’Esule. Giorn. di letteratura italiana antica e moderna, Paris 1832-34, IV, pp. 132-135; La Revue et Gazette musicale de Paris, XVI (1849), 27, p. 215; The Musical World, XXIV (1849), 29, p. 462; F. Regli, Diz. biogr. dei più celebri poeti ed artisti melodrammatici…, Torino 1860, pp. 310 s.; F.-J. Fétis, Biographie universelle des musiciens, V, p. 459; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, II, p. 43; Suppl., p. 512; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, IV, p. 671; The New Grove Dict. of music and musicians, XV, p. 875.